ACCOGLIENZA AI MIGRANTI NELLA GIORNATA MONDIALE DEI RIFUGIATI

“Interessante anche l’intervento del Vescovo il quale si è detto d’accordo all’inclusione ma ” con le regole dell’Occidente democratico e civile”.

A cura di Maria Cristina Torrisi

“In un minuto una famiglia può perdere tutto, a te basta un minuto per aiutarli”. E’ il tema dell’interessante conferenza che si è svolta questo pomeriggio, 20 giugno, in occasione della “Giornata mondiale del rifugiato”, nell’Antisala Consiliare del Palazzo di Città di Acireale.

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L’incontro, organizzato dal Gruppo “Luoghi Comuni”, presieduto da Orazio Micalizzi e dalla Caritas Diocesana, diretta da Giuseppe Gulisano, in collaborazione con il Comune di Acireale e di altri enti diocesani, ha tra gli altri registrato la presenza del Vescovo della Diocesi di Acireale, S. Ecc. Antonino Raspanti e del Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Xenagos Salvatore Ippolito.

Al microfono Orazio Micalizzi

Al microfono Orazio Micalizzi

Alla presenza del sindaco Nino Garozzo e di altri organi politici intervenuti, ad aprire la Conferenza è stato Orazio Micalizzi, il quale ha ancora una volta affermato che  <<sono diversi i rifugiati che nella provincia di Catania si sono integrati. Noi puntiamo all’accoglienza e a fare impresa insieme a loro. Il nostro è un approccio più pragmatico che vede i rifugiati come persone che possono aiutare a sviluppare la comunità locale>>.

Salvatore Ippolito ha lanciato il forte messaggio dello status giuridico che spetta a chi chiede asilo, poiché la Convenzione di Ginevra obbliga gli Stati a considerare i rifugiati persone bisognose. <<I nostri rifugiati rappresentano “i residui della fuga”- ha inoltre spiegato. Si tratta di migranti che una volta risolto il problema politico del loro Paese ne fanno ritorno. Sono pochi coloro che hanno infatti trasformato la fuga-conflitto in fuga-migratoria e che rimangono in Italia per motivi familiari>>. IMG_0446

Interessante anche l’intervento del Vescovo il quale si è detto d’accordo all’inclusione ma ” con le regole dell’Occidente democratico e civile”. <<Dall’inclusione, infatti, si deve giungere all’integrazione, curando i processi culturali necessari>>.