Ad Acireale, presentato il nuovo libro di Davide Pappalardo “Che fine ha fatto Sandra Poggi?”

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Recensioni ed Eventi

A cura di Graziella Tomarchio

dal sito Fancity

 

Piacevole incontro con l’autore del libro “Che fine ha fatto Sandra Poggi?”, Davide Pappalardo.
Lui si definisce, scherzandoci su, “fenicio, aragonese, greco, angioino, normanno, saraceno, svevo: in una parola, siciliano”. Altre volte si definisce semplicemente “jonico-etneo”.

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Catanese di nascita, ha vissuto la sua adolescenza in quel di Santa Venerina e poi, nell’età del Liceo, si è trasferito ad Acireale dove ha frequentato il Liceo Scientifico, proseguendo poi i suoi studi universitari a Catania.
Completati gli studi si trasferisce a Bologna, dove vive e lavora.

La sua passione per la scrittura nasce dal desiderio di comunicare anni di pensieri e riflessioni.

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La scrittura per Davide non è solo una conseguenza della lettura ma è uno strumento per soddisfare il suo bisogno di comunicare, di far emergere la sua personalità.
Scrivere è un processo lento e laborioso dove a volte la fatica supera il piacere, ma in fondo
per lui è talmente naturale scrivere che diventa una conseguenza dell’osservare il mondo attraverso la
lettura e il desiderio di conoscere e far conoscere le proprie sensazioni ed emozioni inconfessate.

Sabato 29 giugno presso la libreria Mondadori di Acireale, Davide Pappalardo ha fatto conoscere ai concittadini il suo ultimo lavoro.
Un romanzo giallo che si legge tutto d’un fiato perché è bello, scorrevole, coinvolgente.

Una scrittura ironica e pulita, senza sbavature, una narrazione fluida che concede al lettore la possibilità di leggere velocemente fino a non vedere l’ora di conoscere la fine della storia, per il piacere che si prova durante tutta la narrazione.

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Ve lo consigliamo con piacere e siamo sicuri che ne rimarrete entusiasti.

– Da mesi ormai tutti ci chiediamo: “Che fine ha fatto Sandra Poggi?” Davide vuoi dircelo per favore?.

– Ovviamente per saperlo occorre leggere il libro. Posso solo dire che Sandra Poggi è una ragazza un po’ particolare, ha qualche problema di natura nervosa, proviene da un contesto familiare altolocato della Milano bene, ma dietro questo personaggio ci sono tanti “però”, tanto è vero che Libero Russo, l’altro protagonista del romanzo, “l’investigatore privato, scalcagnato e abusivo”, di origini acesi, nonostante non sia un segugio, nonostante non si possa definire un fenomeno dal punto di vista investigativo, capisce subito che dietro questa scomparsa si celano tante domande e alla fine, in vari passaggi del romanzo, che ovviamente non posso per ora svelare, Libero Russo arriva quasi a raggiungere
Sandra Poggi, sta per acciuffarla e quasi accarezzarla ma quando la ragazza gli si para davanti, come per incanto, svanisce e tutto si trasforma in un gioco di specchi dove poi non è più ben chiaro effettivamente chi sia l’inseguito e chi l’inseguitore.
Per tutto il tempo delle indagini, Libero Russo toccherà molte città d’Italia, partendo da Milano, passando da Venezia fino ad arrivare a Bologna.

– Libero come te ha origini siciliane e come te è legato alla vostra terra, in particolare ad Acireale che in questo romanzo riesci a far rivivere attraverso i ricordi del protagonista.

– Si! Libero proviene dalla Sicilia orientale e precisamente da Acireale, quindi gli acesi avranno anche la possibilità di ritrovare nel romanzo luoghi, modi di dire e modi di fare a loro cari, in una storia però ambientata al nord Italia.

– Analizzando la figura di Libero Russo ci accorgiamo che è un personaggio molto pessimista, con poca stima di se stesso e delle sue capacità, tanto che quando gli fu richiesto di occuparsi del caso, prima di accettare, si è chiesto e ha poi chiesto il motivo della scelta al sign. Volpe (un damerino dell’alta società che avrebbe potuto permettersi di affidare il caso ad un investigatore di un certo
rango), vista la consapevolezza di non essere poi un investigatore così bravo, così ricercato, ma semplicemente un fallito, un tipo sui generis, fuori dalle righe e pure rozzo.
Ecco, anche io ti chiedo, perché il damerino Volpe si rivolge invece convintamente a lui?

– Hai colto perfettamente, Libero Russo non crede in se stesso, anche perché gliene sono capitate tante, tra cui la morte di un collega per il quale si sente responsabile, anche se lo è solo in parte, ma lui si porta sulle spalle questo peso, un fardello carico di angosce che lentamente lo consuma.
Libero ha difficoltà a rapportarsi e quindi a relazionarsi con gli esseri umani, gli risulta invece più facile farlo con gli animali.
Quindi il dott. Volpe si presenta da lui, nella sua “topaia”, così ben distinto, ben pettinato e gentile, di fatto stonando con tutto ciò che invece circonda l’investigatore e che effettivamente rappresenta il suo modo di essere, ovvero Libero, di nome e di fatto.
Comincia così a farsi delle domande e comincia ad intuire che questo caso non è una semplice scomparsa.
E infatti, come una matriosca, si apriranno una serie di situazioni un po’ torbide, che il lettore scoprir
leggendo.
Gli eventi si svolgono negli anni 70, periodo di impegno politico e sociale, stravolgimenti nel mondo musicale e anni in cui si assiste all’arrivo dell’eroina, fino ad allora forse sconosciuta, quindi sono molti i collegamenti con il
contesto sociale del periodo.

– Davide, in una recente intervista dichiari che nel tuo prossimo lavoro vorresti un po’ allontanarti da questo genere per occuparti di problematiche che ti stanno tanto a cuore, come il razzismo e la povert
culturale che ci circonda.

– In effetti si, vorrei poter scrivere di queste problematiche perché mi toccano profondamente. Abbiamo un’Italia che è cambiata parecchio ma non so se punterò su queste tematiche già per il prossimo romanzo poichè sono abbastanza delicate e impegnative e non vorrei mai che venisse fuori un
romanzo banale, però in mente si, mi frullano temi come il razzismo o anche affrontare argomenti legati alla situazione politica e sociale attuale. Ad esempio mi piacerebbe esprimere le mie impressioni su alcuni nuovi provvedimenti del governo, uno potrebbe essere quello che riguarda la legittima difesa.
È un progetto ambizioso, non so se mai riuscirò a realizzarlo e se sono ancora pronto per cimentarmi. Ci penserò e poi deciderò del mio futuro da scribacchino, come amo definirmi.