APPUNTAMENTO AL CINEMA

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Recensioni

Justice League

A cura di Federica Rizzo

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Dopo quattro anni e quattro film, Justice League sembra voler rappresentare l’inizio di qualcosa, piuttosto che il culmine: la pellicola prodotta da Zack Snyder e curata in corso d’opera da Joss Whedon è a tutti gli effetti il vero starting point dell’universo DC. Dopo la morte di Superman la terra è vulnerabile e per questo in pericolo: un’antica e brutale forza aliena guidata dal temibile Steppenwolf è in procinto di invadere il nostro pianeta, toccherà a Batman (Ben Affleck) riunire una squadra di supereroi per fare fronte a una minaccia che potrebbe potenzialmente estinguere la razza umana
Justice League è a tutti gli effetti un film di Zack Snyder, dall’estetica alla messa in scena; ci troviamo ad interfacciarci con temi tanto cari al regista, e alla base dei suoi precedenti lavori in casa DC: l’inadeguatezza supereoirstica, la tragicità e il peso del fallimento dell’eroe, ma anche la sua caparbietà e la sua redenzione. Tutti spunti che si consumano nella prima parte del film, ove assistiamo tanto alle conseguenze dell’assenza di Superman, quanto all’impatto che questi ha avuto su Batman, che è qui un personaggio che vive di un contrasto a dir poco fondamentale tra i limiti del suo corpo umano e la propria inflessibile caparbietà, che lo porterà nella posizione di creatore ma anche di leader del gruppo. L’anima cupa e riflessiva di Snyder si fonde con quella più colorata e caciarona di Whedon: passato il testimone dal primo a secondo si nota innegabilmente un cambio di rotta. Le tematiche si ammorbidiscono e gli eroi stessi perdono la loro aurea epica per cercare una più spiritosa e leggera.
Il risultato è un film che cerca di mescolare la visione epica di Snyder con l’umanità e la leggerezza di Whedon e a volte ci riesce, regalandoci personaggi più umani. Azione e divertimento sono ben bilanciati, Ezra Miller nel ruolo di Flash si fa carico della parte di spalla comica del gruppo senza mai esagerare o andando sopra le righe. Jason Momoa come Aquaman è lo sbruffone del gruppo, caratterizzazione strana per il re di Atlantide ma che funziona all’interno della pellicola. Cyborg è interpretato da un Ray Fisher che riesce nel compito di far trasmettere il disagio interiore del personaggio mentre Gal Gadot come sempre è bellissima e azzeccatissima nel ruolo di Wonder Woman. Per quanto riguarda Steppenwolf interpretato da Ciarán Hinds, è un cattivo vecchio stampo, vuole la distruzione del pianeta e prosegue lungo il suo obiettivo senza guardare in faccia nessuno.
Un buon ritmo, un ottimo montaggio e una splendida colonna sonora rendono Justice League un prodotto piacevole e gradevole. Nonostante una sceneggiatura molto semplice e senza nessun vero sussulto, il cinecomic risulta ben pensato e potrebbe rappresentare l’equilibrio giusto per il nuovo corso del DC Universe.