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Recensioni /Eventi: L’Ultimo Viaggio

A cura di Vittorio De Agrò

Il biglietto d’acquistare per “L’ultimo Viaggio” è : Sempre

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“L’Ultimo Viaggio” è un film del 2018 scritto e diretto da Nick Baker-Monteys, con : Jürgen Prochnow, Petra Schmidt-Schaller, Suzanne Von Borsody, Tambet Tuisk, Artjom Gilz, Mariya Kochur, Yevgeni Sitokhin, Natalia Bobyleva.

Sinossi:
Eduard ha la barba bianca, il passo incerto e la schiena un po’ ricurva. Porta il peso dei suoi 92 anni, ma anche quello di un passato denso di ricordi ed emozioni che il suo volto segnato lasciano trasparire ma il suo atteggiamento scorbutico e distaccato non lasciano penetrare. Un passato che riemerge prepotente alla morte della moglie e di cui nè la figlia Uli, – una donna un po’ nevrotica che già pensa di metterlo in una casa di riposo-, nè tantomeno la nipote Adele, – una ragazza che vive alla giornata totalmente disinteressata alle storie del passato-, sembrano essere a conoscenza. Eduard, invece, a dispetto di tutti è una forza della natura: ora può finalmente ricomporre il puzzle del suo passato e mettere in ordine i ricordi che lo hanno accompagnato e tormentato per una vita intera. Con un cappello da cosacco estratto da un vecchio baule e una valigia con poche cose dentro, non esita a salire su un treno diretto a Kiev, in Ucraina, lasciando alla figlia Uli giusto un biglietto con un rapido saluto. Uli ha solo il tempo di allertare Adele, che lavora in un bar nei pressi della stazione, per farla correre alla ricerca del nonno e convincerlo a scendere dal treno. Ma il vecchio Eduard non ha alcuna intenzione di essere dissuaso dai suoi piani e Adele, si ritrova, suo malgrado, in partenza per un lungo viaggio nei ricordi personali del nonno, ma anche nella Storia. Un viaggio inaspettato e pieno di sorprese che, sullo sfondo della guerra civile Ucraina del 2014, porterà Eduard a riconciliarsi con il suo passato e Adele a capire quanto sia importante, per la propria identità, conoscere e accettare le proprie radici.
Recensione:
“Ci ho provato a chiudere a chiave i ricordi, il dolore, gli orrori della guerra dentro un baule, ho tentato di guardare avanti. ma non ci sono mai riuscito. Ma ho continuato a pensarci,..ogni singolo giorno della mia vita”
Sono queste le ultime toccanti, sofferte e commoventi parole pronunciate da un piangente e sfinito Eduard Leander (Prochnow) sorretto dalla nipote Adele ( Schaller), giunti ormai al termine del loro ultimo intenso, inaspettato e catartico viaggio.
Un monologo finale che racchiude pienamente l’essenza emotiva , narrativa, e storica di questa struggente e meravigliosa pellicola .
Ci auguriamo che “L’ultimo Viaggio” di Nick Baker Monteys , non solo possa essere visto ed apprezzato dal pubblico italiano, ma che venga considerato come uno dei miglior film dell’anno .
Come scrive lo stesso Monteys nelle sue note di regia “ L’Ultimo Viaggio non è la storia del viaggio di un eroe quanto piuttosto quello di un anti eroe. Del reso come potrebbe essere altrimenti quando il protagonista è un ex ufficiale della Wehrmacht?
Eduard Leander è uno degli ultimi della sua specie, è parte di una generazione che si sta estinguendo. Insieme alla nipote Adele inizia il viaggio, alla ricerca del suo grande amore. Ma la storia di Eduard, durante il viaggio attraverso l’Ucraina, si trasforma diventando la storia del futuro di Adele..”

L’espediente drammaturgico e registico del road movie non deve ingannare lo spettatore , pensando d’assistere a un tradizionale intreccio narrativo teso a un prevedibile chiarimento familiare nella fattispecie tra un nonno burbero ed anaffettivo e una nipote scapestrata.
Infatti Monteyes rielabora con talento e creatività la teoria vichiana “dei corsi e ricorsi della storia”, ambientando questo viaggio in Ucraina, durante il conflitto civile del 2014 che devastò il Paese.
Una guerra che divise e spacco molte famiglie: da una parte i separatisti ucraini e dall’altra i filo russi, i primi accusati d’essere dei fascisti, i secondi in traditori.

Un Paese diviso e dilaniato dall’odio, come lo fu durante la seconda guerra mondiale quando i sovietici fecero scattare la controffensiva imponendo la ritirata ai nazisti , trucidandone molti ed imprigionandone molti altri nei terribili gulag.
Ciò che molti non sanno però al fianco dei nazisti si schierò il popolo dei cosacchi, stanchi di subire il dominio sovietico, e certi che con i tedeschi avrebbero ottenuto l’agognata libertà.
Se possibile, la repressione e vendetta sovietica nei confronti dei traditori cosacchi fu ancora più feroce e violenta.
Monteyes unisce, mescola, alterna il presente e il passato dell’Ucraina magistralmente rappresentato non solo dai due protagonisti Eduard ed Adele , ma anche da Lew (Tuisk)) , ucraino ma con genitori russi, che si trova nella difficile situazione di non voler prendere posizione nel conflitto che sta distruggendo il suo Paese.
Lew si sente sia russo che ucraino e non accetta questa guerra scontrandosi anche con il suo amato fratello, invece schierato con i russi.
Lew accetta d’accompagnare Eduard ed Adele in questo viaggio lungo l’Ucraina, diventando spettatore della loro storia , rimanendone colpito e soprattutto influenzato nelle proprie scelte future.
Eduard è un criminale di guerra per la storia, ma si sa, in ogni storia c’è sempre almeno un’altra diversa prospettiva per giudicare i fatti.
La vita di Eduard è stata stravolta dopo l’arrivo dei sovietici nel 45 e la sua prigionia nei gulag.
E’ tornato in Germania, si è sposato, diventato padre e poi nonno, ma dentro di sè ha combattuto forse una guerra ancora più terribile: contro il proprio cuore.
Eduard, dopo la morte della moglie, ha la necessità e urgenza emotiva, morale , profonda di “tornare” in Ucraina , stanco di dover nascondere il suo vero io, i suoi sentimenti.
Adele accompagnando, suo malgrado, il nonno in questo viaggio scopre finalmente se stessa, mettendo chiarezza nella propria vita e trovando in Uil, la persona giusta per poter pensare a una relazione che non sia esclusivamente sessuale ed occasionale .
“L’ultimo viaggio” permette allo spettatore di conoscere una parte ignota del secondo conflitto mondiale ed in particolare del versante Orientale e di prendere coscienza come i sovietici furono capaci di atrocità non inferiori da quelle compiute dai tedeschi.
Eduard è stato un nazista, ma anche un eroe per una piccola comunità cosacca , avendoli salvati dalla furia sovietica.
Eduard ha vissuto una vita senza amore, corroso dai sensi di colpa e dal dolore d’aver dovuto abbandonare il vero amore della propria vita.
“L’ultimo viaggio” trasmette vivide, intense e contrastanti emozioni allo spettatore e costringendolo a porsi degli interrogativi e riflettere sulla figura umana oltre che simbolica di Eduard.
Un travaglio emotivo ed intellettuale magistralmente interpretato dalla giovane e bravissima attrice Petra Schimidt Schaller, che regala una performance intensa, potente e di grande livello recitativo ed umano.
Petra incarna splendidamente con la sua Adele, le contraddizioni delle nuove generazioni tedesche e come esse siano preparate e predisposte sulle responsabilità storiche dei loro nonni , tristi protagonisti nel secondo conflitto mondiale.
Jurgen Prochnow si cala perfettamente nel proprio personaggio, donandogli profondità, sensibilità, e una ricchezza di sfumature psicologiche e caratteriali mai eccessive e ritondanti .
Altrettanto convincente e funzionale al racconto è il personaggio di Uil interpretato con personalità e talento da Tambiet Tuisk oltre che da una carismatica presenza scenica.
Il tragico e toccante finale del film ricorda amaramente allo spettatore quanto la storia possa tragicamente ripetersi, nonostante gli orrori compiuti, e come donne e bambini siano le prime vittime di questi cicliche follie.