Appuntamento al cinema: La Meccanica delle Ombre

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Recensioni / Eventi: La Meccanica delle Ombre

A cura di Vittorio De Agrò
Il biglietto d’acquistare per “La meccanica delle Ombre” è: Di Pomeriggio

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“La meccanica delle ombre” è un film del 2016 diretto da Thomas Kruithof, scritto da Yann Gozlan, Thomas Kruithof, con : François Cluzet, Alba Rohrwacher, Denis Podalydes, Sami Bouajila, Simon Abkarian, Daniel Hanssens, Bruno Georis.

La politica dovrebbe essere al servizio dei cittadini e lo Stato dovrebbe agire per garantire il benessere, la sicurezza e il rispetto delle leggi.
Il condizionale è d’obbligo perché ciò che dovrebbe essere naturale, scontato e logico spesso non lo è.
Esistono infatti all’interno di ogni Stato, di ogni democrazia delle strutture, organizzazioni composte da uomini che agiscono nell’ombra avendo come obiettivo di manipolare la vita democratica, ambendo a creare uno Stato nello Stato.
Quello che può sembrare lo spunto per un romanzo o film noir è invece la triste realtà di servitori dello Stato che si muovono convinti di poter agire al di la della legge.
Thomas Kruithok partendo da queste amare considerazioni con l’altro sceneggiatore Yann Gozlan ha voluto scrivere e poi mettere in scena una pellicola a metà strada tra il thriller politico e il noir, avendo come protagonista un uomo qualunque, coinvolto, suo malgrado, in qualcosa di più grande di lui.
Il film inizia portando lo spettatore in Francia all’interno ufficio in cui osserva Duval (François Cluzet), contabile riflessivo e meticoloso, costretto a rispettare vanamente una scadenza urgente per il giorno dopo, perdendo così il lavoro soprattutto a causa della sua dipendenza dall’alcool. Sono trascorsi due anni dal licenziamento e Duval fatica a trovare un nuovo posto di lavoro, trascorrendo le sue giornate senza nessuno scopo, ad eccezione della frequentazione del gruppo di sostegno degli alcolisti anonimi. Così, quando l’inquietante Clement, capo di una misteriosa organizzazione gli offre come lavoro di trascrivere delle intercettazioni telefoniche, accetta senza porre domande: rimanendo invischiato in un pericoloso intrigo che vede coinvolti i servizi segreti e le alte sfere del governo francese.
La prima parte drammaturgica del film rievoca per molti aspetti quella del fortunato (Premio Oscar 2006) ed apprezzato film tedesco “Le vite degli Altri”, essendoci soprattutto molte similitudini nella costruzione psicologica e caratteriale dei due protagonisti principali, entrambi taciturni, schivi, e soli.
François Cluzet si conferma un attore di grande esperienza, personalità oltre che di talento, calandosi in maniera credibile e naturale nel personaggio di Duval, facendo leva su un’interpretazione basata più sulla fisicità e sugli sguardi che sulle parole.
La sua performance è potente e forte quanto allo stesso tempo sommessa e di sottrazione, rivelandosi parte portante e più riuscita del film.
L’intreccio narrativo di per sé semplice, diretto, ben strutturato risultando incisivo e coinvolgente solamente nella prima parte, per diventare meno brillante, chiaro e confusionario nella seconda parte.
La regia di Thomas Kruithof è pulita, lineare, ,magari di respiro televisivo ma mostrando il talento necessario per costruire un film capace di regalare un discreto ritmo e pathos narrativo.
La partecipazione di Alba Rohrwacher è asciutta, professionale, esperta, ma senza lasciare un segnale artistico tangibile.
Il finale cupo e drammatico lascia nello spettatore l’ennesima conferma che tra l’idea di Stato e quella reale esiste, purtroppo, una netta e profonda differenza in negativo