APPUNTAMENTO AL CINEMA : “LA VERITÀ STA IN CIELO”

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Recensione/Cinema: La verità sta in cielo
A cura di Vittorio De Agrò

Il biglietto d’acquistare per “La Verità sta in cielo” è: Omaggio (Con Riserva)

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“La verità sta in cielo” è un film scritto e diretto da Roberto Faenza, con : Riccardo Scamarcio, Sansa, Greta, Valentina Lodovini, Shel Shapiro, Luciano Roffi, Tommaso Lazotti,Alessandro Bertolucci, Giacomo Gonnella, Alberto Cracco.
Il 23 giugno 1983 scomparve a Roma, nel nulla, Emanuela Orlandi, figlia sedicenne di un impiegato del Vaticano. Un caso, che a distanza di più trent’anni, non ha trovato ancora una soluzione e semmai generando sempre più misteri e dubbi sul perché di questo tragica scomparsa.
Perché fu rapita l’Orlandi? Chi ci fu il mandante di quest’operazione?
Roberto Faenza tenta di fare luce su uno dei tanti misteri italiani mettendo in scena un film di cui onestamente non se ne sentiva la necessità.
Sarebbe stato, a nostro avviso, più accattivante, utile e interessante semmai costruire una doc fiction piuttosto che affidare a Riccardo Scammarcio il ruolo complesso e mefistofelico di Renato de Pedis, burattinaio incontrastato della criminalità romana
Il caso Orlandi è infatti anche la storia dello sciagurato corto circuito tra politica e mafia e come gli interessi economici li unirono in criminoso legame.
Negli ultimi due anni il mondo ha scoperto attraverso le cronache la parola Mafia Capitale, ma come ci ricorda Faenza con il suo escamotage narrativo all’inizio del film quando la giornalista italo inglese Maria(Sansa) è mandata dal suo direttore per ricostruire il caso Orlandi, lo spettatore si rende ben presto conto quanto fossero forti e pericolosi già negli anni Ottanta i legami tra la criminalità organizzata e alcuni spezzoni dei poteri economici, politici e dei servizi segreti deviati.
Il Vaticano fu il centro nevralgico di questo legame tramite la discussa Banca dello Ior guidato dallo spregiudicato monsignore Marcinkus e dei suoi rapporti con Calvi, definito “il banchiere di Dio”e il latitante De Pedis.
Lo spettatore assiste a una versione di “Suburra” più casereccia e scolastica in cui il rapimento di Orlandi fu lo strumento per mettere pressione al Papa Giovanni Paolo II e al Vaticano affinché fossero restituiti ingenti crediti.
La ricostruzione del rapimento Orlandi e della sua successiva scomparsa e indagini su diversi piani temporali convincono poco lasciando nello spettatore solo la rabbia che un’innocente sia stata sacrificata per ignobili interessi di una lobby criminale e feroce.
La regia di Faenza è povera, priva di talento, e di modesto respiro televisivo.
Il film ha però due meriti che vanno evidenziati con forza: Il primo è di dare voce alla memoria di Emanuela Orlandi e di invocare giustizia per il dolore della sua famiglia accusando con forza il malaffare che regnava e ancora esiste a Roma.
Il secondo è di aver contribuito a far splendere nuovamente la stella di Greta Scarano, in un momento di grazia artistica. Greta si conferma un’attrice di talento, carisma e personalità oltre che di notevole bellezza. Il suo personaggio di Sabrina Minardi, fidanzata storica di De Pedis, è autentico, credibile e capace di scuotere ed emozionare il pubblico prenotando una nomination per i David di Donatello dell’anno prossimo.
Stasera mentre scriviamo questa recensione non sappiamo che fine abbia fatto l’Orlandi e probabilmente la verità sta in cielo, ma resta l’amarezza terrena di non aver trovato nessun colpevole.