CATANIA, PRESENTATO IERI “DUE REGINE ALLA CORTE DI MARTINO D’ARAGONA

Recensioni ed Eventi – Nuove Edizioni Bohémien – Gennaio 2014

A cura di Laura Maiorana

Fotografie di L.M.

3A presentate il nuovo libro scritto da Lydia Giuffrida Longo – docente in materie letterarie e ricercatrice – presso il Coro di notte del  Monastero dei Benedettini, ieri, 29 Gennaio 2014, vi erano il Vice Presidente Vicario della Società Dante Alighieri, comitato di Catania, Prof.ssa  Rosalba Galgagno; il Prof. Marcello Proietto del Dipartimento di scienze Umanistiche dell’ Università di Catania e cultore di Storia medievale e Paleografia latina ed infine Dario Stazzone, Dottore in Italianistica (Università di Catania).

<<Questo libro – intitolato “ Due Regine alla corte di Martino D’Aragona”- non parla semplicemente di due donne. Esso rappresenta un contributo alla storia delle relazioni politiche con il mondo maschile>> – ha affermato Proietto.

Il romanzo, dai caratteri storici, riguarda avvenimenti verificatisi tra la fine del 1300 e il primo ventennio del 1400.  Narra di due donne che – l’una prima, l’altra in seguito – ricoprirono il medesimo ruolo: Maria D’Aragona e Bianca di Navarra entrambe mogli di Martino I d’Aragona detto “ il Giovane”, entrambe Regine di Sicilia . Esse furono impegnate, più o meno attivamente, a reggere una Sicilia dilaniata da potentati oligarchici. Due figure contrapposte però per carattere e storia familiare. Maria D’Aragona, figlia di Federico IV  Re di Sicilia, aveva una personalità dai tratti disforici, emblema del potere monarchico alla mercé  prima del tutore, il vicario Artale Alagona, e poi, trascurata dal consorte e costretta a vivere di stenti (morì infatti precocemente).

 La Regina Bianca – seconda moglie di Martino – , figlia di Carlo III di Navarra, era pugnace, forte e concreta; svolse i vicariati con saggezza, conscia della sua doppia identità di Regina di Sicilia e di Aragona. I personaggi, anche minori, sono descritti nella loro dimensione umana. Lo scopo dell’autrice è infatti analizzare gli animi e i costumi dell’epoca attraverso una ricostruzione storica impeccabile che tiene conto di numerose fonti di rilevante importanza tra le quali spicca “Spigolature sulla vita privata di Re Martino” di Giuseppe Beccaria.

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Ispirandosi al celebre autore, Lydia Giuffrida Longo studia le debolezze umane della vita privata, fino a giungere ad una progressiva smitizzazione di queste figure nobili, potenti, comunemente poste su un piedistallo dal popolo ma che in realtà sono soggette ai medesimi moti dell’animo <<litigano, soffrono, gioiscono come qualsiasi individuo>> – ha spiegato la scrittrice – ed infine sono colpiti, anch’essi dalla “provvida sventura”. I soggetti vengono così attualizzati, riportati ai nostri giorni e maggiormente compresi.  Sullo sfondo, come ha sottolineato il Dott. Stazzone, una Catania centro del potere Aragonese e attenta alle lotte dinastiche che apre le porte del Castello Ursino e di altri innumerevoli edifici della città oggi definiti “storici”, i quali si trasformano nella cornice dell’opera.

DSC04229Durante la presentazione è stata data lettura di pochi versi di una ballata scritta da una Cantastorie dei nostri tempi –  Rosalba Muscarà – . Tra le parole riecheggiavano i nomi di Re Martino e la Regina Bianca, simbolo della sopravvivenza nell’immaginario siciliano moderno di personalità storiche di così grande pregio.

La copertina del libro “Due Regine alla corte di Re Martino”, Bonanno ed. 2013, è stata realizzata da Maria Mantegna. Invitata dalla scrittrice, al tavolo dei relatori, la pittrice ha raccontato della sua passione per il Medioevo, spesso oggetto di controversi giudizi ma senz’altro utile e prodromico rispetto ai tempi storici successivi di maggiore enfasi artistica.

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Le sue tele epico/ cavalleresche si ispirano soprattutto all’artista Paolo Uccello, autore del trittico “La battaglia di San Romano”. L’artista esporrà dal 16 febbraio 2014 presso la Libreria Mondadori in via Umberto a Catania.