Draghi: pagare interessi? una pura follia

Attualità

A cura di Enzo Coniglio
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E’ praticamente impossibile seguire e capire i fatti del giorno se non si ha una solida conoscenza dell’universo di linguaggio delle varie discipline e, in particolare, della finanza, della economia, della filosofia, delle scienze sociali e religiose, del diritto e delle relazioni internazionali e, in particolare, della geopolitica, della geoeconomia e della geocultura.

La “buona scuola”, caro Renzi, è quella che risponde a questa primaria esigenza educativa e formativa.

A titolo puramente esemplificativo, ricordiamo un fatto di cronaca.

Nell’aprile scorso,  il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, ha formalmente accusato Mario Draghi di danneggiare i risparmiatori tedeschi mantenendo i tassi sotto zero e di avere indirettamente favorito la recente affermazione del partito di estrema destra antieuropeista: “Alternativa per la Germania”.

E il cittadino ignorante – nel significato sopra ricordato – non ha fatto fatica a dargli ragione perché pensa che “gli interessi remunerano il risparmio e di conseguenza favoriscono gli investimenti  e quindi lo sviluppo… e quindi Mario Draghi ha fatto autogol e andrebbe sostituito…”  Chiarissimo, lapalissiano fino a quando il “dragoniano” non risponde.

E la risposta di Mario Draghi non poteva essere più chiara e tagliente: “La Bce lavora per tutta l’Eurozona e non solo per la Germania… La Bce non obbedisce ai politici ma alle regole imposte dalla sua Mission … Negli ultimi 4 anni, la Bce è stata l’unica a sostenere la crescita nella Eurozona, con la sua politica monetaria e ha permesso ai fondi di realizzare sostanziosi guadagni con la sua politica di acquisto di titoli di Stato”.

Draghi ha poi ricordato come l’Europa – un progetto incompiuto – cresce molto poco, la disoccupazione è a livelli altissimi e quella giovanile,  a livello  insostenibile e quindi si impongono delle politiche espansive e non certo restrittive e ha così giustificato il fatto che il 10 marzo scorso ha ridotto il tasso di riferimento da 0,05 a zero;  il tasso sui depositi da -0,30 a -0,40 e la concessione di liquidità a brevissimo termine – un giorno – (marginal lending facility)  da 0,30 a 0,25.  Ha così giustificato l’incremento negli acquisti dei titoli di Stato da 60 a 80 miliardi  e l’estensione degli acquisti ai corporate bond almeno fino al marzo 2017.  Ha infine ricordato come la mission della Bce sia quella di mantenere il livello di inflazione dell’Euro entro una forbice del 2% mentre si registra una tendenza ad unasostenuta deflazione che va contrastata.

Poi Draghi è passato al contrattacco, precisando che la causa dei tassi negativi è proprio il surplus tedesco. L’aver insistito la Germania sulla austerità durante la crisi nell’Eurozona e non aver aumentato la spesa per investimenti, ha contribuito in maniera decisiva a deprimere la domanda aggregata in tutta l’Eurozona, facendo scendere notevolmente il livello dell’inflazione e obbligando la Bce a intervenire per riportarla vicino al 2% come prevede la sua mission.

Dopo questa risposta, il nostro lettore ignorante – nel senso sopra ricordato -potrebbe essere tentato di ribaltare il suo primo giudizio e pensare che la Germania di Frau Merkel e di Wolfgang Schäuble ha fatto autogol con la ricetta del rigore e con il voler far coincidere gli interessi dell’Europa con quelli della Germania! Paradossalmente, facendo male all’Europa – e che tipo di male – la Germania avrebbe fatto male a se stessa, sia economicamente, sia politicamente. E quindi che Mario Draghi, sia il salvatore…

La diatriba non è di poco conto e investe uno dei capisaldi del nostro sistema finanziario e produttivo: la stessa funzione degli interessi in una società fondata sul capitale e, per questo, correttamente, denominata capitalistica.  Ci obbliga a riflettere se il capitale costituisce un fine o uno strumento o qualcosa di intermedio e  su quale debba essere il livello di remunerazione, cioè degli interessi.

Perché -è bene ricordarlo – interessi incompatibili con il livello dello sviluppo di una persona, di una azienda  o di uno stesso Stato, sono lesivi in ultima istanza, degli interessi dello stesso creditore, come dimostra il caso Grecia  dove, ancora una volta, l’insistenza del solito Schäuble a richiedere interessi incompatibili con quello sviluppo grazie al quale, la Grecia potrebbe ripagare i suoi stessi creditori!

Se rileggiamo la storia dei popoli, ci rendiamo conto di quante atrocità siano state commesse per difendere il “sacrosanto diritto degli interessi”, come ricordato in un mio recente articolo su questo blog.

Tutto da riscrivere e da riconsiderare? Assolutamente si ripartendo dalla educazione religiosa, dall’etica e dalla scuola, dalla buona scuola, lontana anni luce da quella imposta da un certo Matteo Renzi, Presidente del Consiglio, non per volontà di dio e neppure per volontà della nazione.