IL NOME DEL SIGNORE

A cura di don Carmelo La Rosa

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Accanto alla grandiosa cattedrale di Siviglia c’è un maestoso campanile, molto largo e alto. La base fa parte del vecchio minareto del tempo dell’occupazione musulmana. Nella parte alta c’è una scritta a caratteri cubitali che si legge benissimo dal basso.

È una frase del Libro dei Proverbi(18, 10):Torre fortissima è il nome del Signore.

È un’espressione che scalfisce la sensibilità.

È una proclamazione della forza e della potenza di Dio.

È una predica gridata dai tetti: quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti.  (Mt 10, 27)

È un annuncio incisivo ed efficace.

È la traduzione in immagine di una grande verità

La testimonianza di una grande fede.

La provocazione a una fede vera.

Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente. (Sf 3, 17).

Più potente delle voci di grandi acque, più potente dei flutti del mare, potente nell’alto è il Signore.  (Sl 93, 4)

Il Signore forte e potente, il Signore potente in battaglia. (Sl 24, 8)

Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore; mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;mio scudo e baluardo,mia potente salvezza.(Sl 18, 2– 3)

È un grande messaggio proclamare la forza e la potenza di Dio in un luogo e in un tempio attraversato da altra fede religiosa, ove il Signore manifesta la Sua gloria.

Che il Signore è forte e potente lo proclamano i campanili e le cattedrali.

Lo afferma in tutti i modi la Parola di Dio ma soprattutto tempio della gloria e della potenza di Dio che è ognuno di noi che dovrebbe proclamare ogni giorno e ogni momento la grandezza del nome del Signore.

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La nostra vita è una storia, un’esposizione della gloria di Dio.

È un vangelo aperto che lo proclama e lo annunzia.

Mi opprimevano tristezza e angoscia e ho invocato il nome del Signore (Sl 116, 3 – 4).

Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. (At 2,21)

Con l’esercizio del ministero dell’esorcismo sono sempre alla scuola della potenza e della forza del nome del Signore.

Lì imparo ad aiutare le persone a scoprire e ad approfondire il rapporto con il nome del Signore.

Nella proclamazione del nome del Signore si verificano le più grandi liberazioni.

Quando impongo qualcosa nel nome del Signore il male diventa incapace di resistere.

Se mi chiedono delle preghiere, delle formule io consiglio di chiamare, di invocare ripetutamente il nome di Gesù.

Il mio compito è quello di trasformare il male e la sofferenza in una grande scuola di preghiera.

In una scala che ci avvicini sempre più a esperienze spirituali.

A volgere lo sguardo in alto e ripetere la proclamazione: Torre fortissima è il nome del Signore.

È commovente e dà tanta gioia seguire il cammino spirituale di persone che erano perdute e sono stati ritrovate (Cfr. Lc 15, 32). Vederle trasformare anche in viso.

L’unica strada di sicurezza, di fuga dal male è il realizzare un rapporto fortissimo con il Signore che faccia passare in noi, attraverso la preghiera l’energia, la forza e la potenza di Dio.

Questa trasforma persone fragili e manovrabili in torri potenti contro il male, in rocce di resistenza e di lotta; persone disorientate e sbandate in rocce fondate sulla preghiera.

Omelia del S. Padre Benedetto

San Pietro, che in precedenza aveva rinnegato Gesù, trovandosi ora in carcere, si riscatta e dichiara che solo Cristo è “quel nome che ci salva”.

Il principe degli apostoli fa questa affermazione davanti ai capi giudei e ricorda come, proprio nel nome di Gesù, uno storpio era stato guarito. E lo fa “colmato di Spirito Santo”. Noi, infatti non possiamo confessare Gesù, noi non possiamo parlare di Gesù, noi non possiamo dire qualcosa di Gesù senza lo Spirito Santo”.

Nella curia della capitale argentina lavorava un giovane padre di famiglia, con otto figli a carico.

Si trattava di un uomo umile, privo di istruzione ma con una grande fede: prima di uscire o di compiere un atto importante, invocava sempre il nome di Gesù. “Perché dici sempre: ‘Gesù’”. “Quando io dico ‘Gesù’ mi sento forte, mi sento di poter lavorare, e io so che Lui è al mio fianco, che Lui mi custodisce”, fu la risposta del brav’uomo.

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Un uomo che “non ha studiato teologia” ma ha “soltanto la grazia del Battesimo e la forza dello Spirito”. La sua testimonianza “a me ha fatto tanto bene”, ha commentato il Santo Padre.

Se da un lato il mondo “ci offre tanti salvatori, solo il nome di Gesù è quello che salva. E se da un lato molta gente ricorre ai maghi e ai tarocchi per risolvere i propri problemi, non dobbiamo stancarci di testimoniare che Gesù “è unico” e solo da Lui arriva la salvezza.

Maria, sua madre, è la via privilegiata verso suo Figlio, come quando, a Cana, disse: “Fate quello che Lui vi dirà!”.

Affidarsi al nome di Gesù, invocarlo, lasciare che lo Spirito Santo ci spinga “a fare questa preghiera fiduciosa nel nome di Gesù”, è qualcosa che “ci farà bene”.