LASCIANDO ALLE SPALLE IL VECCHIO ANNO, BASTEREBBE UNA SEMPLICE RIFLESSIONE PER RISCOPRIRE IL GIACIGLIO CONFORTEVOLE.

La posta del cuore ( Il parere dell’opinionista) – Nuove Edizioni Bohémien – Lo Speciale di Dicembre 2013
A cura di Maria Pia Basso
5Ci avviciniamo alla fine di un altro anno. I bilanci e i resoconti ci attanagliano come mai in altri periodi, solo perché, così come accade in ogni nostro compleanno, ci sentiamo in  dovere di fare il punto della situazione di  tutto quello che ci ha resi partecipi nel corso di questi dodici mesi. Nel bene e nel male, nella serenità e nell’agitazione di giorni vissuti con trepidazione; in attesa di notizie che tardano ad arrivare o che non sono mai giunte al destinatario. In procinto di cambiare radicalmente la nostra vita, di averlo fatto o, semplicemente, di smussare gli angoli di una situazione un po’ logora per tentare di recuperarla. In questa rubrica ci siamo occupati di problemi quotidiani inerenti ad un’ attualità fruibile da chiunque. Abbiamo affrontato i temi relativi ai bambini, primo anello di una catena, all’altra estremità della quale troviamo gli anziani. Ed è ad entrambe le categorie che vogliamo dedicare un pensiero particolare in questi ultimi giorni di un anno che ci lascia, per far posto ad un nuovo signorotto che, tra poco meno di un mese, si presenterà a noi con  la sua veste nuova e scintillante.
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Avete mai osservato una persona anziana, i suoi movimenti a rilento, le sue parole a volte appena percettibili, pronunciate con la voce strozzata dall’emozione? E un bimbo piccolo che si guarda intorno chiedendosi chi sia e cosa faccia al mondo? La prima figura potrebbe paragonarsi alla fine dell’anno; la seconda, al suo inizio. Entrambe, però, eseguono la stessa sinfonia di cui rappresentano il prologo e l’epilogo,  ponendosi all’inizio e alla fine del grande libro della vita che ha come data certa solo quella iniziale.
1E’ così che l’anziano, pur rivolgendo la mente ai ricordi della sua giovinezza, si aggrappa alla sua esistenza attuale, osservandola con lo sguardo di chi implora la Vita, affinché gli  conceda altro tempo prima di riporre sul comodino il corposo libro della sua esistenza; il bimbo, invece, corre incontro ai giorni, realizzando, attimo dopo attimo, la meraviglia della scoperta e ne è entusiasta.
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In mezzo, l’adulto: distratto ed indifferente mentre sfoglia il suo libro, dalle cui pagine si fa fagocitare quasi senza accorgersene. Un adulto che corre all’impazzata. Ma verso cosa? Verso chi? Se volgesse lo sguardo al bambino che è stato e all’anziano che diventerà, renderebbe la parte centrale del suo scritto la vera nicchia presso cui trovare rifugio dalle intemperie che lo sovrastano, e creerebbe per sé un giaciglio confortevole ove rannicchiarsi per ristorarsi.
2Che l’ anno che sta per iniziare possa pertanto riscattare questa figura centrale, rendendola l’anello di congiunzione tra passato e futuro; in una sequenza di maglie strette e salde che riescano a tenere in piedi una vita a tratti svuotata di significato. Il tutto prendendo spunto dall’incessante lavorio che impegna il bimbo a scoprire l’universo e induce l’anziano a prodigarsi per rimanere desto ed operoso al fine di leggere, fino all’ultima riga, questo grande libro che è la Vita!