L’ITALIA NEL MEDIOEVO

 

…era ancora vivo il mito dell’impero visto da un presente vinto da una decadenza politica…

A cura di Mariella Di Mauro 

 

Carlo III re di Francia

Carlo III re di Francia

Com’era l’Italia nel Medioevo? Come si vedevano gli abitanti e che peso veniva riconosciuto al territorio dal mondo medievale?

L’Italia e i suoi abitanti, a onor del vero, non avevano una vera e propria fisionomia, tutto ciò era dovuto, in prevalenza, alla forte identità che il paese aveva avuto nel passato glorioso. Era ancora vivo il mito dell’impero visto da un presente vinto da una decadenza politica, un paese senza una propria espressione, senza nome, un agglomerato di territori o di città ( Milano, Venezia, Napoli…). Un paese sottoposto alle organizzazioni dei vari popoli dominatori ( goti, bizantini, longobardi, franchi, normanni) che come animali famelici gli si avventano e se lo contendono dal 410,  data del sacco di Roma,  al 1494 con la discesa di Carlo VIII re di Francia.

Roma non è più “Caput Mundi”, la penisola non è il centro dell’impero, il territorio si degrada, si inselvatichisce, il latino cede il passo ai diversi idiomi della lingua volgare.

Anche la politica è varia e variegata, il paese si frammenta agglomerandosi con poli di attrazione diversi con molteplici centri di potere.

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Il sud cade in mano bizantina, e, dal IX secolo, degli Arabi, che dopo un iniziale periodo turbolento di razzie, riescono a far attecchire scambi regolari che permettono ad Amalfi di diventare il primo centro commerciale del Mediterraneo. Oltre al commercio, poi, i Musulmani trasmettono altre nobili tradizioni, artigianali ( lavorazione della ceramica e del rame ), delle tecniche agricole ( aranceti, limoneti e metodi irrigui ), alimentari ( cuscus ), culturali, tradizioni che verranno abilmente apprese dai normanni e da Federico II. L’apporto che l’imperatore da al  sud ( è famoso, per esempio, per la costruzione di castelli ) associato, anche, allo stile gotico settentrionale degli angioini farà si che il paese diventi facile preda oltre che degli angioini, degli aragonesi, e dei Borbone.

A Roma, invece, è il papato che acquista potere, non poteva certo che essere così

dato che sin dai primi secoli era stata definita la città degli apostoli, poi, grazie alla capacità di molti vescovi, la sede del Papa e, verso l’XI secolo, il centro della Chiesa Cattolica.

Altra peculiarità rilevante dell’Italia in epoca medievale sta in un evento singolare: il nostro territorio fin dall’XI secolo si caratterizza come il paese delle “ Città “. Le nostre città sono numerose, ricche, potenti, belle più che quelle di altri paesi. In queste centri si vive una forma politica particolare, mercanti e artigiani occupano un posto di primo piano insieme ai nobili, i quali scelgono di risiedere lì anziché nei loro castelli o nei loro feudi.

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Ciò che ha determinato queste caratteristiche deve essere cercato soprattutto nella particolarità dei mercanti italiani conosciuti e apprezzati, per il loro stile, in Italia e fuori Italia. Merito principale è stata la loro capacità di spostarsi assieme alle merci, ad afferrare la giusta valutazione dei prezzi e a sapere utilizzare il tempo. Altro fattore positivo, la realizzazione di una rete commerciale con corrispondenti nei luoghi più strategici.

Altri punti a loro favore, una certa abilità nell’amministrare il denaro, unita ad una piccola cultura e quindi a saper scrivere, capacità che si rivela importantissima in questo esercizio.

Elemento specifico, infine, dell’Italia medievale è l’arte:piazze, monumenti pubblici, palazzi, fontane, ne sono la chiara testimonianza, tanto da indurre molti artisti stranieri a venire in Italia per osservare e istruirsi.