L’OTTOCENTO SICILIANO DI ANTONINO DI LETO IN MOSTRA A MARSALA

A cura di R.B.

Antonino Leto_Lo stabilimento enologico Florio a Marsala (o Fortezza sul mare o Baglio trapanese)_1865-1870, LGT

Approdano a Marsala, nelle sale del Convento del Carmine, le tredici opere di Antonino Leto riunite dalla Fondazione Sicilia nell’esposizione Un secolo, ma non si vede per celebrare il centenario della morte dell’artista siciliano(Monreale 1844- Capri 1913).

Antonino Leto_Studio per La sciabica_1887 c.a., LGT

La mostra, visitabile dal 29 novembre fino al 26 gennaio 2014 con ingresso gratuito, giunge da Palazzo Branciforte di Palermo, dove è stata esposta dal mese di maggio, ed è una pregevolissima collezione di olii realizzati nell’ultimo scorcio dell’Ottocento. Accompagna l’allestimento una selezione di documenti bibliografici e d’archivio con cui si ricostruisce l’evoluzione dell’arte del pittore, celebre per le sue vedute e i paesaggi marini popolati di pescatori e fanciulle immortalate nella calda luce del sole siciliano e colte nella semplicità dei gesti quotidiani. Fra le opere in mostra, dove insolitamente figura anche un soggetto mitologico (“La fanciullezza di Zeus”, 1877), due in particolare hanno per protagonista il territorio di Trapani: sono la “Veduta dello Stabilimento Florio” (1865-70) di Marsala e “La Mattanza a Favignana” (1887), un documento storico, prima ancora di essere opera d’arte, stupefacente per qualità formale e pathos. Tutti i dipinti appartengono alla Fondazione Sicilia.

Antonino Leto_La mattanza di Favignana_1887, LGT

Artista dalla personalità complessa e inquieta, spesso in fuga dalla Sicilia tra Napoli, Roma, Firenze, Parigi e infine Capri – che si rifugiò negli ultimi decenni della sua vita – Leto accolse nella sua produzione tanto le suggestioni giovanili di Lojacono quanto gli esiti moderni e nervosi della ‘pittura di macchia’ appresa nei suoi soggiorni fuori dall’isola.

Giungono così a Marsala opere che al territorio di Trapani sono strettamente legate. Il nuovo allestimento presso le sale del Convento del Carmine, sede dell’Ente Mostra di Pittura Contemporanea, riveste un ulteriore significato per il rapporto che legava Leto a Ignazio Florio, che dell’artista fu protettore e committente sin dalla sua giovinezza.