QUANDO IMPARARE A DIRE “VOGLIO” SIGNIFICA COSTRUIRE CON VOLONTA’

La posta del cuore: l’opinionista – Nuove Edizioni Bohémien – Gennaio 2014
A cura di Maria Pia Basso
imagesL’inizio di  un nuovo anno porta con sé desideri da realizzare e attese che si sperano non andranno deluse. Si comincia generalmente con maggiore slancio, salvo poi rallentare durante il percorso e accantonare i buoni propositi che avevano condito i primi giorni.
Sarà per noia o per abitudine, ma l’essere umano difficilmente riesce a sostenere ritmi briosi, senza farsi oscurare da pensieri e intorpidimenti vari che, immancabilmente, velano ogni gioia. Dare una spiegazione a tutto ciò non appare sempre realizzabile, né necessario.
Mettiamoci in cammino armati di volontà e voglia di fare, evitando di demonizzare oltremisura gli immancabili momenti di pausa nei quali dovremmo fare in modo di tener desta una certa curiosità verso l’universo Vita; perché non è possibile sostenere di “ non avere nulla da fare” in un mondo tanto variegato e in moto perpetuo che, al contrario, dovrebbe non consentirci affatto di vagare tra divani e poltrone, indossando comode pantofole e morbidi pigiami, con un quotidiano tra le mani letto, o meglio sfogliato, assaliti da noncuranza. Riscopriamo l’esistenza e le sue meraviglie; la gioia dei sorrisi dei nostri figli e gli atti amorevoli dei nostri cari anziani che a noi si aggrappano nella speranza di poter ancora assaporare il gusto dolce di un abbraccio o di una carezza. Volgiamo sguardi pieni di entusiasmo verso chi, al nostro fianco o poco più in là, chiede aiuto con la voce strozzata da un’emozione che fa fatica a palesarsi o non riesce proprio a comunicare un disagio per via di una dignità o di un’incapacità che non lasciano spazio alle richieste di soccorso.
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Impariamo anche a dire “ Voglio” e non: “Vorrei che le cose cambino”, perché i condizionali pongono una barriera fin troppo robusta tra noi e il fare, impedendo di compiere anche quei piccolissimi passi che renderebbero i nostri sogni realtà tangibili; ed evitiamo, in ultima analisi, di ricorrere all’alibi del “non ce la faccio, non riesco proprio”, per mascherare una mancanza di volontà, ostativa al raggiungimento di qualsiasi risultato possa far parte dei nostri obiettivi.
Prendiamoci il tempo che ci occorre per essere entusiasti dei nostri sforzi e dei risultati positivi delle nostre azioni, ma diamoci da fare!