“Southpaw – l’ultima sfida”

ultima sfida

 

Recensioni ed Eventi/Cinema

A  cura di Vittorio De Agrò autore di “Essere Melvin” e “Amiamoci, nonostante tutto”

Tipologia di biglietto: 1) Neanche Regalato 2) Omaggio 3) Di pomeriggio 4) Ridotto 5) Sempre

Il biglietto d’acquistare per “Southpaw-l’ultima sfida” è: Di pomeriggio

“Southpaw- l’ultima sfida” è un film del 2015 diretto da  Antoine Fuqua, scritto da Kurt Sutter, con : Jake Gyllenhaal, Rachel McAdams, Naomie Harris, Forest Whitaker, Rita Ora, 50 Cent, Oona Laurence.

Cosa sarebbe stato Rocky Balboa senza la sua Adriana? Cosa avremmo fatto noi senza aver sentito quel urlo lungo e romantico di Rocky  che appena  diventato campione chiama la sua donna.

Inutile girarci intorno  senza la figura forte e intensa di Adriana probabilmente Rocky non ci avrebbe  mai catturato cuore , testa e anima.

Antoine Fuqua invece decide di raccontare la storia di Rocky  3.0 senza amore anzì improvvisamente e tragicamente vedovo e di conseguenza  rabbioso di dolore e in piena elaborazione de lutto.

“Southpaw” può essere raccontato come un tentativo,mal riuscito, di raccontare la parte psicologica e intima di un pugile nel  caso specifico quella di  Billy Hope interpretato da Jake Gyllenhaal di origini umili e violente e con trascorso in orfanotrofio dove  conosce e si innamora  di Maureen(Adams),  divenuta poi moglie e mentore.

Billy  Hope è un ottimo pugile, ha una bella casa e una famiglia perfetta ,eppure Maureen lo vorrebbe fuori dal ring perché preoccupata delle dure e gravi conseguenze fisiche che i combattimenti lasciano sul corpo del marito.

Billy.  seppure restio  accetta il consiglio della moglie ed è pronto a smettere quando durante una serata di gala un litigio con il pugile rivale Escobar degenera in tragedia con la morte di Maureen  a causa di un colpo di  pistola.

Per Billy il colpo è durissimo e in poco tempo perde il titolo,la casa e soprattutto la custodia dell’amata figlia Leila (Laurence).

Il nostro eroe è costretto a ricominciare dal basso  trovando ospitalità nella spartana palestra di Titus(Whitaker) che accetta di dargli un modesto lavoro e soprattutto di allenarlo  per farlo tornare un vero pugile dandogli così l’’occasione di riprendersi il titolo e soprattutto l’affetto della figlia assegnata ai servizi sociali.

Una storia già vista e sentita in altre occasioni che non incanta e rimane piatta  scaldando ben poco lo spettatore. L’ambizione di scavare e descrivere la caduta dell’uomo prima del pugile rimane quasi  completamente inespressa e  sulla carta.

Le parti di boxe e gli allenamenti sono prive di quella scarica adrenalinica e di   partecipazione che ci si aspetterebbe.

Nonostante l’impegno, la volontà e l’indubbio talento di Jake Gyllenhaal e il suo encomiabile  trasformismo fisico che evoca il vecchio De Niro ,il suo Billy Hope non fa breccia nello spettatore rimanendo una performance senza particolari guizzi, sì molto fisica e impregnata di sudore e sangue,ma ben lontana dall’intenso e profondo  Rocky di Stallone.

Si sente l’assenza di un’idea forte e avvolgente che possa far decollare veramente il film.

Sono riuscite, ben costruite e di buon impatto emotivo le scene padre –figlia soprattutto per merito della giovane attrice Oona Laurence che ci regala una incisiva e intensa Leila rompendo una narrazione compassata e scontata.

Rachel Mc Adams appare poco, ma nel complesso lascia un segno nello spettatore per fascino e capacita scenica dimostrando che l’attrice canadese è matura e pronta per essere nomi manata per i premi maggiori.

La regia di Fuqua è ruvida, cruda, diretta però nello stesso tempo stereotipata e priva di quel mordente  necessario a regalare  incisività ed epicità al racconto anche durante le scene di boxe non riuscendo a bucare lo schermo fino fondo  anche a causa di un ritmo piuttosto sottono .

Il finale è scontato ed eccessivamente sentimentalista lasciando allo spettatore la sensazione di aver visto una brutta copia di Rocky Balboa e invogliandolo una volta tornata a casa a sentire l’amato urlo “Adrianaaaa”!.