SULLE NOTE DEI COLORI, ARCHEOCLUB AVOLA

2015-08-05 16.41.04

2015-08-05 16.41.04

Archeologia & Dintorni

A cura di Clara Artale

“Ieri, dopo pranzo, ho chiesto a mio padre di raccontarmi come ricorda l’Antico Mercato. Io sono così legata a questo posto perché a pochi metri da qui, in una casa di fronte, è nato il mio papà. Ha iniziato a narrare. Dentro la cancellata, al centro del cortile, c’era la pesa pubblica. Un piccolo cancelletto permetteva agli animali di entrare, adagiarsi sulla bilancia ed essere pesati. A volte, lui e i suoi amici d’infanzia, quando la pedana era libera e in attesa di una nuova pesata, saltavano su e si dondolavano un poco, così, per gioco. Nella rientranza vi erano dei banchi con su lastre di marmo rettangolari. Lì veniva esposto e venduto il pesce. Accanto vi erano i macellai. Nella rientranza opposta veniva venduta la frutta. In fondo, il Dazio; c’era il signor Rametta. Qui veniva pagata una tassa in base alla merce che si comprava. La sera era chiuso il mercato. Il cancello, con le sue inferriate, brillava più forte. Respingendo e catturando insieme la luce dei lampioni. Chiedo al mio papà di narrarmi un giorno in particolare; se qualche bambino avesse litigato con un altro bambino, capita spesso. I bimbi litigano per gioco e ciò mi fa sorridere. «Non litigavamo mai. Eravamo “picciriddi”, bambini, e giocavamo.» È stato bello rivivere quelle scene attraverso gli occhi di un bambino che poi, crescendo, è divenuto il mio papà. Ma avete mai notato come cambia lo sguardo di chi rivive la propria fanciullezza in un ricordo? Torna fanciullo, per un attimo. Ho immaginato il mio papà giocare in un cortile, con le anforette che mio nonno gli portava da Caltagirone. E a volte ne faceva cocci. Ironia della sorte, qualche anno dopo, i cocci li studio io…”

È  un passo di ciò che ho letto il 28 luglio scorso, in occasione dell’evento “Sulle note dei colori” organizzato dall’Associazione Culturale Archeoclub Avola, di cui sono presidente. L’Associazione ha presentato il suo evento all’interno di “Art’è Cultura MusicFest – Serate musicali d’estate”, che ha visto Salvatore Vaccarella come Direttore Artistico. Quando ho iniziato a organizzare l’evento, mentre costruivamo il suo “corpo”, non ho avuto dubbi sulla location. L’Antico Mercato, sede oggi della Biblioteca Comunale. L’emozione di vedere quel luogo illuminato, arricchito della mostra d’arte contemporanea e dal concerto di pianoforte e flauto, è indescrivibile. Lo strepitoso bene era il Chiostro del Convento Benedettino; adiacente a esso la Chiesa barocca della SS. Annunziata, detta anche della Badia. Successivamente divenne Mercato. Sotto i portici che incoronano l’ampio cortile, sormontati da un bassorilievo raffigurante lo stemma della nostra bella cittadina, si svolgeva il mercato vero e proprio. Adesso la Biblioteca regna in questo meraviglioso luogo, dove sognare è davvero semplice. La  grande Sala Lettura, dedicata a  Salvatore Rizza (1830-1895), l’architetto e ingegnere che progettò il Mercato Comunale, occupa la galleria del pesce e ha per pavimento le basole di pietra bianca. Un’altra grande sala è stata intitolata al concittadino Gaetano Gubernale, (1887-1953), studioso della storia e delle tradizioni di Avola. A Francesco Di Maria (Avola 1699-1775), studioso della storia di Avola, è stata dedicata la Sala Lettura per bambini. All’interno dell’ottocentesca galleria vi è la mostra permanente “Il Mercato e la sua gente”. La biblioteca dispone di un patrimonio librario di circa 34.000 volumi divisi principalmente nella sezione adulti (collocata nella sala “Salvatore Rizza”, nella “Sala Gubernale” e nelle sale a esse adiacenti), nella sezione ragazzi e bambini (collocata nella sala “Francesco Di Maria”) e nella sezione storia locale. Conserva altresì un patrimonio di libri antichi provenienti dal fondo dei frati Cappuccini d’Avola, risalenti agli inizi della stampa; l’Archivio Notarile mandamentale contenente Atti e Rogiti risalenti agli inizi del 1800 e l’Archivio storico comunale.

“Sulle note dei colori”, è stato un raffinato spettacolo nato dall’incontro tra un concerto e una mostra, intriso di toni musicali e note variopinte. Un viaggio del cuore che si è snocciolato attraverso le perle dell’arte Moderna e Contemporanea, nei due aspetti della musica e dell’arte visiva. È stata una gioia grande aver avuto come cornice l’incantevole Antico Mercato che per la prima volta, dopo il restauro, è divenuto “Teatro”, scena, luogo di cultura esso stesso. Contenitore e contenuto di immane bellezza. Il concerto ha visto l’esibizione della pianista Ivana Bordonaro (Direttore Artistico della nostra associazione) e del flautista Enrico Luca; hanno suonato sulle note di Debussy, Poulenc, Bartok, Ligeti e altri musicisti. Ivana e Enrico suonano insieme in duo dal 2005; si sono esibiti in diverse sale come il Katane Palace Hotel di Catania, il Palazzo della Cultura di Modica, il Teatro Greco di Palazzolo Acreide, la Biblioteca Zelantea di Acireale, il Residence “La Giudecca” di Siracusa. Hanno vinto il Primo premio in diversi concorsi, come il Concorso  Europeo di Esecuzione Musicale “Città di Campobello di Licata” e il Concorso Internazionale per giovani musicisti “G. Campochiaro”. Tra i vari brani ascoltati, quello di un compositore francese del primo Novecento, Faurè, di cui è stata eseguita la fantasia per flauto e pianoforte. Il messaggio di Fauré è tutto intimistico; scaturisce dall’interiore e tende verso la purezza dell’idea musicale. Non esclude accenti romantici e violenze passeggere.

La mostra d’arte contemporanea, curata dal pittore Marco Randazzo dal titolo “TERREM888TO”, ha visto l’esposizione dei quadri di Francesco Campisi, Marlena Carbone, Salvo Coffa-Ymoshy, Giovanni Di Giovanni, Giusy Grande, Duccio Montoneri, Federica Paolucci, Lucia Portesi e Marco Randazzo. In geofisica i terremoti (dal latino terrae motus, movimento della terra) sono detti anche scosse telluriche (dal latino Tellus, dea romana della Terra); sono vibrazioni, oscillazioni improvvise, rapide, potenti. La nostra terra conosce bene l’energia e la forza che si sprigionano da un terremoto. Più di 300 anni fa la nostra cittadina conobbe una violenta scossa della terra. Come dopo un sisma, dagli squarci dell’asfalto, questi giovani artisti vogliono far germogliare la propria arte. Mostrarla. Nove artisti, nove storie di giovani con un futuro differente, accomunati dal legame con la terra natia, Avola. Nove modi di vivere e vedere l’arte, con la passione di cui ha bisogno un paese per rinascere. La cultura è la vera via verso la rinascita.