APPUNTAMENTO AL CINEMA: Autopsy

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Recensioni /Eventi : Autopsy
A cura di Vittorio De Agrò

Il biglietto d’acquistare per “Autopsy” è: Di pomeriggio (con Riserva).

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“Autopsy” è un film del 2017 diretto da André Øvredal, scritto da Ian B. Goldberg, Richard Naing, con : Emile Hirsch, Brian Cox, Ophelia Lovibond, Michael McElhatton, Parker Sawyers.

Avviso agli spettatori: Se volete vedere al cinema “Autopsy” è consigliabile essere digiuni o al massimo aver fatto un pranzo “light” per evitare brusche conseguenze durante la proiezione.
“Autopsy” è infatti una realistica e credibile autopsia in cui lo spettatore è chiamato ad assistere insieme ai protagonisti della nostra storia.

Tommy Tilden(Cox) è un esperto medico legale e gestisce con suo figlio Austin(Hirsch) un obitorio in Virginia. Un giorno lo sceriffo del posto arriva con un caso di emergenza, il cadavere di una donna sconosciuta ritrovato in un seminterrato a seguito di un pluriomicidio. Sembra un caso come tanti, ma nel corso dell’autopsia i due professionisti vengono man mano turbati da nuove, terrificanti scoperte. Il corpo della donna è perfettamente conservato all’esterno, ma all’interno è stato smembrato e rimangono segni di cicatrici e bruciature, come se fosse stata vittima di un orribile e misterioso rituale di tortura. Mentre padre e figlio cercano spiegazioni scientifiche plausibili a queste scoperte raccapriccianti, cose sempre più inspiegabili sembrano succedere nell’obitorio.
Presentato dal materiale stampa “Autopsy” come un horror, ben presto ci si rende conto che la pellicola è qualcosa di diverso da una classica pellicola di genere.
Gli sceneggiatori con bravura e talento partendo dall’interessante ed originale idea di portare il centro della scena all’interno di un obitorio descrivendo in modo rigoroso l’autopsia di una vittima di un’inspiegabile e misterioso omicidio e creando le basi per mettere in scena un horror dalle sfumature esoteriche, sovrannaturali capace d’incuriosire e coinvolgere lo spettatore fino alla fine.
Una drammaturgia che svela volutamente poco della vita del corpo della sconosciuta ed inquietante Jane Doe, interpretata dalla bella e glaciale Kelly Olwen, che è la vera protagonista dell’intreccio narrativo, seppure in ruolo silente ed immobile, trasmette paura, fascino e mistero nello spettatore.
Il passato di Jane Doe è, forse, l’unico modo per i due protagonisti per salvarsi ed uscire vivi dall’obitorio divenuto una trappola mortale.
“Autopsy” ha un impianto narrativo snello, semplice, lineare, ma sostenuto da un costante e avvolgente pathos e caratterizzato da un buon ritmo narrativo.
Probabilmente il vero limite della pellicola consiste nella sua parsimonia e volontà di svelare l’arcana origine su Jane Doe, lasciando troppe domande senza risposta fino alla fine.
La coppia formata da Emile Hirch e Brian Cox è credibile, affiata e intensa nei rispettivi ruoli di figlio e padre, dimostrando talento, personalità e una buona alchimia personale in scena.
La regia di Andrè Ovredal è ispirata, puntuale, talentuosa e capace di costruire un film diverso dalle ultime pellicole horror visti in questi ultimi anni.
Il finale aperto, tragico e misterioso di “Autopsy” lascia presagire allo spettatore che presto avremmo notizie di Jane Doe e della sua inspiegabile morte.