Le Odi

LE ODI: MAI PIÙ, DONNA!

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LE ODI

MAI PIÙ, DONNA!

di Lorenzo Marotta

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Schiacciato sotto il peso
della furia che come grandine
si abbatte su di te, donna,
invoco umiliato
il perdono che non può darsi.
Alzo la mano
Non lo sguardo
Provo vergogna.
Non basterà il mio tempo
Per cancellare
l’offesa.
Non basterà il mio tempo
per risarcire
la dignità ferita.
Non basterà il mio tempo
per placare
il rimorso che non riposa.
Mai più, Donna!

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LE ODI: IN VIAGGIO

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LE ODI

IN VIAGGIO
di Lorenzo Marotta

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Vivo
con la fatica di esistere.
Solo
in viaggio con me stesso.
Il passo di altri compagni
dice
dello stesso respiro dell’anima
protesa
nell’impervia salita.
Avanti – ripeto –
ancora un po’!
C’è il sole
dietro la curva.
Una moltitudine è in viaggio
prima di te, degli altri.
La vita
sei tu.
Avanti
senza fermarsi.
È bello camminare … camminare…..
insieme!

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LE ODI : SI MUORE AD ALEPPO

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LE ODI

SI MUORE AD ALEPPO

di Lorenzo Marotta

 

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Non c’è vita ad Aleppo
sventrata
dai fuochi incrociati
di morte.
Non c’è pietà ad Aleppo
devastata
dal furore dell’odio
di tiranni nascosti.
Si muore ad Aleppo
spettrale cumulo di macerie.
Invano si levano
al cielo oscurato
lamenti di bambini sepolti
Invano corrono nella polvere
mani protese di aiuto.
Non c’è speranza ad Aleppo
simbolo di ferocia e crudeltà.
Si muore ancora ad Aleppo
nell’indifferenza del mondo
dorato del Potere.

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LE ODI: SI MUORE A MOSUL

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SI MUORE A MOSUL

di Lorenzo Marotta

 

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Cos’è questo scalpore
che ferisce l’aria,
questo rumore di tuoni
che trapassano i muri.
Non c’è voce laggiù
umana
solo il crepitare rossiccio
delle armi e l’agonia
per chi il sole è spento.
Si muore a Mosul,
la polvere è pesante
l’aria è satura di morte.
Danzano stuoli
di corvi
sui cadaveri infestati
di mosche e sangue.
Una tenera margherita
scampata
nello strazio indica
l’alba che si rinnova.

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LE ODI

LE ODI

A cura di Ludovico Anastasi

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E dove mi conducono,

all’alba,
le sagomate strade
come l’uomo e per mano d’uomo,
figlie della finitezza?
Scorazza la mia mente
su quegli asfalti
incontrando merli ed alberi orgogliosi di foglie in primavera.
Cerco un Salvatore
che mi rialzi
donandomi il candore di uno fra tanti, diverso fra i diversi che operano scioccati perche’ tutto ha una scadenza. Frantumate le utopie
non mi resta che rintanarmi nei ricordi di quella teoria di sguardi
con belle donne,
con occhi allora giovani e adesso stanchi,
anelanti ancora la bellezza.

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