CONFINI

A cura di don Carmelo La Rosa

lazzaro

Mi fa molto pensare e riflettere la porta che divide il povero Lazzaro dall’uomo ricco senza nome.

Io mi immagino un cancello, come quelli delle grandi ville, una barriera invalicabile  che tuttavia, impedendo l’accesso  non impedisce la reciproca visione.

Anche se fosse solo una porta, ciò che divide i due è un confine invalicabile, demarcazione netta di proprietà, separazione tra persone che se questa  non ci fosse, si scoprirebbero fratelli.

C’è invece un’ incomunicabilità assoluta perché all’esterno non arrivano neanche le briciole di quella mensa.

Forse vi arrivano soltanto le grida e le voci dei commensali ormai ubriachi che hanno perso il controllo di sé e della situazione.

Mi richiama alla mente la descrizione che fa il Manzoni ,del banchetto al castello di don Rodrigo ,  quando arriva Fra Cristoforo.

Lui che viene dalla sofferenza e dal dolore e incontra un “altro mondo” che con il profeta Amos potrebbe definire “l’orgia dei dissoluti”.

Si trovano a così poca distanza tante differenze: due continenti diversi, opposti, divisi da un semplice cancello o da una porta.

Ci si può chiedere perché tanta distanza fra due creature umane, fra due figli di Dio, forse anche fra due credenti, visto poi il seguito del Vangelo?

lazzaro1

Sorge la domanda: quanti modi ci sono di vivere la fede?

Anche l’Innominato”epulone” credeva, a modo suo, ma con una fede incapace di mettere in piedi un vero credente, di segnarlo e di illuminarne la coscienza.

Qualcuno direbbe: si tratta di una fede “ininfluente”.

Ho sentito, questa qualificazione della fede in televisione. Qualcuno affermava che per molti essere cristiani è ininfluente, non incide, non scalfisce, non cambia nulla. Alla stesso modo, di come ci si dice cristiani, si potrebbe appartenere a qualsiasi altra religione, tale fede non è necessariamente ateismo ma è sì idolatria :un “IO” smisurato ha allontanato Dio, il Dio vero e ne ha preso il posto silenziosamente cambiando all’occorrenza aspetto in ogni occasione.

Me l’ha rivelato un giovane, portato quasi di peso da me dalla mamma. Di fronte a lei, docente universitaria, mi disse: mia mamma, siccome è

da lei e lei è cattolico, si dice cattolica ma se lei fosse satanista, lei sarebbe satanista … !

Tutto si coniuga a partire dal “secondo me”, parola assolutamente antireligiosa.

Altri, come dice la Scrittura, hanno come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra (Fil 3, 19).

Vivono per il piacere dal più naturale (mangiare) fino al più pervertito, (ogni dissolutezza è accettata per provare sensazioni nuove. Tali sensazioni sono lo scopo del proprio esistere. Nasce così il culto eccessivo di se stessi, del proprio corpo, della propria genitalità, della propria carne.

Tutto il loro universo si chiude attorno al loro corpo.

il ricco

Le donne si vestono in maniera da farne vedere o  intravedere il più possibile. Sembrano dei manichini da vetrina più che delle persone umane. Gli uomini le imitano e diventano ridicoli e a volte quasi effeminati nel loro portamento che mira a farsi vedere.

C’è poi anche il culto sfrenato del denaro, al quale si lega il cuore e lo si pone al di sopra di ogni affetto, di ogni sentimento e di ogni relazione umana. L’attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali. (1Tim 6,10)

Tante fedi ma spesso ciò che ci divide è semplicemente una porta, forse anche dentro lo stesso appartamento o nella porta dell’appartamento a fianco.

Gesù è venuto per unirci, per affratellarci, per ricostruire l’alleanza distrutta fin dai primi nostri parenti ma ancora ci sono insuperabili barriere di incomunicabilità.

A volte,queste sono sottili, invisibili ma capaci di creare tanta sofferenza da ambedue le parti.

Penso anche a un’altra porta, quella della chiesa e addirittura a una semplice porticina, quella del Tabernacolo. È un nulla che ci separa dalla Divinità eppure quanta distanza, migliaia di chilometri! Gesù e noi siamo nella stessa  chiesa, e ci sentiamo in continenti diversi che non comunicano!

Come il ricco senza nome, noi ignoriamo chi sta dentro il tabernacolo. Come ignoriamo chi sta fuori della porta di casa nostra.

lazzaro 2

Spesso non ci interessa neanche. Abbiamo perso ogni sensibilità umana. La nostra vita si esaurisce da questa parte della porta, non osiamo andare oltre, varcare la soglia del nostro io individuale  per trovare nella comunione tra persone la vera nostra dimensione.