L’ ESTATE CHE FINISCE E L’INIZIO DI NUOVI RITMI

LA POSTA DEL CUORE

A cura di Maria Pia Basso

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Settembre fine dell’estate ed inizio di un nuovo anno scolastico. Timori, paure, ansie e, perché no, anche quel pizzico di spavalderia che aiuta ad alleggerire il clima pesante ed austero che accompagna i primi giorni di scuola. L’addio al mare, alle spiagge, agli ombrelloni, porta con sé animi malinconici, visi dai lineamenti contratti in smorfie al limite della commozione. Ci si saluta con gli amici delle calde sere trascorse sorseggiando una birra, un chinotto o anche un bicchier d’acqua, purché si stia insieme, inghiottiti nel vortice della leggerezza che caratterizza le vacanze. I nostri, però, nonni dicevano: “Agosto, capo d’inverno”. Ed, in effetti, l’ultimo giorno di questo mese, sarà per consuetudine o, semplicemente perché così ci si sente, voltiamo tutti pagina. Spesso le giornate invogliano ancora a far tuffi e prendere l’ultima tintarella, ma sembriamo essere vittime della fine dell’estate e non ci facciamo più caso. I ritmi rallentano e si sente il bisogno di riprendere le fila di una vita da condurre più tra le mura domestiche, che tra le strade, le piazze, i luoghi di ritrovo che ci hanno ospitati per i lunghi mesi estivi. Anzi, se anche il tempo volesse sorprenderci con una bella pioggia rinfrescante, la accoglieremmo volentieri: avvertiamo il bisogno di sentire l’odore della terra bagnata, di vedere le goccioline d’acqua poggiarsi sulle foglie degli alberi. Anche il nostro animo vuol ristorarsi e ci si distacca dai ritmi frenetici del solleone. A settembre è così. Si ricomincia a tornare tra i banchi o a varcare, per la prima volta, la soglia dell’’edificio scolastico che, per nove lunghi mesi, rappresenterà la seconda casa. Bimbi impauriti che piangono e si disperano, perché il distacco dalla madri costituisce un trauma e non solo per loro. Ma non vi è motivo di disperarsi. Confidiamo sulle mille risorse di cui sono dotati i nostri piccoli alunni e non creiamo noi adulti . ansie ingiustificate. Accompagniamoli all’asilo con la stessa gioia che anima il nostro spirito quando li andiamo a riprendere. Non li stiamo abbandonando, spieghiamolo loro con parole semplici. E’ l’ ingresso nel mondo esterno al nido confortevole che li ha protetti fino ad ora. Il primo passo che metterà alla prova la loro capacità di interagire con altri coetanei e con un adulto, differente dalla propria mamma, che di questa deve possedere dolcezza e fermezza. Di propositi, di pensiero e di azioni. I bimbi chiedono di essere guidati. Assecondiamo questa loro necessità, con naturalezza. Cresceremo insieme a loro, imparando che genitori non si nasce, ma si diventa. Se si è attenti ad esigenze e problematiche di cui il mondo dell’infanzia non è esente. Nonostante ci sia ancora qualcuno che si ostini a non pensarla così. Purtroppo.