PRESENTATA LA SECONDA SILLOGE DEL GIORNALISTA E POETA LUDOVICO ANASTASI

A cura di R.B.

Foto a cura di Francesco Marano

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“Grigiori e Scintille”. E’ il titolo della seconda silloge di Ludovico Anastasi, presentata lo scorso 3 dicembre 2013 nella sala parrocchiale della chiesa Cuore Immacolato di Maria di Acireale.
Intervenuti il relatore prof. Alfonso Sciacca, la giornalista e scrittrice Maria Cristina Torrisi, il giornalista Antonio Foti che ha coordinato l’incontro, e l’attrice teatrale Carola Colonna che ha letto alcune poesie.
A dare il via all’ incontro, dopo i saluti di Antonio Foti, la giornalista Torrisi, la quale ha fatto un excursus sull’ attività giornalistica e letteraria dell’autore, sottolineandone la professionalità e proponendo nelle sue poesie il concetto del fanciullino di Pascoli, “quel fanciullino che e’ dentro di noi e che non solo ha brividi ma lagrime ancora e tripudi suoi”.
Il prof. Sciacca ha sapientemente illustrato i concetti fondamentali del poetare di Anastasi, affermando che la sua lirica, estremamente ricca di metafora, e’ una “poesia sana” poiche’, dietro ” l’aggressione vi e’ il cuore genuino di un uomo”. Un uomo che – si confessa il poeta – desidererebbe, attraverso la sua poesia, portare agli uomini il senso di giustizia sociale, culturale e libera perche’ scevra dall’ipocrisia.<<La sensazione che ho – ha continuato a spiegare il relatore – e’ che in queste poesie i verbi, rispetto agli aggettivi ed ai sostantivi, sono di numero inferiore. E’ evidente che a Ludovico non interessa “l’azione in se” ma l’immagine. Inoltre, nella contraddizione del sacro e del profano emerge un uomo alla ricerca di Dio>>.Nelle sue poesie, magistralmente interpretate dalla voce dell’attrice Carola Colonna, emergono molti spunti di riflessione: il rapporto difficile con la propria terra, una sorta di “j’ accuse” nel contenuto umano; la palese contraddizione tra “l’io e gli altri”; il bisogno del poeta di sfogare in versi il suo pensiero; l’io che corrisponde ad una forma di titanismo e al tempo stesso di ripiego lirico e consolatorio; la funzione catartica che la poesia riveste per l’autore; i conflitti verso un passato che rammenta il rimpianto per l’infanzia, come fosse un paradiso perduto; il tormento di un uomo la cui volonta’ e’ quella d’imprimere “le orme di spirito inquieto”.