PRESENTATO “MARABECCA”, IL LAVORO DI RAFFAELE MUSUMECI

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Recensioni ed Eventi

A cura di R.B.

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È stato presentato ieri sera, nella sala stampa del Palazzo di Città di Acireale, il libro del giornalista Raffaele Musumeci, dal titolo: Marabecca.

A prendere la parola, oltre alla giornalista e presentatrice Maria Cristina Torrisi, Martina Greco che ha curato la copertina del libro ed il Presidente della casa editrice che lo ha prodotto.

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Apprezzato, il libro, di cui sono stati letti alcuni brani, rappresenta per l’autore un modo per osservare con gli occhi dei bambini i quali riescono a vedere lì dove l’ adulto non arriva. Di seguito la prefazione al testo.

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PREFAZIONE

di Maria Cristina Torrisi
Nella narrazione di Raffaele Musumeci, l’ispirazione che da forma al “racconto” è data dalla capacità dello scrittore di unire il mito della leggenda con la più antica tradizione popolare e con le più
recondite paure dell’essere umano che assiste, spesso impotente, alle incognite ed ai misteri del mondo del paranormale. Perché di paranormale l’autore tratta. Una forma che si lega al genere fantasy ma anche alla fiaba antica, quella narrata dagli avi magari attorno ad una fumeggiante conca dove, al freddo, era possibile gioire di piccoli brividi che tenevano col fiato sospeso giovani e stupiti cuori.
A farla da padrona, assoluta protagonista è la Marabecca, la strega che alberga da secoli dentro i pozzi, pronta a mangiare i bambini che vi si affacciano. Conosciuta anche con altri appellativi, come Menalonga, Vecchia del Pozzo o Mammaddau, la sua figura è antica e popola la fantasia di molti popoli. Affascinante personaggio che spaventa e che ruota intorno ad un simbolo rilevante che è quello del pozzo, dove è conservata l’acqua, sorgente di vita, che
unisce Cielo e Terra; luogo interiore da cui sgorga l’esistenza.
Nel significato più profondo, dunque, il mostro che vi alberga è la negazione della stessa vita, in una lotta eterna di bene e male, di luci ed ombre che hanno messo le loro radici da quando il mondo
è nato. Così che, gli stessi personaggi principi che ruotano intorno alla Marabecca ne diventano suoi antagonisti.
Un conto rimasto in sospeso porterà il carabiniere Sebastiano Greco ( il cui passaggio di giovane – adulto è avvenuto nei luoghi di Bellagro e Borgovetere) ad approfondire delle indagini che seppelliscono un segreto lungo 20 anni, un segreto divenuto di  proporzioni abnormi a causa di quelle arcane paure che “danno  forma” agli eventi e al contempo “danno forza” per l’incapacità degli adulti di credere nell’esistenza del male. Ma allora, Marabecca esiste realmente o no? Si nasconde dentro i pozzi oppure è solo frutto delle nostre paure? È tutto da scoprire tra Conca e Passo del Diavolo, in questo esilarante racconto fatto di pathos ma anche
di comicità allo stato puro. Una comicità genuina in cui i personaggi si incontrano e si scontrano con una amalgama persuasiva che dona alla narrazione una squisita fluidità.
Bagliori ed oscurità sono elementi costantemente presenti.
Nelle due figure femminili: Alba Raggi è colei che, perfetta in tutto, si scontra con la Marabecca. L’una spirituale, bella, coraggiosa; l’altra demoniaca, brutta, vigliacca. Così pure nei person-
aggi maschili: Sebastiano Greco si scontra col cugino Alfio. L’uno
ardimentoso nel cercare la verità, l’altro codardo.
A tessere le fila dell’avvincente racconto sono le componenti del mistero e del giallo, che vogliono il sacrificio di due bambini: Luigino ed il piccolo tedesco. Di loro, solo dopo tanto tempo, si
scoprirà la terribile fine. A questo punto, ecco che la narrazione tende ad allontanarsi dal fiabesco per immettersi nella cruda realtà di indagini eseguite anche dai Ris e da un magistrato pignolo, antipatico ma competente.
Raffaele Musumeci, in questo suo lavoro, mette in evidenza la forza della vita contro la morte. Il germoglio di un grembo di una donna dedita al suo unico e vero amore contro il luttuoso ventre
del sanguinario spirito del pozzo, così descritto dall’autore: le sue braccia erano lunghe, sproporzionate rispetto al resto del corpo e, del resto, le servivano per arrampicarsi velocemente su per la bocca di un pozzo. Lunghe, scheletriche, ossute e con le dita palmate e i lunghi
artigli neri.
All’autore non sfugge inoltre accostare al racconto il messaggio dell’importanza delle relazioni umane e, soprattutto, familiari.
Evidenzia, infatti, i vari rapporti: di coppia, genitoriale e filiale.
A fare da contorno le credenze popolari. Quelle che costruiscono alibi, alimentano e creano dubbi. Che si scontrano con il
libero raziocinio, mettendo paletti tra il mondo della ragione e quello della superstizione: il sale e gli accorgimenti scritti tra le pagine della Bibbia non sanno di vecchio ma di antico. “Ha nesciri do puzzu… . ‘nciccu ‘nciccu”. Una comunicazione di saggezza che,
nonostante l’incredulità dei tempi moderni, persiste, ramificata,
quasi fosse sacra rivelazione per pochi eletti “che sanno ascoltare” e “vedere oltre”.
Nel suo stile accattivante e coinvolgente, l’autore da prova della sua originalità nel proporre una storia che affascina e al tempo stesso trasmette una “sana inquietudine”, lasciando il lettore col
fiato sospeso, nell’attesa di una partita risolutiva che, di fatto, ben si comprende rimarrà sempre aperta, chissà se per soluzioni future.
Leggende che si sposano con la realtà di una società investigativa, volta a scoprire, ma anche a nascondere, o a non garantire onestà nello svolgimento di un lavoro che “deve essere compiuto”,
così come quello “incompiuto” di uno dei personaggi della narrazione, il sindaco Michele La Rosa.
Il racconto educa a riappropriarsi della forma antica, comunicazione semplice per garantire discernimento tra le forze del bene e quelle del male, il tutto “condito” con una prosa nuova costruita
su una chiave di lettura moderna e su un sistema immediato che giunge velocemente ai giovani: quello dei media. Così come l’autore ha più volte evidenziato nei suoi ingressi “in corsivo”, in cui – non senza un humor sottile – ha rivolto l’attenzione su qualche battuta carpita da un action film o su un personaggio animato divenuto un eroe di plastica con cui giocare.Slider-Marabecca