AD ACIREALE SI E’ CONCLUSO IL CONVEGNO “IL DIO IN CUI NON CREDO”

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Itinerari dello Spirito/Libera Teologia

AD ACIREALE, DAL 2 AL 4 GIUGNO 2017 IL CONVEGNO DI SPIRITUALITA’ DI OREUNDICI

A cura di Maria Cristina Torrisi

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“Il Dio in cui non credo”. Questo è il titolo del convegno di spiritualità di Oreundici che ha preso il via lo scorso 2 giugno nell’hotel Orizzonte di Acireale e si è concluso ieri. Una tre giorni per pensare Dio in una forma nuova, e per rispondere ai seguenti quesiti: “Come confrontarci con coloro che dicono di credere? Quali sono le immagini che si portano dentro?”.

Organizzato dall’Associazione “Oreundici” (realtà che – nata a Frascati una trentina di anni fa, su iniziativa di un gruppo di persone che si incontravano alla Messa delle ore 11, celebrata da don Mario de Maio – propone l’incontro come stimolo per coniugare la ricchezza del Vangelo con il difficile vivere nel quotidiano), l’evento ha affrontato un tema quanto mai attuale. Ospiti e relatori don Mario De Maio psicanalista; Agnese Mascetti di Oreundici; la biblista Giulia Lo Porto; la teologa musulmana (sciarazad husman-zadè) Shahrzad Houshmand; S.E.Mons. Antonino Raspanti, Vescovo della Diocesi di Acireale; P. Felice Scalia SJ e don Luca Saraceno, parroco della Chiesa Madre di Solarino.

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In merito, per Nuove Edizioni Bohemien, la testimonianza di don Mario De Maio.

Nell’ambito del convegno, ha riscosso molto interesse l’intervento dell’attesissima teologa musulmana Shahrzad Houshmand che ha trattato il tema: “Un solo Dio, mille volti”.

Ospite recentemente di un programma sui temi caldi della via del dialogo con il mondo islamico, la teologa musulmana così si è espressa: “La radicalizzazione, l’aggressività, il malessere sociale si nutrono della mal istruzione, di una mancanza di una cultura di dialogo e della pace. In questo cammino, noi musulmani, insieme a Papa Francesco, seguiamo la scia di S. Francesco che è prototipo di una pace per l’Universo, non solo con i fratelli umani ma anche con il Creato. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Siamo fatti di relazione e nessuno può salvarsi da solo”.

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Lei, nata in Iran, specialista in Cristologia Coranica e autrice di molti articoli sul tema del dialogo tra l’islam e il cristianesimo, teologa e docente di Studi islamici a Roma nella Pontificia Università Gregoriana, ha portato la sua testimonianza nell’esperienza che la vede fare parte della commissione per il dialogo interreligioso istituita da Papa Francesco. Come teologa musulmana, abbiamo chiesto cosa risponde a chi imputa al Corano le violenze fondamentaliste.

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