Due donne irlandesi in operazioni umanitarie

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La donna nella storia

A cura di Enzo Farinella

Maria Cristina Torrisi Editore e Direttore di Nuove Edizioni Bohémien

Maria Cristina Torrisi
Editore e Direttore di Nuove Edizioni Bohémien

 

 

 

 

 

 

 

 

Scrivere di guerre per un pacifista è quanto mai ripugnante. Le guerre vanno contro il diritto fondamentale alla vita. Nessuno dovrebbe usare un’arma da fuoco, sapendo che la sua azione di premere un grilletto o un bottone potrebbe causare la perdita di una sola vita umana.
Le guerre tutte sono da condannare.
Ci sono figure nel buio di un conflitto che accendono un lumino di speranza e che proiettano nuove albe radiose.
Quando queste figure sono donne, allora il cielo si tinge del rosa luminoso di un’umanità solidale, preludio di nuovi mondi.
Per questo desidero presentare la figura di due donne irlandesi al lavoro durante la Seconda Guerra Mondiale.

La prima è Delia Murphy. L’altra, Iris Origo.
Di queste due figure ne parliamo nel libro: Italia e Irlanda – Legami tra due stelle d’Europa, pubblicato da Amazon recentemente.

 

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Delia, oltre ad essere una famosa cantante irlandese e, in particolare, appassionata di ballate tradizionali del suo paese, fu la moglie di T. J. Kiernan, Ambasciatore Plenipotenziario presso la Santa Sede per la Repubblica d’Irlanda dal 1941 al 1946. L’Irlanda, dato il suo stato di neutralità, fu l’inica ambasciata di lingua inglese a Roma durante quegli anni di conflitto mondiale.
Al di là della sua passione per il canto, Delia si distinse per il suo contributo umanitario dato a prigionieri e soldati in fuga delle due fazioni. Con l’aiuto di Monsignor Hugh O’Flaherty della Curia Romana, anche lui irlandese, riuscì a salvare dall furia omicida di Kappler migliaia di prigionieri nascondendoli in rifugi sicuri, durante la Seconda Guerra Mondiale, quali una caserma della polizia, coadiuvato da un Carabiniere, benevolmente complice, o in conventi e case religiose. Anche un porporato d’eccezione che sarebbe divenuto poi Papa Montini, diede la sua assistenza in questo lavoro rischioso. In varie occasioni il Monsignore irlandese si travestì da carbonaio per non essere rinonosciuto dalle SS. Le sue imprese divennero il soggetto di un film: “The Scarlet and the Black” (1983), con Gregory Peck protagonista. La BBC gli dedicò un intero programma della rubrica “This is your Life” nel 1973. A lui vennero conferiti la prestigiosa “Medaglia della Libertà” da parte degli Stati Uniti – “per il suo infaticabile impegno a favore della libertà – e altri onori dal Canada, dall’Australia e dall’Inghilterra. Dal Governo italiano ebbe una medaglia di bronzo per valori militari e una pensione per “i servizi resi alle nostre forze in Italia”. L’allora Presidente italiano ne motivò la decorazione con queste parole: “Individuato e ricercato dal nemico, egli riuscì a compiere molte missioni belliche pericolose, fronteggiando sempre con calma il pericolo per la propria vita, rispondendo così alla sua vocazione di dedizione all’umanità e alla causa della libertà”. Anche Israele lo volle onorare con un albero piantato nel Holocaust Memorial Park a Gerusalemme per aver aiutato ebrei nella loro fuga.
Monsignore O’Flaherty incontrò perfino Kappler, mentre si trovava in prigione a Roma e pare che lo abbia anche convertito al cattolicesimo, grazie alla collaborazione con Delia Murphy.

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L’altra donna di cui vogliamo ricordare la memoria fu Iris Origo (1902 – 1988) della famiglia anglo-irlandese Cuffe di Kilkenny. Nata Iris Cutting a Birdlip (UK), fu non solo scrittrice – compilò tra altri, la biografia di Byron e la propria “Autobiografia” – ma anche una grande benefattrice che si è spesa a favore dell’umanità.
Sua madre fu Lady Sybil Cuffe e suo padre Bayard Cutting Junior, un diplomatico americano. Causa il lavoro del papà, che dovette viaggiare molto e che si ritirò dal servizio diplomatico per dedicarsi allo studio dell’Impero britannico, Iris non ebbe una fissa dimora da piccola e da adolescente. Passò molti giorni felici a Kilkenny in Irlanda con il nonno e studiò anche a Firenze, dove conobbe e sposò il Marchese Antonio Origo nel 1924. I due si stabilirono nella casa di campagna del marito, chiamata La Foce, in Val d’Orcia, nel cuore della Toscana. Alla morte del marito, Iris comprò Villa Medici a Fiesole, che divenne il luogo di incontri per intellettuali e nobili fiorentini. Fiesole era stata mille anni prima la sede episcopale dell’irlandese, S. Donato, scrittore e poeta, che si prese cura dei toscani per ben 49 anni.
Nel 1937 Iris pubblicò il suo primo libro, una biografia di “Giacomo Leopardi”, a cui hanno fatto seguito due altre biografie: “Allegra”, la vita della figlia illegittima di Byron, nata dalla sua relazione con Claire Clairmont, e “Tribuni di Roma”, la carriera del leader ribelle Cola di Rienzo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, volendo prodigarsi per un’umanità sofferente, Iris lavorò per la Croce Rossa Italiana a Roma. Piu’ tardi, rientrata in Toscana, aprì una scuola per orfani e bambini senza tetto nella sua villa La Foce, e mise in atto un’operazione coraggiosa ed eroica nell’aiutare partigiani, ebrei che sfuggivano dalle ire fasciste/tedesche e ufficiali feriti in una sua casa di convalescenza per suore sulle colline Sabine. Ha fornito loro documenti falsi con il bollo del Vaticano. Anche soldati tedeschi in ritirata sono stati da lei aiutati.
Nel dopoguerra sono apparse altre sue pubblicazioni, tra cui ricordiamo: “The Last Attachment” – l’amore di Byron per Teresa Guiccioli, tramite le loro lettere – e “The Merchant of Prato” – la vita del commerciante toscano Francesco di Marco Datini.

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Il suo lavoro principale però rimane “War in Val d’Orcia: an Italian war diary”, 1943 – 44. In esso Iris descrive il suo dramma nella Seconda Guerra Mondiale, quando “la nazione che l’aveva adottata si è trovata in conflitto con la sua nazione d’origine”, come Denis Mack Smith scrisse.

 

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La Foce è adesso un centro culturale, diretto dalle sue due figlie, Benedetta e Donata, e organizza ogni anno un festival musicale – “Incontri in terra di Siena” – che si tiene a Castelluccio.

Spendersi per l’umanità nel modo migliore alla propria condizione, come tante persone del sistema sanitario internazionale stanno facendo in questi mesi di pandemia, è da eroi ed eroine.

Enzo.farinella@gmail.com
www.enzofarinella.com