IL TERZO ASINO

Un sabato era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. Davanti a lui stava un idropico. Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse: «E’ lecito o no curare di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse: «Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole. (Lc 14, 1 – 6)

imm.2Di fronte a queste parole di Gesù sorge maestosa una domanda: se Gesù riesce a coinvolgersi nel dolore di un animale; se il dolore e la disgrazia di un animale tocca il cuore di Dio; se questo dolore merita l’attenzione di Dio e una risposta immediata, non procrastinabile; se Dio si coinvolge nella sofferenza delle creature, le più deboli e disprezzate, allora c’è salvezza e speranza per tutti. È il metodo di Dio: inizia dal basso: gli asini, i buoi e poi i bambini, i pubblicani e le prostitute…Dio promuove coloro che agli occhi degli uomini hanno poco o nessun valore perché ognuno possa sentirsi dentro la considerazione, l’attenzione, lo sguardo, le braccia e il cuore di Dio.

È un allargarsi dell’amore all’ infinito. Nessuno è escluso anzi nella capienza, nella dimensione della salvezza offerta c’è posto per tutti, a partire dai più peccatori, i più indegni, i più piccoli, coloro che agli occhi degli uomini meritano solo disprezzo, esclusione, emarginazione, coloro che sono dimenticati dagli uomini.

Ci sarà stata diversa gente a pranzo con Gesù, soprattutto persone tenute in alta considerazione dal popolo.

Eppure Gesù si accorge di un idropico che gli sta davanti, parte da lui, lo pone al centro dell’attenzione.

Non perde occasioni e non lascia problemi in sospeso e domande senza risposte anche se queste domande sono segrete, restano dentro il cuore, si fa fatica ad esprimerle.

Gesù le coglie nel profondo del cuore dell’uomo.

Solo Lui può conoscere ciò che è dentro il cuore dell’uomo e ciò che è nascosto agli uomini. imm.6

Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate agli umili.

E il caso di un povero uomo provato dalla vita viene portato al centro dell’interesse di tutti, a scomodare il perbenismo e il quieto vivere.

E il peso di quell’ uomo diventa affare, affanno religioso.

Perché questa è la costante, il metodo di Gesù: prendere un bambino e metterlo in mezzo e farne misura di fede e di religiosità, argomento teologico.

Prendere un idropico e riportare tutto a Dio.

Prendere un paralitico e trasformarlo in un problema morale: Chi ha peccato lui o i suoi genitori?

Prendere un asino o un bue e farne un caso morale, teologico.

Veramente possiamo affermare con Maria: ha esaltato gli umili.

E chi più umile di un povero asino?

Don Carmelo La Rosa