L’AMORE DI DIO

A cura di Don Carmelo La Rosa

Quello è stato il suo incontro con Cristo, come quello di Paolo sulla via di Damasco, solo a quattro anni, prodigio della bontà  divina che si rivela ai piccoli e si nasconde ai superbi e agli intelligenti.

Una signora mi ha incantato raccontandomi il suo incontro con Gesù.

Era una bambina molto discola e la mamma provava a intimorirla con minacce di castighi vari.

Se era dal medico, questi le avrebbe fatto l’operazione, l’infermiere le avrebbe fatto la puntura, la maestra     l’avrebbe bacchettata.

crocifisso 3Quando la portò in chiesa l’avvertì che il Crocifisso l’avrebbe picchiata se avesse fatto monellerie.

Lei guardò il Crocifisso e vide che era troppo buono, troppo dolce, troppo sofferente per poter compiere tale azione e subito disse alla mamma che ciò non era possibile.

Fu un attimo di contemplazione di un panorama, di un orizzonte infinito di bontà e misericordia ma le è bastato per tutta la vita.

Quello è stato il suo incontro con Cristo, come quello di Paolo sulla via di Damasco, solo a quattro anni, prodigio della bontà  divina che si rivela ai piccoli e si nasconde ai superbi e agli intelligenti.

Quanti di noi infatti possono dire di aver incontrato  il Signore, come Maria di Magdala che va per le vie del mondo gridando: “Ho visto il Signore!”crocifisso 1

Lei addirittura ha visto il Risorto, il vertice massimo della rivelazione di Gesù.

Ma è sempre un dono eccezionale incontrare, conoscere l’amore di Dio.

L’altro giorno ho posto gli occhi, per caso, sul registro dei visitatori e vi ho letto una invocazione alla Madonna per un parente “che non conosceva l’amore di Dio”.

Mi ha fatto riflettere molto, mi sono ricordato che una volta una persona amica, parlando di una terza persona, aveva affermato: “gli manca l’amore di Dio”.

Quando ci manca l’amore di Dio ci manca tutto. E chi può dire di averne abbastanza, di conoscerlo almeno quanto basta? Siamo tutti più o meno carenti dell’amore di Dio. Perciò siamo tutti poveri.

È vero che bisogna guardare e valorizzare il semipieno anzicchè il semivuoto. Ma per quanto riguarda l’amore di Dio ogni carenza, ogni “deficienza” è di troppo, è cosa molto grave.

E non c’è da guardare gli altri per consolarci perché le carenze altrui non colmano le nostre.

Teresa d’Avila gridava: “l’amore non è amato”! E Matilde di Canossa aggiungeva “Gesù non è amato perché non è conosciuto”.

crocifisso 2Non occorre una conoscenza superficiale come quella  della gran parte dei credenti in Cristo ma una conoscenza profonda, approfondita, non esteriore ma interiore, quel “rimanete in me” di cui parla Gesù.

Il “dimorare in Cristo”, prendere dimora in Lui, unificarsi in Lui.

Assumere il suo pensiero e i suoi sentimenti: “Noi abbiamo il pensiero di Cristo”.

Poggiare il capo sul suo petto come ha fatto l’apostolo Giovanni.

Far parte della sua vita: “io sono la vite e voi i tralci”.

Soffrire con lui, in Lui e per Lui: “A voi è stata concessa la grazia non solo di credere in Cristo ma anche di soffrire per Lui”.

Stare a tavola con Lui come gli apostoli nell’ultima Cena.

Mettere le mani sulle stigmate della sua passione come Tommaso.

Perdere il senso del tempo quando ci avviciniamo a Lui nella preghiera.

Respirare la Sua pace: “Vi do la mia pace”, quando si acquietano le acque agitate del nostro spirito. il risorto

E allora? Anch’io vorrei trovarmi a quattro anni saltellare spensierato sui banchi della chiesa, fin quando incontro lo sguardo d’amore del Crocifisso che capovolge l’orizzonte e le vedute della mia esistenza, per vedere tutto con gli occhi del Crocifisso, a partire da un amore crocifisso, dall’alto della Croce che fatico ad amare come compagna di viaggio.