Thank you, Mr. Rabbit

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Racconti

A cura di Enzo Coniglio

 

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Dopo aver scritto oltre 200 articoli dall’inizio dell’anno sulle atroci follie certe e accertate, compiute da quella “nobile” creatura, al vertice della scala del creato, chiamata “uomo”, permettetemi di prendermi una “vacanza virtuale” e di parlarvi di un mio caro amico del regno animale con il quale da due anni ho deciso di vivere gomito a gomito e che mi ha permesso di riconsiderare i valori fondamentali del vivere in comune: Mr. Rabbit, il mio coniglietto Piko e la sua magnifica famigliola ruminante.
Non vuole essere un racconto letterario o una favoletta di mezzo agosto da raccontare ai nipotini per allietare ed istruire, ma il resoconto di una esperienza tutta vera, nata quasi per gioco, scherzando sul mio cognome e dopo aver ribattezzato la mia residenza siciliana etnea: ” la tana del coniglio“, in località Monacella, per secoli residenza naturale di queste splendide creature di razza siciliana, piccole e veloci come una saetta e intelligenti e sensibili come poche nella scala degli esseri creati.
E naturalmente creature storicamente incomprese, decimate e declassate al rango di preda, dal “grande genio del creato, l’uomo”. Tutto vero quindi quello che sto per dirvi e facilmente verificabile se decidete anche voi di condividere qualche mese della vostra vita con Mr. Rabbit.
Innanzitutto non lo tenete in gabbia come facevano i nostri nonni perché è un essere profondamente libero in natura e non si capisce perchè debba essere ridotto inschiavitù. E’ una cosa innaturale che lo fa molto soffrire e deprimere.
Non lo isolate dalla sua famiglia naturale. E’ un essere estremamente socievole, gioioso, attivo e creativo, legato alla mamma che lo ha accolto, preparando il nido strappandosi il pelo e scavando una tana-tunnel con le sue zampette anteriori e con il suo musino, per nasconderlo e difenderlo da eventuali predatori, come è scritto saggiamente nel DNA di ogni Mr. Rabbit.
Se decidete di diventare la “sua nuova famiglia”, dovete mettere in conto di passare molte ore insieme, e di lasciarlo libero a casa vostra in una o più stanze riadattate alla sua natura, accettando tutti gli incovenienti che è bene qui ricordare.
Mr. Rabbit è un animale molto pulito e fa i suoi bisogni nella lettiera ma ha bisogno per natura di “marcare il territorio” con la sua pipì. Fargli cambiare abitudine? Perchè dovrebbe farlo? Non ci riuscireste comunque, perchè sarebbe come andare contro natura. Se lo “punite” per comportarsi come gli suggerisce il suo DNA, si intristisce, si arrabbia e si vendica, trasformando tutta la stanza in una lettiera. Se invece lo premiate con una fettina di qualcosa quando utilizza la lettiera nei primi tempi, diventerà la creatura più ubbidiente e comprensiva del creato.
Mr. Rabbit non ha ancora capito perchè l’uomo si ostini a non capire e a non seguire le elementari leggi di natura e perhè ha bisogno di comportarsi da tiranno irrazionale e autolesionista, creando gravi danni a sé e agli altri.
Mr. Rabbit, come tutti i bambini venuti al mondo, ha bisogno di apprendere esplorando con il suo olfatto e le sue zampette dotate di adeguate unghia che ha bisogno di tenere appuntite e in ordine per le sue funzioni di difesa e di scavo. E’ quindi naturale che graffi i tappeti, tenti di acciuffare e giocare con ogni oggetto che pende come le tende o che rotola come un gomitolo. Punirlo? Ma di che? Per comportarsi come gli suggerisce saggiamente la sua natura?
Provocherebbe le sue peggiori reazioni perchè orgoglioso e coerente. Adattate piuttosto le stanze in cui deve “con-vivere”, dategli dei giochi come delle palline, un tunnel e qualche altro oggetto e vedrete che non distruggerà affatto la vostra casa e diventerà un felice e simpatico membro della famiglia che vi seguirà e vi farà le fusa alla sua maniera, emettendo dei suoni con i suoi dentini e strofinando il suo corpo sulla vostra persona.
Non affidatelo ai bambini, non lo prendete per le orecchie, non lo sollevate da terra, non lo fate sedere sulle sue zampette posteriori: si sentirebbe una preda. Nel migliore dei casi, si irrigidirebbe, mugugnerebbe e potrebbe assumere un atteggiamento ostile fino a graffiare e a mordere alla sua maniera. E soprattutto, non lo chiudete in una gabbia. Lasciatela aperta e sarà lui stesso ad entrarci quando ha bisogno di avere un momento di privacy.
Se invece, vi mettete al suo livello e interagite senza manipolarlo fisicamente, diventerà il vostro migliore amico e compagno; correrà e salterà come un dannato senza creare alcun danno alla vostra abitazione. Vi seguirà e sarà veramente triste quando sarete fuori casa.
Queste sono i comportamenti elementari che ho imparato dal mio amico Pico, Mr. Rabbit e che posso riassumere in una sola frase: non siamo stati noi a creare gli esseri viventi e a dettare le leggi della natura che le regolano. Noi stessi siamo delle creature che devono rispettare le regole scritte nel DNA di ogni specie. Possiamo interagire e creare dei comportamenti virtuosi ma dobbiamo smetterla una volta per tutte di fare i tiranni, di considerarci i padroni, di imporre sofferenze enormi ad altre creature a causa della nostra protervia ed ignoranza.
E’ questo in fondo l’essenza del male e della corruttela del mondo
Mr. Rabbit mi ha insegnato a farsi rispettare, a non farsi trattare come dei giocattoli o delle prede, a difendere se stessi e i propri diritti legittimi, ma anche a intrattenere con gioia e con entusiasmo, un ricca vita di relazione con altre creature, all’interno delle regole naturali scritte nel nostro codice genetico e modificate secondo esperienze secolari.
Di questo insegnamento fondamentale, voglio dare atto con molta serietà umana e professionale e dire convinto: Thank you, Mr. Rabbit.
Dedico questo scritto ai miei giovani amici che mi seguono e naturalmente alle mie nipotine Tosca e Lucilla.