TI ABBIAMO OSPITATO

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Attualit
A cura di Antonino Leotta

 

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Ho riletto il brano del Vangelo di Matteo 25,35-40:
35.perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Leggendo il testo completo, ci rendiamo conto che Cristo prefigura il “Figlio dell’uomo” che, alla fine dei tempi, siederà sul trono per giudicare il comportamento degli uomini. Separerà i giusti dagli ingiusti. Ma, intanto, è chiaro il suo intento: educare a uno spirito nuovo di convivenza tra le persone umane. Anche in questo caso, il suo “messaggio” va all’essenza della sua missione. E’ venuto per portare l’amore del Padre e farlo vivere nella grande famiglia umana.

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In questi giorni ci si scontra sui contenuti del recente Decreto-Legge Sicurezza (convertito con modificazioni dalla L.1 dicembre 2018, n.132 e pubblicato nella G.U. 03/12/2018, n.281). Particolarmente, si dibatte sulla parte che riguarda l’immigrazione. In essa viene, soprattutto, reso più oculato il riconoscimento all’asilo politico con norme molto rigide per chi commette dei reati. Tra l’altro, la “protezione umanitaria” viene concessa per un solo anno e per tre soli motivi: protezione sociale, ragioni di salute e calamità naturale nel paese di origine. In 40 articoli vengono unificati e rielaborati i precedenti Decreti legislativi sull’argomento.
Si è subito diffusa la preoccupazione che la nuova normativa punti alla esclusione della protezione umanitaria, rendendo più difficile agli immigrati ogni accesso ai servizi pubblici. Di fatto, vengono sospese le somme in precedenza stanziate per i centri di accoglienza e si tende all’obiettivo del rimpatrio per chi non possiede i requisiti per il diritto all’asilo politico.

Ho letto i 40 articoli del Decreto-Sicurezza divenuto Legge. In esso, non vi ho trovato nessun divieto di accogliere sulla terra ferma dei migranti che soffrono in mare. Riposto qui il testo dell’Articolo 13 che stabilisce come “il permesso di soggiorno costituisce documento di riconoscimento” ma “non costituisce titolo per l’iscrizione anagrafica”. Tuttavia, viene precisato che “l’accesso ai servizi è assicurato nel luogo di domicilio individuato”. Ecco parte del testo:
Art.13 (Disposizioni in materia di iscrizione anagrafica)
Al decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142 sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 4,
1) al comma 1, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: “Il permesso di soggiorno costituisce documento di riconoscimento ai sensi dell’articolo 1, comma 1, lettera c) del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445”;
2) dopo il comma 1, è inserito il seguente: “1-bis. Il permesso di soggiorno di cui al comma 1 non costituisce titolo per l’iscrizione anagrafica ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223 e dell’art. 6, comma 7,
del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286”;
b) all’articolo 5, 1) il comma 3 è sostituito dal seguente:
“3. L’accesso ai servizi previsti dal presente decreto e a quelli comunque erogati sul territorio ai sensi delle norme vigenti è assicurato nel luogo di domicilio individuato ai sensi dei commi 1 e 2.”…
Come ho già affermato, la Legge dello Stato italiano non vieta di prestare soccorso a stranieri sconosciuti che si trovano in difficoltà tra le acque del mare. Ci troviamo di fronte, dunque, a una personale decisione presa dal Ministro degli Interni. A questo punto, mi chiedo se è in suo potere farlo. Solo paventando un ipotetico attentato alla sicurezza nazionale e, perciò, chiudendo ogni accesso ai porti. Intanto, viene alla luce, in queste ore, un traghettamento continuato con gommoni attrezzati dalla Tunisia a Trapani, gestito dalla malavita organizzata che scarica nel porto italiano gente molto sospetta impegnata nelle attività di terrorismo. E così, mentre un esiguo numero di malcapitati continua ad essere sballottato in mare, gli autentici attentatori alla sicurezza guadagnano indisturbati i nostri porti.
Certamente diversi nostri connazionali hanno provato la triste esperienza della presenza di alcuni immigrati che hanno commesso reati su persone e cose. Su questo aspetto il Decreto-Sicurezza è molto rigido. E ne prendiamo atto. Ma non si possono scaricare nello stesso calderone le sofferenze dell’immigrato e i comportamenti delinquenziali.

Sull’argomento, c’è da tenere in considerazione il fatto che ci sono delle scelte di accoglienza, in seno a diverse civiltà, che si perdono nella notte dei tempi. Se vogliamo, anche la civiltà cristiana ha un suo chiaro orientamento. E, in Italia, la civiltà cristiana ha posto la sua culla e si è consolidata lungo i secoli. E, in Italia, anche una civiltà laica ha abbracciato forme di umanità che tendono prontamente e generosamente la mano a chi si trova in pericolo di vita. Ora, mi pongo un banale interrogativo: il Ministro degli interni degli italiani è anche tenuto a tastare il posto, sentire l’orientamento della gente che egli rappresenta e governa?
Una consistente parte di italiani laici nutre la sensibilità dell’accoglienza nei confronti dello straniero in difficoltà. Intanto, ritiene di tirarlo fuori dal pericolo a prescindere dal fenomeno dell’immigrazione clandestina. Di offrirgli un rifugio e di prendersene cura. Continuando a insistere senza sosta sulla ricerca di soluzioni del problema in seno alla Comunità europea.
Ed è anche presente, in Italia, un preponderante numero di persone che credono in quel Cristo che affermava: “ero forestiero e mi avete ospitato”… E “ ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Una robusta sensibilità e un forte credo caratterizzano lo stile di vita della maggioranza degli italiani. Un Ministro del popolo italiano dovrebbe avere la sensibilità di credere nei valori dell’animo della sua gente.