UNA LETTERA DI VINCENZO BELLINI

Dagli Archivi storici Bohémien – Nuove Edizioni Bohémien – Lo Speciale di Dicembre 2013

A cura di Domenico Torrisi

(Le cartoline appartengono alla collezione privata del Prof. Domenico Torrisi)

bell5Dopo il ritrovamento, nell’archivio Bohémien, del libretto edito a Milano nel 1908 dall’Industria Grafica Italiana STUCCHI, CERETTI & C. dal titolo “Per l’inaugurazione d’una lapide a Vincenzo Bellini sulla facciata della villa Gallone in Moltrasio”, oggi, per rendere note ulteriori notizie riguardanti il “cigno catanese” si propone il contenuto di un libretto. Edito a Palermo dalla Tipografia <<Lo Statuto>> nel 893, questo libretto di F.Palazzolo – Drago ha per titolo “Una lettera di Vincenzo Bellini”.

Il contenuto, ritenuto inedito dall’autore, mette luce sui diverbi intercorsi tra Vincenzo Bellini ed il suo poeta Felice Romani in seguito all’insuccesso della “Beatrice di Tenda” che andò in scena, per la prima volta, il 16 Marzo 1833 a Venezia. Ma lasciamo al lettore il gusto di leggere il contenuto del libretto nella sua versione originale:

Fra gli autografi pregevoli che si conservano in questo Archivio di Stato(1), si annovera una lettera del divino Bellini, che ho motivo di ritenere inedita, non trovandola compresa nella raccolta del Florimo, né tampoco ricordata dallo Scherillo (2), e dallo Amore (3), che con tanto affetto si sono dell’immortale maestro occupati.

Vincenzo Bellini in una cartolina d'epoca disegnata dal pittore acese Saru Spina

Vincenzo Bellini in una cartolina d’epoca disegnata dal pittore acese Saru Spina

Essa porta la data del 6 Ottobre 1832, fu scritta in Milano e diretta a Palermo al sig. Filippo Santocanale, l’amico del Bellini, con tante altre lettere quest’ultimo ebbe a scrivere, e che sono comprese nella suddetta raccolta del Florimo.

Mi piace pubblicare la lettera in discorso, perché essa getta un po’ di luce sul dissidio che s’ebbe a deplorare un momento tra l’autore della Norma ed il suo diletto poeta, Felice Romani, in seguito all’insuccesso che la Beatrice di Tenda riportava in Venezia, ove quell’opera vedeva per la prima volta la scena il 16 Marzo 1833.

La "Norma" mensionata dall'autore del libretto F. Palazzolo-Drago, tratta dal Particolare del Monumento a Vincenzo Bellini, a Catania.

La “Norma” mensionata dall’autore del libretto F. Palazzolo-Drago, tratta dal Particolare del Monumento a Vincenzo Bellini, a Catania.

E’ noto che maestro e poeta si attribuirono vicendevolmente la colpa dell’infelice riuscita. Bellini imputando a Romani un gran ritardo nello scrivergli il libretto, Romani rimproverando al Bellini i suoi ozi da nuovo Rinaldo nel giardino di Armida. Però i sullodati scrittori hanno prestato fede piuttosto al melanconico musicista, affidandosi al candore verginale del suo amico, che non permetteva di dubitare del grido d’angoscia che ne prorompeva fino a quindici giorni innanzi che dovesse andare in scena la Beatrice. E’ noto, infatti, che proprio in quel tempo il maestro si lamentava che il poeta l’avesse ridotto così alle strette da restargli ancora  a musicare l’intero secondo atto, ragion per cui prevedeva un gran fiasco (4).

Il Romani nel supplemento al N.40 dell’Eco di Milano dell’anno 1833 dichiara che fino al Novembre dell’anno precedente Bellini non aveva ancora scelto il soggetto, e che quando il maestro venne fuori, come Dio volle, ebbe a pregarlo e ripregarlo acciò gli scrivesse una tragedia lirica intitolata “Cristina di Svezia”.

E soggiunse il poeta che avendo un bel mattino la Minerva del Bellini suggerito a costui il soggetto “Beatrice di Tenda”, il maestro gli avesse imposto il sacrifizio di lasciar da parte il cominciato lavoro per comporre il nuovo.

Una cartolina d'epoca di Saru Spina riproducente Vincenzo Bellini, la cantante Giuditta Pasta e la statua dedicata alla "Norma"

Una cartolina d’epoca di Saru Spina riproducente Vincenzo Bellini, la cantante Giuditta Pasta e la statua dedicata alla “Norma”

La lettera che noi pubblichiamo toglie il dubbio sulla quistione del cambiamento del soggetto, dubbio nutrito anche dal sullodato Antonino Amore (5). Infatti, il Bellini scrive al Santocanale che da un momento all’altro il poeta gli avrebbe mandato l’introduzione della nuova opera per Venezia, il cui argomento era la Cristina regina di Svezia, tratto da Dumas. Dunque, per questa parte il dubbio è risoluto in pro del Romani. E’ però accertato che costui non dicesse il vero in ordine al tempo, perché mentre egli nel suddetto giornale protestava che giungeva il Novembre ed il soggetto non era tuttavia scelto, e che quando finalmente il maestro venne fuori, lo pregava di comporre la Cristina nella ripetuta lettera, invece, che pur è scritta a 6 Ottobre, il Bellini parla già di aspettare l’introduzione della nuova opera concordata col poeta. Il che fa senza dubbio concludere che la scelta dovette essere fatta almeno in Settembre, dovendo certamente tener calcolo di un ragionevole intervallo tra l’elezione dell’opera e l’invio dei primi versi, avendo anche riguardo alle molte incumbenze del Romani e agl’indugi postali dell’epoca.

Miniatura di Vincenzo Bellini eseguita da M. Malibran a Londra nel 1832, lo stesso anno in cui il musicista catanese scrisse la lettera qui riportata.

Miniatura di Vincenzo Bellini eseguita da M. Malibran a Londra nel 1832, lo stesso anno in cui il musicista catanese scrisse la lettera qui riportata.

Sicché puossi ritenere che Felice Romani nel ripetuto articolo dell’Eco, posticipassi almento di un paio di mesi i rapporti realmente interceduti fra lui e il maestro a proposito della Beatrice, e comprende ognuno che colla fluidità della vena belliniana un tal periodo sarebbe stato più che sufficiente per assicurare all’opera quel trionfo che invece non poté conseguire.

Ecco la lettera:

Milano, 6 Ottobre 1832

Mio caro Amico,

con grandissimo piacere vedo sempre i vostri caratteri, perché mi assicurano del vostro buono stato. La mia salute ora non va male, poiché il braccio l’ho quasi sanato. Lunedì spero di scrivere la prima nota per Venezia, avendomi promesso il mio poeta di darmi l’introduzione. 

L’argomento è “Cristina”, regina di Svezia, tratto da Dumas; mi sembra interessante, e spero del buono, essendo nelle mani di un Romani, mio bravo e favorito poeta.

Godo nel sentire che a poche note il pubblico si commuove e gli amici mi rammentano.

Con la prima occasione manderò il “Tantum ergo” alle monacelle di S. Caterina. V’acchiudo due righe per Gallo, frattanto ricordatemi alla famiglia Ninfo, per Anna, e Monteleone maestro, coma anche a Pepe, Ottavio Pernice, Barone, Baita, con tutta la vecchia guardia.

Vi rimetto la lettere di Gallo aperta per mettervi a giorno di quanto gli scrivo e quindi in seguito prendervi voi la cura di pressarlo. Se credete di dire una parola al Duca di Sanmartino su l’affare della risoluzione del Decurionato di Catania per coniarmi una medaglia e la pensione a papà, perché egli allora mi disse che erano state spedite le carte a Napoli dalla sua segreteria con rapporto favorevole; ora mi scrivono da Napoli che queste carte non sono arrivate al Ministero dell’Interno; quindi non so a che appigliarmi; perciò sappiatemi dire qualche cosa di certo su tutto.

Ricevete o mio caro amico gli abbracci del vostro Bellini.

Sento che il vostro casino è finito, chissà quando lo potrò godere. I saluti a Dragoni il buffo. Mio cugino Belli si trova ancora a Palermo? Suo padre è stato favorito dal Direttore Serradifalco?

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L’indirizzo della lettera è il seguente:

En Sicile.

A Monsieur Philippe Santocanale a Palerme:

Bolli postali: Milano 6 Ottobre 1832, Napoli 15 Ottobre 1832, Palermo 24 Ottobre 32.

Note:

(1) Vedi Elenco delle scritture esposte nella bacheca della prima stanza della Biblioteca dell’Archivio di Stato di Palermo compilato dal Sotto-Archivista Giuseppe Travalli. Documento n.14.

(2) Note aneddotiche e critiche su Vincenzo Bellini. Ancona, Gustavo Morelli, 1882.

(3) Vinenzo Bellini <<Arte>> Catania, Nicolò Giannotta edit. 1892

(4) Vedi lettera a Florimo. n.61 della Raccolta.

(5) Vedi pagina 247 del citato volume.

Autografi e ritratti dei primi interpreti delle opere di Bellini che si conservano al Museo Belliniano di Catania

Autografi e ritratti dei primi interpreti delle opere di Bellini che si conservano al Museo Belliniano di Catania