
ATTUALITÀ
A cura di Francesco Bianco
E’ stato presentato stamane a Catania, nell’Aula Magna del Palazzo centrale dell’Università, il Centro Emir Abdelkader per la Ricerca, gli Studi Strategici e il Dialogo Mediterraneo, il cui obiettivo è quello di contribuire allo sviluppo degli studi mediterranei diffondendo una cultura di pace, rispetto reciproco e solidarietà e rafforzare la diplomazia culturale e spirituale ponendosi come ponte morale e intellettuale tra le sponde del Mediterraneo.
L’idea è nata dalla necessità di creare uno spazio indipendente di riflessione, analisi e confronto sulle dinamiche geopolitiche, sociali e culturali che interessano l’area mediterranea, sempre più centrale nei processi globali. In un contesto regionale caratterizzato da sfide geopolitiche, economiche, ambientali e sociali sempre più complesse, il Centro opera per analizzare in profondità le dinamiche che influenzano il Mediterraneo e per contribuire alla definizione di politiche pubbliche inclusive e sostenibili. Esso promuove il dialogo interculturale e interreligioso quale fondamento della convivenza pacifica e della cooperazione tra i popoli, favorendo iniziative comuni tra istituzioni accademiche, centri di ricerca, organizzazioni regionali e attori della società civile. Le sue attività abbracciano diversi ambiti di intervento: la ricerca strategica in materia di geopolitica, sicurezza e diplomazia; lo studio delle politiche pubbliche e dello sviluppo sostenibile con attenzione all’innovazione e alla transizione ecologica; la promozione del dialogo tra culture e religioni; l’analisi delle problematiche legate ai cambiamenti climatici e alla mobilità umana; la valorizzazione della memoria e del patrimonio condiviso del Mediterraneo attraverso la storia, l’arte e la cultura.
Presidente del centro è Kheit Abdelhafid, Imam della Grande Moschea di Catania dal 1997, Presidente della Comunità Islamica di Sicilia e Presidente del Centro Emir Abdelkader per la ricerca, studi strategici e dialogo mediterraneo. È inoltre Vicepresidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia e membro di diversi organismi consultivi e scientifici nazionali e internazionali.
Tra i primi che fanno parte del Centro il rettore della facoltà di teologia Università di Algeri 1, il rettore della facoltà di giurisprudenza dell’Università İzmir Smirne Turchia, Maria Elisabet Barreiro Morales, docente di Storia romana nell’Universita spagnola di Vigo, l’ex ministro della Giustizia della Palestina Ali Kashan, Paola Tudino, docente Università di Roma e Università El Quds, Emiliano Abramo, i docenti dell’Università di Catania Carlo Colloca e Souadou Lagdaf, il Presidente del Centro Studi Med MEZ Paolo Garofalo, Enzo Bianco e altri docenti e ricercatori delle università tunisina di Sfax.
All’incontro, moderato dal presidente della Comunità di Sant’Egidio Emiliano Abramo, hanno partecipato lo stesso Abdelhafid, l’Ambasciatore algerino a Roma Mohamed Khelifi, l’Arcivescovo Metropolita di Catania Mons. Luigi Renna, il medico di Lampedusa Pietro Bartolo e Giuseppe Speciale (Università di Catania).
“Ritengo che la pace abbia bisogno di piccoli passi – ha detto l’Arcivescovo Renna – e la Storia ce lo insegna. Non possiamo non sperare. Il Papa più volte ha sottolineato l’importanza di un processo che è iniziato. Se questo processo si fermasse a queste battute sarebbe troppo poco e lascerebbe uno status quo che potrebbe degenerare in futuro. Credo che il trattato sulla fratellanza di Abu Dhabi sia un punto di non ritorno, una fonte che ispira i l dialogo per noi cattolici, per i musulmani e tutti gli uomini di buona volontà”.
“Sono sempre fiducioso – ha detto l’Imam di Catania Kheit Abdelhafid – che ci sarà una fine a questo conflitto. Non c’è la pace senza dialogo. E’ lo strumento giusto perché il mondo viva in armonia. Il nostro Mediterraneo vive dei conflitti e noi abbiamo pensato occorresse fare qualcosa che i politici non sono riusciti a fare, qualcosa per fermare tutti i massacri che avvengono nel Mediterraneo. Questo Centro nasce da questa necessità”.
L’Ambasciatore di Algeria in Italia Mohamed Khelifi ha detto: “Il dialogo é una cosa fondamentale. La nascita di questo centro dedicato ad Emir Abdelkader, uomo di dialogo, in questo momento è una testimonianza della nostra idea per far fronte a queste dinamiche. Noi viviamo oggi in un mondo pieno di conflitti e di contrasti e per questo la diplomazia, il dialogo è l’unica via per far fronte a queste situazioni. Questo è il pensiero di Emir Aberkader, che ha sempre stabilito una convivenza e un dialogo tra le culture”.
All’incontro ha preso parte anche Stefania Mazzone, coordinatrice del dottorato di ricerca in Scienze politiche e delegata del Rettore per i dottorati di Ateneo.
“La cultura è pace – ha detto – e la pace è cultura. Non ci sono altre strade. L’Ateneo di Catania è felice di ospitare questa giornata. Sono qui per mostrare la vicinanza questo progetto, che mi riguarda particolarmente se parliamo di Mediterraneo e Medio Oriente perchè sono ebrea e per noi il dialogo e la comunanza umana è la strada per la pace”.
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