APPUNTAMENTO AL CINEMA

received_10155639886109690

Recensioni /Eventi: Dark Night

A cura di Vittorio De Agrò

received_10155639886109690

“Dark Night” è un film del 2016 scritto e diretto da Tim Sutton, con: Eddie Cacciola
Aaron Purvis, Shawn Cacciola, Anna Rose Hopkins, Robert Jumper, Karina Macias, Conor A. Murphy, Rosie Rodriguez, Kirk S. Wildasin.

Sinossi:
Liberamente ispirato al tragico caso del Massacro di Aurora, Dark Night ritrae sei personaggi, compreso il giovane killer, nelle ore precedenti l’attentato criminale. Sei giovani individui galleggiano in un vuoto di relazioni, ciascuno di loro potrebbe essere l’artefice del folle gesto. Le loro azioni e il loro vissuto sembrano condurli a piccoli passi verso il dramma finale, lo stesso che si consumò nel cinema Century 16 alla prima di The Dark Knight Rises (Il cavaliere oscuro – Il ritorno, di Christopher Nolan).
Dark Night è stato presentato al Sundance Film Festival, nella selezione ufficiale 2016, ricevendo una calorosa accoglienza da parte della critica statunitense entusiasta. Il film ha inoltre vinto il Premio Lanterna Magica alla 73a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Orizzonti de La Biennale di Venezia 2016.
Recensione:
Ogni qualvolta, purtroppo, quando si verifica una strage d’innocenti in una città europea i media non esitano a definirla genericamente come atto terroristico.
Se però il terrorismo si prende “una pausa” l’alternativa è presentarla come il “gesto inspiegabile e terribile” di un folle.
Come se la parola follia debba e possa giustificare un’azione criminale e soprattutto chi soffre di disagio mentale debba possedere nel proprio Dna un’indole omicida.
Il disagio psichico è un argomento così ampio, complesso, controverso che non dovrebbe essere consentito a chiunque di parlarne e pontificarne in TV o sui giornali senza averne competenza o un reale idea sulla materia.
Se l’atto folle si verifica poi negli Stati Uniti scatta puntuale anche la polemica sull’uso e incontrollata circolazione delle armi da fuoco.
Sono tragicamente in aumento gli episodi di violenza compiuti da giovani americani, responsabili di inaudite stragi scuotendo e sconcertando l’opinione pubblica internazionale.
Per comprendere meglio l’urgenza artistica e narrativa del regista Tim Sutton nell’ affrontare questo caso di cronaca nera, lo spettatore legga con attenzione l’accurato e dettagliato riassunto dei fatti scritto dal bravo ufficio stampa del film:
“Il 20 luglio 2012, all’interno del cinema Century 16 di Aurora, in Colorado, alla prima del film The Dark Knight Rises di Christopher Nolan, durante la proiezione di mezzanotte, si verificò una sparatoria. Un giovane uomo armato, vestito con un abbigliamento militare, lanciò granate di gas lacrimogeni contro il pubblico e sparò agli spettatori con diverse armi da fuoco. Dodici persone persero la vita e altre 70 rimasero ferite. Dopo il massacro della Columbine High School nel 1999, quello di Aurora fu l’attentato che causò il maggior numero di vittime in un’unica sparatoria sul suolo statunitense, fino a quella avvenuta nella scuola di Sandy Hook il 14 dicembre dello stesso anno. Da quello di Aurora fu l’incidente che causò più vittime in Colorado. Il killer, il ventiquattrenne James Eagan Holmes, fu arrestato vicino alla sua auto fuori del cinema la sera stessa del massacro.
Holmes sparò 76 colpi nella sala. Uccise 10 persone sul colpo, mentre altre due persero la vita in ospedale nelle ore successive. Tra i deceduti vi furono molti ragazzi giovani e una bambina di 6 anni. Tra i feriti, che riportarono gravissime conseguenze, anche una donna incinta, rimasta poi tetraplegica, perse il proprio bambino dopo una settimana dalla sparatoria.
La polizia giunse sul posto in 90 secondi. Circa 15 minuti dopo l’attentato, sul retro del cinema, Holmes fu arrestato vicino alla sua auto, senza che questi opponesse alcuna resistenza. Inizialmente Holmes era stato scambiato per un altro ufficiale di polizia a causa del suo abbigliamento. La polizia dichiarò che al momento dell’arresto il killer era calmo, aveva i capelli tinti di rosso e disse di essere “Joker”.
Dai dettagli contenuti nel taccuino di Holmes, rinvenuto in una cassetta della posta universitaria indirizzata alla sua psichiatra Lynne Fenton, è emerso che Holmes era insoddisfatto della sua vita, frustrato per la ricerca di un lavoro e oppresso da problemi di salute, nonché ossessionato dall’idea di uccidere già da dieci anni prima dell’attentato. Nel taccuino erano contenuti anche alcuni dettagli relativi alla pianificazione della sparatoria. Diversi psichiatri, nominati dal tribunale e chiamati a testimoniare, hanno dichiarato che Holmes era malato di mente, affetto da disturbi schizo affettivi, ma in grado di intendere e di volere al momento dell’attentato. L’appello per la clemenza è stato dunque respinto il 3 agosto in base al presupposto che fattori attenuanti come la malattia mentale non hanno prevalso su fattori aggravanti come il numero di vittime nel massacro.

Holmes è stato condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale il 7 agosto dopo che i giurati non hanno raggiunto una decisione unanime sulla condanna a morte. Al termine dell’udienza del 26 agosto, Holmes è stato condannato formalmente a dodici ergastoli senza condanna a morte e ad un massimo di 3.318 anni in più per tentato omicidio e possesso di armi da fuoco.”

Tim Sutton non ha voluto ricostruire quella notte di paura e morte, né mettere la violenza gratuita e brutale al centro della scena come spesso è accaduto in analoghe pellicole su tale argomenti. Bensì il giovane regista ha sottoposto allo spettatore una sua personale quanto incisiva rappresentazione delle ore precedenti alla strage con protagonisti sei personaggi, sulla carta, tutti potenzialmente “adatti” a ricoprire il ruolo del killer.
“Dark Night” ha il merito d’evidenziare come la noia, l’alienazione sociale, la disoccupazione giovanile e la crisi economica possano diventare il terreno fertile per trasformare una persona normale in un folle.
Lo spettatore segue le vite di questi sei personaggi, assorbendo la loro rabbia, solitudine e distacco da una società insensibile ed incapace d’aiutare chi si trova in difficoltà.
“Dark Night” certifica l’assenza e disinteresse delle istituzioni americane verso le nuove generazioni, le quali abbandonate a sé stesso, si illudono di trovare una forma di riscatto e fuga dalla desolante realtà immergendosi nell’effimero mondo dei social o sperando di trovare uno spazio nel cinico mondo dello spettacolo.
“Dark night” trasmette volutamente allo spettatore sensazioni d’angoscia ed oppressione, spingendolo quasi all’esasperazione emotiva durante la visione.
“Dark night” è un film “disturbante”, surreale, ripetitivo sul piano drammaturgico, eppure Sutton con uno stile registico originale e spiazzante riesce a catturare l’attenzione ed interesse del pubblico fino alla fine della proiezione.
Uno dei punti di forza di “Dark night” è sicuramente l’intensa ed avvolgente colona sonora firmata dalla cantante Maica Armata, che in alcuni momenti diventa la vera protagonista della pellicola accentuandone pathos, cupezza ed anticipando l’imminente tragedia
“Dark Night” non è una visione “facile” o magari d’ immediata comprensione, ma resta una pellicola quanto mai indispensabile da vedere soprattutto come forte e chiaro monito per i giovani, affinché non si ripetano analoghi casi.
JAMES EAGAN HOLMES prima di diventare uno spietato assassino, era un ragazzo come tanti altri, e sarebbe folle quanto stupido non ammetterlo e liquidando la sua storia come qualcosa di lontano e distante dalla nostra vita ed affanni quotidiani.

Tags: