I PASSAGES E LA MODERNITA’ DI WALTER BENJAMIN

Recensioni ed Eventi – Nuove Edizioni Bohémien – Edizione Speciale Marzo 2014

A cura di Laura Maiorana

DSC04262La sala del Refettorio del Palazzo della Cultura a Catania è stata ieri, 19 Marzo 2014, sede della lettura dedicata  ai “Passages” parigini ritratti dallo scrittore e  filosofo Walter Benjamin. L’attenta analisi dei frammenti letterari dell’autore è stata condotta dal Dott. Carmelo Tramontana, appartenente all’associazione degli Italianisti. L’evento si inserisce in un ciclo di incontri organizzati dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania – per il quale era presente il Prof. Massimo Schilirò –  e dall’Assessorato ai Saperi e alla Bellezza condivisa del Comune di Catania. La rassegna è costruita intorno al tema “Figure di Città”,  come a voler guidare il pubblico in un virtuale viaggio nelle città, protagoniste di tracce letterarie e testimoni del tempo. La tappa di questo itinerario così abilmente tracciato – questa volta – è la Parigi che emerge dai  Passagenwerk , un’opera incompiuta – sostiene Tramontana – un labirinto magmatico che coinvolse Benjamin per 13 anni sino alla sua morte avvenuta nel 1940. Questo enorme insieme di “illuminazioni caotiche con lampi di luce accecanti” esprimono con chiarezza la dimensione del tempo moderno per lo scrittore. Parigi è simbolo, capitale del XX secolo e specchio del mondo: un varco temporale che segna il passaggio  alla modernità, divenendone fucina. Mappa, simbolo dell’orientamento e il labirinto, suo opposto sono le immagini predominanti. Il progresso e il suo significato sociologico si esprimono su un piano urbanistico dettagliato. L’autore è profondamente affascinato, infatti, dall’incredibile opera di ristrutturazione della città, effettuata dal Barone Haussmann, su ordine di Napoleone III, attraverso la quale venne sventrata la Parigi medievale, fatta di piccoli vicoli  per trasformarla in un luogo in cui “un esercito può liberamente muoversi in armi”, fatto di ampi boulevards in cui la razionalizzazione rientra in un piano di controllo. Questa è modernità : Benjamin raffigura un enorme Panopticon – afferma il relatore – in cui tutto sia visibile al potere.  Moderni sono anche i Passages, le gallerie che rappresentano un salto epocale nella vita dell’uomo. Esse sono strutture in vetro con armature in ferro che nascono intorno al 1700  e chiudono lo spazio di cielo tra due vie. L’aspetto più accattivante consiste nella loro funzione, ai lati si trovano negozi incantevoli , contenitori del vero mito del progresso: la merce.

Il “Flâneur” di Baudelaire, compie una traiettoria casuale : non sapendo come spendere il suo tempo lo perde immergendosi in una miriade di frivolezze.  I passages sono un cortocircuito tra  spazio privato e pubblico, non hanno la funzione aggregante e comunitaria tipica della piazza, in realtà l’individuo che li percorre ha gli occhi puntati sul suo oggetto del desiderio, la merce. L’andare in giro senza meta è un nuovo modo di vivere la città. Il rapporto tra la merce  e l’uomo è un rapporto felicistico che soddisfa i desideri, di fatto però il prodotto finale e commercializzato è privo del suo significato intrinseco di sofferenza e dolore che in chiave marxista si colloca nel binomio capitale- lavoro concepito sfruttamento.  “Il labirinto è  la via giusta per chi arriverà comunque in tempo alla meta” : il  disorientamento non impedisce di giungere in un luogo che è ovunque e che è rappresentato dal mercato. E come nella Babilonia della genesi, l’uomo che distoglie la mente dalla volta celeste credendosi pari al Creatore, finisce con l’essere condannato alla dispersione e alla separazione dai suoi simili . Secondo il Dott. Tramontana, Benjamin tiene in considerazione l’esperienza biblica nella sua visione urbanistica della modernità. I cittadini si disperdono in individualità isolate, in cerca della vetrina che esibisce prodotti per consumatori. A questo punto il ruolo dell’intellettuale non è quello di recuperare le macerie del passato –  l’angelo della storia è infatti proiettato  verso il progresso sospinto dal vento, seppur con lo sguardo rivolto indietro – bensì quello di testimoniare l’illusione che si insinua nel moderno artificiale. Il passages filtra la luce e non lascia intravedere le stelle, l’uomo del Novecento perde il senso dell’eterno, di un piano superiore nel quale è iscritto e che in realtà dovrebbe sforzarsi di ricercare. Nella letteratura e nel mondo attuale la città è sparpagliata, non esiste più, si identifica col tutto come si evince nel libro “Cosmopolis” dello scrittore americano Don De Lillo,  la realtà tuttavia viene vissuta da filtri quali i vetri di un’auto o gli schermi televisivi che mostrano l’ambiente in cui l’autore è immerso pur non prendendovi parte. L’uomo è spesso il Flâneur de “La  Grande Bellezza “ di Sorrentino. Le città mutano la loro forma,  rispecchiando  l’immagine dell’uomo. Che ruolo quindi assegnarle?  Il ciclo di letture il cui prossimo appuntamento si terrà giorno  11 Aprile alle 17:15 aderisce all’iniziativa permanente “Libero scambio” che, grazie alla referente Francesca Vinci e i suoi collaboratori presso il Comune di Catania, permette lo  scambio di libri usati per favorire l’accesso alla cultura in collaborazione con il Rotary Club Catania est.