Il Castello del Belvedere di Fiumedinisi

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Diario di un viaggiatore

A cura di Anna Pennisi

Foto di Gaetano Scarcella

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“Voglio vedere un castello!”, “andiamo!”.
Può cominciare così una magica avventura. Cosa mi serve? Scarpe comode, zainetto, acqua. E poi? Niente, voglia di evasione. Ed allora fai finta di essere un turista straniero e ti immergi in una delle bellezze della Sicilia. Si, lo sappiamo, di bellezze ce ne sono tante, in Sicilia. Si, sappiamo benissimo che potremmo vivere solo di questo, in Sicilia. Si, sappiamo benissimo che la nostra è una terra ricca di contraddizioni, la Sicilia. Ma tralasciamo questi punti oggi. Occupiamoci di noi.
Immergersi nella bellezza vuol dire camminare dentro se stessi. Ad ogni pietra sfiorata, ad ogni piccola vetta conquistata entriamo dentro il nostro animo.
Il Castello del Belvedere di Fiumedinisi. Arrivati in macchina fino al parco suburbano di Nizza (di Sicilia!), alzo gli occhi e mi rendo conto che il castello sembra davvero lontano! Non ce la farò mai, penso… ed invece, zaino in spalla e tanta voglia di farcela. Lasciarsi alle spalle i sentieri e le aree attrezzate è quasi un togliere, un sottrarre che però ti arricchisce. Natura selvaggia, rovi, ferite sulle gambe scoperte. Una spina sul dito, le pecore. La salita sempre più ripida. La bellezza di un tempo andato sublimata dalla natura che irrompe forte e rigogliosa. La mano che ti aiuta a salire. Il brivido del vuoto dietro. La fatica e la gioia.

 

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La fortezza è ancora imponente. Il tentativo di recupero fatto si sposa perfettamente e dolorosamente con l’essenza della Sicilia “bedda”.
E che si fa arrivati in cima? Ti godi il silenzio della natura, la pace interiore. Fuga dalla vita ritornando alla vita stessa.
Un panino sulle mura del castello. Gioia pura.

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