LE ODI DI LUDOVICO ANASTASI: “in quest’ altra notte di Passaggio”

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LE ODI

A cura di Ludovico Anastasi

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E in quest’ altra notte di
Passaggio
Ai confini dell’ anno
Nuovo
Solo io posso dirti che ti
Amo
E per davvero ché
Saranno
Le stelle a dirlo, le
Sovrane
Di un cuore mai
Arreso
E che ha un certo
Modo a ripetere
Ti amo.
28 dicembre 2024

E l’ ineguagliabile richiamo di un
Traguardo
Mai raggiunto e che per spietato
Fato
Sto perdendo, lo lascio a quel
Caso
Che di tanto mi conosce e anche
Troppo.
E il bello è che non tanto mi
Dispiaccio. O forse devo?
Inverecondo
Girare attorno ad un patto gi
Stabilito
Chiaro e tondo. Ed è questo il mio
Supplizio.
28 dicembre 2024

E zummiamola bene questa
Apertura all’ angolo della
Nottata
Nei nascosti buchi della
Vita
Nelle pressanti defaillance della
Memoria
Negli arguti pensieri della
Laida
Sempre in agguato, sempre più
Scaltra
E ardita nel lusingarti che è gi
Cosa
Fatta e pienamente stabilita con
Divina
Firma. E calma, e quiete, e requie
A Controprova.
E in contropiede piglia tutti la
Stolta.
Sempre la stessa storia, sempre
La stessa favola.
E qualcosa di insoluto sempre
Resta.
29 dicembre 2024

E sia vero o no la
Silhouette
Della mia grazia
Voluttuosa và per
La tua via.
Di me ripesco lo
Charme
Di una volta con
Capelli e barba
Nera.
Ora che la barba è
Bianca
Sia per grazia
Ricevuta
Lo spalancarsi della
Tua porta.
29 dicembre 2024

E sì! E così faccio scorta di
Memoria
Nell’ ultima Domenica
Decembrina.
Datemi un capiente cesto dove
Riporla.
È vecchia e stanca e sa anche di
Muffa.
Ma perché del nuovo anno c’è tanta attesa?
Ci si scorda che la storia è sempre quella.
In linea retta a se stessa uguale.
Un’ altro Natale è già andato via.
E potrà Lui, infagottato nella Sua
Onniscienza,
Mai cambiare Idea?
29 dicembre 2024

E in quella stretta e per
Met
Assolata via inseguo la
Mia ombra.
Fuga
Dal pomeriggio o di
Chissà cosa verso
Sera
Dentro mi mugugna.
E mai che mi domando
Se sono io la vera
Lagna.
29 dicembre 2024

So che non mi ami.
(almeno credo). E
In quell’ almeno sta
L’ apertura alla
Speranza.
In me risiede Amore
E Desiderio.
Vorrei posarti in quel
Deserto
Tutto nostro.
E non per nascondiglio,
Ché nascondere un
Amore
È disumano.
Ma se preferisci un
Campo in fiore io ti ci
Poso.
In virtuosa metamorfosi
Potessi starti accanto
Come un dono.
Di me, a te, il leggiadro
Lascito.
29 dicembre 2024

E se a settant’anni la
Margherita
Ancora sfoglio è ché
Dolce adolescente
Sono
E magari illuso.
Ma, come allora,
Indomabile e barbaro
Guerriero.
Tu lascia fermentare
L’ insinuante fremito.
Dentro me sta lo
Sconquasso.
E più ancora fremo
Nel chiederti
Perdono.
29 dicembre 2024

E aspettiamo il nuovo
Anno
Con la nostra vecchia
Supponenza
Ripetivi saccenti della
Storia.
E sarà, appunto, la stessa
Cosa,
E noi, poveri figuranti di
Una Commedia
Tragica.
30 dicembre 2024

E per costruire una
Storia
Vera, occorre un
Grande senso di
Travaglio.
Una dimensione
Arguta oltre lo
Spazio.
Oltre la ciclicit
Numerica
Delle ore.
Se l’ anno vecchio
È già passato a me
Restano
I battiti del cuore.
Sempre quelli. E
Non ho un
Centesimo
Da donare ai cuori
Innamorati.
31 dicembre 2024

E se l’ anno nuovo
Richiedesse un
Rinascimento,
Io in te lo trovo.
Iperbolico sogno
Irrealizzato.
Nel divenire del
Sogno
Stesso, di te farò
Un porto
Dove l’ approdo è
Sogno immenso
Con la barca a
Sette vele o col
Naviglio.
Il fine giusto
Della notte
Ultima dell’ anno.
Non uno scopo
Come un’ altro.
Il Fine sei tu,
Dolce e
Immenso.
Insondabile e
Misterioso
Come il cielo
Delle stelle
Innamorato.
31 dicembre 2024

E dal Custode attingo
Il delicato monito di
Non cadere in fallo.
Caldeggio un
Rinsavimento. Non
Dormo causa il castigo
Inespiato.
Vige ancora la legge del
Contrappasso.
Ma se ti penso è fatto
Pienamente umano.
Ma tu non vuoi e neanche
Il Cielo.
31 dicembre 2024

Alberi si ergono verso il
Cielo,
In segno di preghiera e
Voto.
Felice connubio con i
Fiori che da solo
Immagino
Giacché siamo in
Inverno.
E questo di tanto
Abita
I cuori nel turno
Del nuovo anno.
Certo non vi sono
Farfalle in volo,
Consustanziale
Sogno.
L’ ubi consistam
Dei giorni legati al
Fato.
Ma se sono
Trinitariamente
Buono,
Io quella coccinella
Anelo.
Tripudio di
Primavera in pieno
Inverno.
31 dicembre 2024

E del trucco e parrucco
Che facciamo al nuovo
Anno
Nello spiccare il volo
A speranze ardite,
Inaudite al Cielo, non si
Cada nel vuoto in cui da
Sempre navigo.
Con la barca a sette vele
O col naviglio, ci sta un
Oceano Immacolato e
Insuperbito
Dal Ribelle che ancora
Sono.
Rivoluziono il tempo e
All’ incontrario.
E m’ affatico e sfianco
Nell’ inseguirti tra queste
Onde.
E sei tu l’ innavigata Onda,
Colei che bramo.
Io solo il garrito di un
Gabbiano,
L’ irresistibile richiamo che,
Lentamente và scemando.
31 dicembre 2024