Oblitus obliviscendus. La riscoperta dello studioso e scrittore acese Riccardo Di Maggio.

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Attualità/Per non dimenticare

A cura di Maria Cristina Torrisi

Oblitus obliviscendus. La riscoperta dello studioso e scrittore acese Riccardo Di Maggio. E’ questo il titolo del libro presentato ieri, venerdì 30 ottobre2015, nei locali della Biblioteca Parrocchiale di Guardia (Via Sperlinga), curato e coordinato dalla compianta prof.ssa Pinella Musmeci, nel suo lavoro di ricerca avviato con assoluta dedizione.

L’intento è stato quello di mettere in luce, attraverso un certosino percorso di recupero voluto dalle figlie e, soprattutto, da Antonella, una figura di spicco per il territorio: il prof. Riccardo Di Maggio, uomo di grande cultura, la cui vocazione alla scrittura ne segnò tutto il percorso intellettuale.

<<Si tratta di una pubblicazione – scrisse di lui la prof.ssa Musmeci nella prefazione al testo -, invero assai breve, che tuttavia presenta in nuce il ricordo dell’uomo, dello studioso, il suo stile di vita e di pensiero, la sua opera di ricerca pedagogica ed educativa>>.

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20151030_190100_resized_1All’interno dell’opera una testimonianza autorevole del chiarissimo prof. Mineo sull’atmosfera culturale in cui il Di Maggio si formò ed espletò la sua attività di insegnante e di studioso, una scelta antologica delle attività umanistiche di critico e novelliere; infine un significativo scritto in latino, un racconto in lingua italiana ed un testo di una lettera tratta dal carteggio con Febo Allevi.

<<Questo libro, come questo luogo  – ha esordito il parroco don Giovanni Cavallaro -, ripercorre gli stessi passi del prof. Di Maggio, il quale rimase profondamente legato alle sue radici, nonostante la visione ampia data dalla grande capacità culturale>>.

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20151030_183240_resized_1A tal proposito, il percorso di recupero ha puntato alla realizzazione di una biblioteca, al cui interno una parte dei volumi appartenuti al prof. Di Maggio, donati dalla famiglia alla comunità di Guardia. Un grande tesoro la cui organizzazione ha richiesto impegno e sacrificio non soltanto per il recupero dei testi ma anche per la loro collocazione in termini di genere letterario e quindi catalogazione.

<<La faticosa raccolta è uno scrigno di sapere – ha spiegato l’insegnante Pina Spinella – a cui tutti potranno attingere nella speranza di poterci “nutrire” di questo “cibo” così prezioso>>.

La Spinella ha inoltre delineato la figura del Professore affermando che egli ha trasmesso sapere, attraverso la formazione di una coscienza morale e di un profondo attaccamento al territorio.

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Riguardo allo stile di questo cultore, che scrive nel periodo del Neorealismo, il prof. Salvatore Valastro, docente presso il Liceo Classico “Gulli e Pennisi” di Acireale, ha spiegato che “egli ha saputo mescolare l’osservazione del reale con gli strumenti dello storico, attraverso una scrittura da un parte decadente ma dal pensiero moderno”.

L’intervento del dott. Marcello Proietto, Cultore di Storia Medievale e Paleografia Latina presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, ha puntato sulla valenza della biblioteca, avendo collaborato attivamente, insieme ad Antonella Di Maggio, nel lavoro di ricerca ed organizzazione.

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<<Da bene personale a bene pubblico – ha spiegato – la biblioteca è luogo di studio e di ricerca, legata al territorio e agli spazi urbani per svolgere l’attività del sapere>>.