PER NON DIMENTICARE: MEMORIA

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 MEMORIA

 A cura di Antonino Leotta

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Nell’agosto del 2002 io e mia moglie decidemmo di trascorrere parte delle ferie a Praga. In quella stupenda città trovammo l’opportunità di raggiungere TEREZIN unendoci ad un gruppo di italiani. Una guida preparata ci accompagnò. Visitammo, anzitutto, la cittadina dove si custodisce ancora quel ghetto che, in meno di quattro anni (novembre ‘41- inizi ‘45) accolse complessivamente 150.000 ebrei che lasciarono il segno della loro presenza attraverso resti dei loro effetti personali e, soprattutto, la testimonianza delle loro capacità artistiche. A poca distanza della città, si trova la “Piccola Fortezza di Terezin” la cui costruzione venne completata nel 1784. Nel giugno del 1940 la Gestapo cominciò a utilizzare l’edificio come prigione.

Facciamo un passo indietro ricordando che il 15 marzo 1939 Hitler invase la parte occidentale della Cecoslovacchia, fondò il “Protettorato di Boemia e Moravia” e occupò Praga. Decretando la fine dell’indipendenza cecoslovacca. Dopo un paio di mesi, il 21 giugno, con un apposito decreto, iniziò l’espropriazione dei beni e l’isolamento degli ebrei dal resto della popolazione.

Il 1° settembre del 1939 l’esercito tedesco invase la Polonia è diede inizio alla 2^ guerra mondiale.

La “Piccola Fortezza di Terezin” cominciò ad accogliere i primi prigionieri inviati dalla Gestapo. In tutto l’arco della guerra vi confluirono circa 30.000 uomini e 5.000 donne. Arrivò ad ospitare 5.500 persone contemporaneamente. Spesso era una prigione di passaggio perché i prigionieri venivano trasferiti in altri campi di concentramento come Flossemburg, Dachau, Buchenwald, Auschwitz e Mauthausen. Per un lungo periodo la vigilanza venne affidata al “guardiano” Soukup che sfruttò le capacità di molti ebrei e di alcuni studenti di Roudnice per i lavori forzati. Sfogò la sua crudeltà soprattutto sugli ebrei causando numerosi decessi. Più del 20% dei prigionieri passò sotto il giudizio dei tribunali nazisti e centinaia di loro vennero condannati a morte. La sorte peggiore toccò agli ebrei spesso torturati brutalmente ed eliminati.

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Visitando quella “Piccola Fortezza” mi hanno particolarmente colpito due ambienti. Le piccole celle, anzitutto, dove venivano stipate diecine di persone in situazioni veramente disumane. Nei periodi in cui il numero dei prigionieri aumentava, restavano tutta la notte ammassate, in quelle stanzette, fino a cinquanta persone. Senza la possibilità di raggiungere la latrina comune. E, nell’ultimo periodo, si diffusero velocemente forti epidemie di ogni genere, dalla tubercolosi al tifo che fece più di mille vittime. I morti venivano abbandonati in fosse comuni.

L’altro ambiente raccapricciante era un cortile in terra battuta alle spalle dell’edificio. Lo raggiungemmo percorrendo una  lunga galleria che, a tratti, si interrava affiancando un corso di acqua. Il cortile veniva utilizzato per le esercitazioni di tiro dei militari in servizio. Ma, in esso, vennero giustiziati quasi trecento persone. Alcuni di loro impiccati.

E Terezin è stato un luogo di “olocausto”. In seguito, accanto al cancello d’ingresso, venne posta una grande “stella di David”.

Il 27 gennaio si ripete la celebrazione del “Giorno della Memoria”. Potrebbe stancare qualcuno questa celebrazione. Qualcuno che ha altre preoccupazioni e altri interessi. Potrebbe non interessare a qualche altro. Qualche altro che è indifferente alle celebrazioni di qualsiasi tipo. Potrebbe disturbare altri ancora. Altri che rifiutano ogni responsabilità e ogni impegno.

Ci sono persone, invece, che perseverano nel fare “Memoria”. Il 27 gennaio del 1945 i sovietici entrarono ad Aushwitz. E il 9 maggio dello stesso anno si concluse la seconda guerra mondiale con la resa dei tedeschi.

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L’idea di una Europa Unita nasce dal desiderio di scongiurare ogni guerra. Eliminando ogni odio e ogni frontiera. Fare scricchiolare le fondamenta di questo edificio comune serve a riprendere distanze che tornino a isolare le nazioni. Ogni anno, la Shoah vuole aiutarci a capire gli orrori della guerra. La guerra non è solo uno scontro per conquistare terre o per difendere terre. E’, soprattutto, la volontà di sopraffare, usando armi e violenza, di eliminare, di uccidere altre persone come me. .

Che restano sempre come me a qualsiasi popolo, razza, nazione appartengano.