Pino Greco. L’arte è il mordente della Vita…

1475162031000-2

Archeologia e dintorni

A cura di Clara Artale

1475162031000-2

«Do risalto a quelle persone che Gesualdo Bufalino definiva “Museo d’ombre”. Ogni paese della Sicilia contiene queste figure meravigliose. A esempio, ho premiato un ragazzo down che, vivendo in un contesto sociale vivido, a contatto con le persone della città, ha assimilato una capacità d’ironia straordinaria. Sono sempre alla ricerca, tutto l’anno, della persona da premiare, nel contesto artistico, scientifico, ecc. Mi dà soddisfazione riconoscere il talento della gente; qualche anno fa ho premiato un noto chirurgo avolese, Gianni D’Agata, e mi sono sentito dire “è stato il momento più bello di tutta la mia vita”. Ho premiato il professore Umberto Veronesi, suocero del bravissimo chirurgo avolese, dottor Pietro Caldarella; anche se milanese, è una stella che brilla pure su Avola. Ho premiato Don Fortunato di Noto per la sua instancabile opera di difesa dei bambini, degli indifesi, contro la pedofilia.»

1475162031000
A raccontarsi con parole accorate è Pino Greco, artista e cultore dell’arte avolese che ogni anno, da sette anni ormai, organizza ad agosto “Le Stelle di Avola”, manifestazione gioiosa, piena di esibizioni e artisti avolesi, dedita a celebrare l’arte. Durante l’esibizione vengono assegnati dei premi; quest’anno si è tenuto il 24 agosto. L’evento è stato organizzato da Pino, direttore artistico, con la collaborazione di Margherita Puglisi, Pino Distefano, la scuola di ballo “Fly dance” di Salvo e Alessia Sangregorio. Il Comune di Avola ha patrocinato l’evento: presenti il sindaco dott. Luca Cannata e l’assessore allo spettacolo Seby Baccio. Molti i riconoscimenti e le esibizioni; tra i cantanti: Sebastiano Cicciarella, Giusy Cicciarella, Vanessa Rossito, Mary Tiralongo, Francesca Arizza, Cristina Stampigi, Vincenzo Loreto, Salvatore Ferlito, Claudio Aprile e molti altri. La serata è stata presentata da Elisa Lisitano e Corrado Santoro, il tutto sotto la regia e la presenza attiva di Pino.
I premiati della serata sono stati: Monsignor Antonio Staglianò, vescovo della diocesi di Noto che ha, con gaiezza, parlato al cuore dei presenti lodando Dio; la figlia del Generale Giangreco, in ricordo del chiarissimo padre; “I falsi d’Autore”, band musicale che mette in scena musica e cabaret; Rosy Bonfiglio, attrice avolese che si è formata a Roma.
Chiedo a Pino quando nasce la sua passione per l’arte.
«Avevo appena 12 anni. Ero in seconda media ed ebbi come insegnante di disegno Sirugo, di origini avolesi che vive in Svezia. Quando mi vide disegnare e dopo aver vinto tra l’altro più di un concorso di disegno, mi invitò a lasciare la scuola media che frequentavo ad Avola e a frequentare direttamente l’istituto d’arte a Siracusa. Cosa che feci; iniziai a viaggiare da solo, bimbo, tutti i giorni per Siracusa, col treno. Terminai lì le medie, frequentai tre anni di liceo, più due anni della maturità. Imparai la manualità; vivere a contatto con gli artisti ha fatto di me un amante dell’arte e così l’arte entrò nella mia vita. L’arte è la mia vita. Non dimentico mai le parole di un insegnante di geometria descrittiva: “Non tutti potrete fare gli insegnanti, molti di voi si guadagneranno da vivere disegnando”. E in effetti fu così, ho fatto tesoro di quell’insegnamento. Io insegnai al nord sei mesi; poi lascia stare, non mi piacque la precarietà, volevo dedicarmi solo al disegno. Per 12 anni ho fatto il disegnatore industriale, però ho vissuto creandomi degli spazi su un tavolo da disegno. Parlo col foglio e grazie a Dio ho vissuto e vivo ancora disegnando, vivendo felicemente. D’arte.»
Un tuffo nel passato per raccontarmi delle sue passioni…
«Le mie passioni sono la pittura e la geometria descrittiva, quindi le proporzioni, le linee. Ricordo che ero ragazzino e grandi personalità dell’arte mi avevano avviato a questo grande mondo che è l’arte stessa: l’immenso artista siracusano Capodieci, l’architetto Terranova; quest’ultimo, avendo perso un figlio mio coetaneo in un incidente, si affezionò particolarmente a me, mi ha quasi adottato. Capodieci mi portava in giro per la Sicilia a fare le mostre di pittura; veniva a prendermi oppure lo raggiungevo col treno a Siracusa e da lì andavamo insieme. Nella mia memoria, nei miei ricordi, siamo divenuti “Il bambino e il vecchio”, in giro, a “vendere” e “comprare” arte, nell’eccezione più nobile dei termini. E andavamo. Custodisco preziosi ricordi anche della nostra cittadina: durante la festività di Santa Venera Avola era ricca d’arte. C’era il Circolo Matteotti formato da insegnanti, professionisti, uomini di cultura; in quel periodo organizzava feste di ballo con artisti di fama internazionale e in più a Palazzo Comunale vi erano estemporanee di pittura. Faccio riferimento alla mia adolescenza e in giro per Avola c’erano artisti di bravura e fama grandissime. Il Palazzo di città era strapieno di quadri e di artisti; ciò riempiva i cuori. Si odorava l’arte e l’odore del colore a olio era una sensazione meravigliosa, che ricordo ancora. La canzone lirica rientrava nella ritualità della festività. Ricordo che la canzone era radicata negli animi, oltretutto; mia madre cantava. Allora cantavano tutti. Oggi non canta più nessuno. Le madri sono angosciate, i genitori preoccupati a causa del futuro incerto dei propri figli. Non si ha più l’animo di cantare. Perché allora la gente dalla sofferenza iniziava a vivere, ad assaporare tante di quelle cose che prima non aveva mai avuto. Sono sensazioni, queste, di cui bisogna rendere partecipi i giovani, trasmettere esperienze di vita che automaticamente diventano arte, cultura. Senza sforzarsi troppo, ma con la partecipazione.»
L’Arte, cos’è… «È il mordente della vita. La doratura lo si fa con il mordente. L’arte è una metafora. Senza arte nessuna doratura può esserci.»
Parliamo dei prossimi eventi a cui si dedicherà. «Vorrei organizzare un Festival Canoro per tutti i giovani, a livello provinciale; sarà un’avventura gioiosa. Inoltre sto già lavorando al gruppo in maschera del prossimo Carnevale; sarà dedicato ai cosacchi, sto preparando dei costumi d’ispirazione russa, ricercati. Ci saranno matriosche, abiti ricamati, il domatore d’orsi. Penso inoltre alla nuova edizione di “Le stelle di Avola”.»
Mi racconta una vera e propria avventura vissuta all’estero.

1475162031000-1
«Io la vita l’ho vissuta intensamente; ho fatto dei lavori in Arabia Saudita. Ho arredato saloni di sceicchi. Come arredatore, disegnatore d’interni; sono stato ospite presso le loro lussuose regge. Sono stato lì due mesi, in cui persi 10 chili. Faccio riferimento agli anni ‘90; vivevo in una villa e avevo i miei schiavi che dormivano fuori. Per me era un fatto impensabile. Tutti i venerdì c’erano le esecuzioni; per farmi cosa gradita, mi rendevano partecipe, facendomi assistere. Ricordo l’amputazione di un braccio, perché il condannato aveva rubato e l’estirpazione degli occhi, poiché questi aveva visto ciò che non avrebbe dovuto vedere. Questi episodi mi turbarono oltremodo. Era un salto indietro di 2000 anni; cercai di scappare, la mia disavventura durò circa un mese. Mi riuscì solo una volta di arrivare quasi alla fine della fuga, ma ci fu l’ordine di tornare indietro a causa di un attentato in aeroporto. Solo dopo aver terminato il mio lavoro lì, mi fu permesso di tornare in Italia. Impiegai più di un anno per riprendermi da quelle scene macabre.»
Termina la nostra chiacchierata, davanti a un caffè. La vita di Pino è davvero l’Arte comprendo, e la magia della creazione artistica viaggia con lui sempre, nei racconti del passato, nella voglia infinita di fare tanto ancora per la nostra città. Il mio vuole essere un omaggio a un immenso uomo e a un grande artista che mi ha onorato immensamente premiando anche me il 24 agosto per l’impegno nel campo dell’arte, per l’attività svolta insieme all’Associazione Culturale di cui sono presidente, Archeoclub Avola.
È bello avere attorno tante personalità come Pino, innamorate dell’arte e della propria cittadina.
Grazie.