RIFLESSIONI DI UN SACERDOTE: IL RITORNO

A cura di don Carmelo La Rosa

FIGLIUOL PRODICO

Pensando al Figliol prodigo mi sono accorto che la situazione è un po’ cambiata. Non ci sono soltanto i figli che scappano di casa ma i genitori, spesso anche le mamme che vanno via e abbandonano marito e figli. Molto più i papà che si creano altre unioni e famiglie alternative.

Ad attendere sono i figli che patiscono per la lontananza del padre e aspettano il suo ritorno.

BAMBINO

Tante volte i figli – anche piccoli – si rivelano più saggi dei genitori e riescono addirittura a salvarli.

Ci sono mariti che riescono ad accogliere e riprendersi le mogli smarrite.

E ci sono tante donne che riescono a recuperare i mariti che erano stati risucchiati nel nulla.

Donne che si sono riprese i mariti dopo diversi anni di vagabondaggio, quando ormai erano vecchi e malati, bisognosi di essere serviti, solo per servirli, esprimendo in questo modo la loro eroica fedeltà coniugale fino all’ultima conseguenza.

Fedeli nella radicalità, fino all’estremo, fino alla fine, come Gesù: dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine (Gv 13, 1).

Fedeli a una promessa, a una parola, a un sacramento.

FEDI

Fedeli non solo perché non l’hanno tradito ma perché non hanno smesso di amare colui che le ha tradite.

Come Gesù, che è l’amore non amato, non capito, non accolto e spesso anche rifiutato e calpestato.

S. Teresa aveva l’istinto di gridare dai tetti: “L’amore non è amato”

Un amore senza ricambi, un amore a vuoto.

Sono le sante di oggi, giganti dell’eroismo matrimoniale.

Le donne forti, inossidabili, incorruttibili.

Una volta una donna pretese di festeggiare il suo venticinquesimo di matrimonio da sola perché il suo sposo l’aveva abbandonata da tempo ma lei aveva vissuto la sua fedeltà matrimoniale, aveva vissuto da sposata e non da libera.

Una persona anziana mi ha raccontato che suo marito l’aveva fatto tanto soffrire per le sue infedeltà. Quando stava per morire le chiese: “e adesso tu cosa farai?” Lei gli rispose: “adesso ti tradirò io perché mi sposerò ma non subito, fra due mesi. Conobbe poi un “angelo” e si sposò veramente. Mantenne la parola ma non dopo due mesi, dopo due anni.

Ragionando secondo il mondo, queste ombre di esseri umani che tornano quando hanno bisogno, non meritano nulla.

Ma prendendo il Vangelo e cercando di ragionare come ci propone Gesù: il Padre accoglie il Figliol prodigo, anzi lo attende e gli corre incontro.

C’è uno spartiacque fra il mondo e il Vangelo, si esprime una diversità. Noi siamo diversi dal mondo, pur vivendo nel mondo.

È una diversità di cui dobbiamo essere gelosi.

È la diversità che ci salva e non solo salva noi stessi ma salva gli altri e il mondo perché la fede è il lievito della vita e l’anima del mondo.

RICOMINCIARE

Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede.(1Gv 5, 4)

Figli, mariti, mogli, fratelli, amici sbandati sono innanzitutto anime da salvare e nei momenti di crisi noi abbiamo il potere di salvarli o di farli annegare, ridar loro dignità o gettarli nella spazzatura.

La loro vita è nelle nostre mani.

A volte basta solo un gesto.