RIFLESSIONI SULL’ANNUNCIO DELLA RESURREZIONE

“Il messaggio più antico che possiamo cogliere è quello del Cristo risorto.”

 La storia della Passione è il documento che niente può fermare l’Amore. E la Speranza è un amore esultante, l’alleluia dell’Amore. La Speranza non è un sepolcro vuoto: è Lui che vive nel Padre e in ogni creatura che ha fame e sete, ed è ignudo o senza casa, malato o prigioniero. Il fratello è di qua del sepolcro, perché la Speranza cammina oltre il sepolcro. (Primo Mazzolari) 1

Nella predicazione cristiana primitiva l’annuncio della risurrezione aveva un posto assolutamente centrale. Oggi possiamo studiare con i mezzi raffinati della ricerca storica e critica le origini del cristianesimo andando molto indietro nel tempo. Arriviamo a un momento nel quale, attraverso l’analisi dei testi, possiamo cogliere le formule primitive del messaggio, addirittura quelle degli anni trenta d.C, cioè dell’origine del messaggio cristiano. Questo messaggio, il più antico che possiamo cogliere, è quello del Cristo risorto. Vale, quindi, per tutta la prima predicazione cristiana ciò che valeva per la predicazione di S. Paolo: “Se Cristo non è risorto la nostra predicazione non è niente”. E’impossibile concepire un cristianesimo primitivo in cui l’annuncio fondamentale non fosse questo: Gesù è veramente risorto. Non è mai esistito un cristianesimo che abbia affermato come primo messaggio “amiamoci gli uni gli altri”, “siamo fratelli”, “Dio è Padre di tutti”. Dal messaggio “Gesù è veramente risorto” derivano tutti gli altri. (C.M Martini)

3Quando il Nuovo Testamento parla della risurrezione di Gesù, la caratterizza ogni volta come azione della potenza di Dio. Risuscitando Gesù dai morti, Dio manifesta se stesso definitivamente Signore della vita e della morte, come colui che ha ogni cosa in sua mano, a cui tutto appartiene, di cui ci si può assolutamente fidare nel vivere e nel morire. (Catechismo tedesco)

La risurrezione di Cristo è presentata nei primi discorsi di Pietro come la reazione di Dio all’ ingiustizia che gli uomini hanno commesso contro il giusto e l’innocente Gesù. In questo senso la risurrezione è speranza, prima di tutto, 4per le vittime di questo mondo; ed è speranza liberatoria in quanto avviene in presenza della disperazione che nella storia sia il carnefice a trionfare sulla sua vittima, in presenza della tentazione di rassegnazione e di cinismo. Dio ha risuscitato colui che ha vissuto in quel modo e perciò fu crocifisso. Dio ha risuscitato un innocente e ha reso giustizia a una vittima. La risurrezione di Gesù non è soltanto il simbolo dell’onnipotenza di Dio come se Dio avesse deciso arbitrariamente e senza un nesso con la vita e il destino di Gesù di mostrare la sua onnipotenza e rivelarsi così come Dio, ma è presentata come la difesa che Dio fa della vita del giusto e delle vittime. (J. Sobrino)

R.B.