UN UOMO DA 3 SOLDI A “CHI È DI SCENA”

1495518258000

Recensioni ed Eventi

A cura di Antonino Leotta

1495518020000

L’Istituto di Istruzione Secondaria FRANCESCO MAUROLICO e l’Istituto Tecnico Economico A.M. JACI -entrambi di Messina- hanno presentato a “CHI E’ DI SCENA” un riadattamento de “L’OPERA DA TRE SOLDI” di Bertolt Brecht.
Il progetto di “rete di scuole” dal titolo: “UN UOMO DA 3 SOLDI” è, così, arrivato all’Arena Eden di Acireale, al Festival organizzato dal Comune di Acireale.

1495518146000

L’opera è stata rappresentata per la prima volta nel 1928 a Berlino.
Siamo alla vigilia della crisi economica del ’29. Negli Stati Uniti d’America, dopo gli anni del notevole sviluppo economico, seguì il tristissimo periodo del grande calo del potere d’acquisto e del prevalere scriteriato del sistema finanziario. Con il forte abuso delle banche in cerca di facili aumenti del capitale. La borsa crollò paurosamente e la crisi raggiunse con rapidità anche la vecchia Europa.

Tra le periferie delle città, una strisciante situazione di stenti sfociò in una drammatica diffusione della miseria. Svaniva ogni forma di dignità per una massa in cerca del minimo indispensabile per vivere. Ladri, mendicanti, malfattori e prostitute moltiplicarono le loro attività.

1495518258000

Brecht ambientò la vicenda tra i bassifondi di Londra ritraendo le losche attività di due organizzazioni criminali: da un lato la famiglia di Gionata Geremia Peachum e, dall’altro, Macheath, detto Mackie Messer, un capobanda.
Peachum aveva messo in atto una rete di mendicanti organizzandoli in maniera quasi scientifica ma sfruttandoli all’inverosimile. La parte iniziale dell’opera, infatti, si ferma a descrivere forme di addestramento e strategie operative molto concrete. Basta conoscere una delle regole produttive fondate sulla falsità: “se mostri la tua vera miseria, nessuno ci crederà”.
Macheath, invece, puntava su rapine e ricatti servendosi anche di forme di corruzione tra le forze dell’ordine. In entrambi è palese la falsità del loro apparire nella società come persone rispettabili. La loro legge è il massimo profitto. Imponendo così, anche nel mondo del proletariato, quell’obiettivo proprio dell’alta borghesia: lo sfruttamento delle masse per una esclusiva utilità.
Il panorama è quello di una società perversa e senza scrupoli. Priva di ogni umanità.

L’amaro giuoco di Brecht sta tutto nel vertiginoso rincorrersi delle battute dense di ironiche verità. Un giuoco alimentato da un coinvolgente movimento di corpi che intendono rivelare il contradditorio agitarsi esistenziale. Corpi che si attraggono e si respingono. Svelando quella commedia umana che tenta o finge una ripresa e finisce per esplodere nella profondità di una decadenza. Con la scomparsa di ogni valore.
Le parole di un canto lanceranno l’idea di un sistema di vita: “Vive bene chi sta bene”. A cui seguirà una convinzione: “miseria e nobiltà d’animo danno saggezza e fama, ma devi scontarle: troppe amarezze, troppo disinganno. La morale è evidente: sol chi ha la borsa piena, vive piacevolmente”.

Nella vicenda, il rapporto tra le due posizioni si complica nel momento in cui Macheath sposa segretamente Polly, figlia di Peachum. Si apre una guerra tra i finti poveri che, inconsapevolmente, coinvolge i veri poveri.

La “ballata di Mackie Messer” il cui testo scritto da Brecht, venne musicato da Kurt Weill contribuendo a dare prestigio all’opera, verrà cantata da tutti gli attori a conclusione della rappresentazione.

Nel 1956 Giorgio Strehler riprenderà l’opera al Piccolo di Milano, curandone nei particolari la rappresentazione. Ad essa sarà presente lo stesso Brecht. Il successo non avrà misura e i consensi si ripeteranno nelle diverse reinterpretazioni, fino ai nostri giorni.
Tornano di grande attualità i temi dei poteri economici e della miseria dilagante. Con le regie nascoste del malaffare e degli intrighi interessati, nei diversi settori della società. La crisi delle banche, le sorprese delle borse, l’alta percentuale di disoccupazione, lo sfruttamento delle periferie sociali riportano sulla scena i drammi di una situazione sconfortante.

Questo genere di teatro- accusa, preparato, elaborato e fatto proprio dai ragazzi, può condurre a forme di riflessione e di impegno. In una scuola che intende proiettarsi nella società per educare a un senso di responsabilità.
Non a caso l’opera si conclude con un invito: “Meditate la tenebra e l’inverno di questa valle percossa dal pianto”.

PERSONAGGI E INTERPRETI:
MACHEATH (detto Mackie Messer): Gregorio Scrima
GIONATA GEREMIA PEACHUM: Gianfranco Rodi
CELIA PEACHUM (sua moglie): Rosaria Salvatico
POLLY PEACHUM (sua figlia): Enrica La Rosa
LUCY BROWN: Martina La Rosa
JENNY DELLE SPELONCHE: Federica Sidoti
BROWN: Federica Caravella e Alessandra Caravella (in originale tandem)

CORI ED ALTRI:
Kimberly Bungay, Marina Barbera, Anna Caroniti, Gabriella Giachinta, Lara Intelisano, Serena Spartà, Nicoletta Tranfo, Antonio Costa, Daria D’Onofrio, Aurora De Domenico, Fariana Leo, Letizia Mangano, Elisa Messina, Aldana Natoli, Martina Nicosia, Salvatore Oliveri, Giorgia Scaltrito.

REFERENTI ACCORDO DI RETE: Proff. Gisella Camelia e Maria Sorace

TECNICO DI SCENA: Mario Sturniolo
AIUTO REGIA: Federica Sidoti

REGIA: Sasà Neri