INCONTRO CON IL REGISTA FRANCO CANNATA

Cultura & Spettacolo – Nuove Edizioni Bohémien – Gennaio 2014

Quattro chiacchere con…. il regista Franco Cannata.

A cura di Giusy Pagano

Foto di repertorio

2Proseguono gli appuntamenti di grande spettacolo con “L’ha fatto una signora “di Maria Ermolli De Flavis, magnificamente interpretato dalla compagnia teatrale “Rosetta Santillo”. Una commedia che ha già riscosso un grande successo di pubblico per il debutto avvenuto lo scorso 10 novembre, presso il teatro Parrocchiale di Scillichenti, con le successive repliche nel mese di dicembre 2013.
Lo spettacolo teatrale è suddiviso in 3 atti, per la regia di Franco Cannata (che veste i panni di Don Luca Sardo, il tassista). Infatti, tutto ha inizio dopo aver trasportato una signora sul suo taxi fino ad una chiesa. Il tassista rileva la scomparsa di costei ed inoltre trova, sul sedile posteriore della sua macchina, un neonato. Li per lì, non sapendo cosa decidere, lo porta in casa ma, da quel momento, viene stravolta la sua serenità familiare, a causa  dalle continue gelosie della moglie e per via delle innumerevoli situazioni paradossali che si vengono a creare.
Riuscirà Luca Sardo a spiegare alla moglie che cosa è successo quel giorno dopo aver trasportato una “signora” sul suo taxi fino ad una chiesa?
Lo spettacolo andrà in scena in replica  sabato 1 e Domenica 2 Febbraio 2014, alle ore 20, presso il Teatro Parrocchiale di S.Venerina. La serata è stata organizzata dalle Caritas Interparrocchiali: S.Venera, Sacro Cuore di Gesù, Bongiardo.

Conosciamo più da vicino il regista Franco Cannata, intervistato dalla nostra redazione.

L'attrice Rosetta Santillo

L’attrice Rosetta Santillo

Come nasce la compagnia teatrale “Rosetta Santillo”?

Nasce non dico per caso. E’ stato grazie ad un gruppo di temerari coraggiosi che si sono messi insieme per dare vita a questa nuova compagnia che è dedicata a “Rosetta Santillo”, un’attrice che ha dato un grande apporto al nostro teatro siciliano. Un nome dettato dal cuore….il nome di mia madre!

Quali sono a suo giudizio gli elementi giusti per formare una compagnia teatrale?

Gli elementi giusti sono prima di tutto la passione per il teatro e il piacere di confrontarsi l’uno con l’altro, al fine di raggiungere tutti insieme l’obbiettivo, che è quello della realizzazione dell’opera teatrale.

Come è diventato attore e regista?

Con l’andare del tempo, maturando negli anni, ho iniziato seguendo le orme di mio padre e di mia madre che recitavano nel teatro di “Rosina Anselmi”, ed ho iniziato a fare le comparse già nel 1967, quindi fin da piccolo ho calcato le scene teatrali.

Andiamo sul personale. Qual è il tratto principale del suo carattere?

Mi piace molto stare in compagnia, confrontarmi con gli altri e il teatro mi è servito a vincere una certa timidezza che avevo nel mio carattere. Ora sono più aperto e mi sento a mio agio.

Qual è l’emozione più forte che ha vissuto nella sua vita?

L’emozione più forte è stata quando una sera ho accompagnato mia madre al Teatro Stabile di Catania a vedere una commedia teatrale: volevo farle una sorpresa! Quella sera, il lavoro teatrale era “U sapiti com’ è” con l’attore Gilberto Idonea. Con Gilberto era da un po’ di tempo che non ci incontravamo, dai tempi in cui lui aveva recitato al Teatro delle Arti alla Civita. Mia madre era molto legata ai personaggi di quell’opera teatrale perché li aveva già interpretati prima, dai personaggi più giovani fino ad arrivare a “donna pidda” (la mavara), “Venere” e “donna Cati” (la mamma di Cola, il protagonista). Dunque era legata a quel lavoro. Ritornando al racconto di quella sera, arrivati ai ringraziamenti finali, Gilberto Idonea, prima le mandò un bacio dal proscenio e poi scese nel pubblico ad abbracciarla. Lì “mi sono scese le lacrime”, mi sono commosso.

Far ridere è una delle cose più difficili. Quando interpreta i suoi personaggi, ha maggiore predilizione per quale ruolo comico o drammatico?

 Devo dire che mi piacciono i ruoli comici, ma prediligo anche i ruoli drammatici: diciamo un 60% con 40%. Sono più portato per il comico, perché, spesso, nei personaggi che interpreto, metto molto di mio. Infatti, a tal proposito, ricordo un momento davvero importante della mia carriera di attore, in uno spettacolo teatrale “Missione Impossibile” perché sono stato premiato come migliore attore protagonista, ed è stata una bella soddisfazione dopo anni di sacrifici, molta umiltà e rinunce.

A cosa punta come regista?

Prima di tutto desidero cercare di creare un prodotto che non sia uguale agli altri. Si inizia dalla gavetta. Nel mio piccolo, cerco di avvicinarmi ai personaggi cercando di farli più al naturale possibile, quando capita di fare l’uno e l’altro si fa con molta fatica.

Dall’album dei ricordi. Quando ha cominciato a fare l’attore di teatro, qual è stato il primo ruolo che ha interpretato?

Il primo ruolo che ho interpretato è stato di una certa importanza, dopo anni di sacrifici. Devo ricordare che nel 1969, con la compagnia dove recitavamo, siamo stati invitati ad una rassegna internazionale del Teatro Amatour di Montecarlo con “La Giara” di L. Pirandello, alla presenza del Principe Ranieri e della moglie Grace Kelly, dove abbiamo ritirato il premio amatoriale.
Io, in quel periodo, sono stato chiamato dal grande regista  romano Sergio Ammirata a recitare nell’opera teatrale “Dal tuo al mio” di G.Verga. La parte era corale ma ho dato il massimo. Ricordo che la sera del debutto, mi presentai e mi rifiutai di andare in scena, perché, improvvisamente, mi era venuto un vuoto di memoria, avevo una torcia in mano, ma la paura era più forte di me. Alle mie spalle c’era mio padre che continuava a dirmi di uscire…..fino a quando con un bel calcio mi spinse fuori. Dal momento che entrai in scena, e vidi che c’erano 1500 teste, ho avuto coraggio, e da lì mi sono sciolto. Questo per raccontare che il panico c’è sempre.

Prima di lasciarci, c’è un rito scaramantico che fate prima di andare in scena?

(Il regista sorride) – A parte la solita preghiera, per i novelli c’è il rito della “scopa”, che consiste nello spazzare il palcoscenico prima di andare in onda, e poi c’è in bocca al lupo e…..

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