OLOCAUSTO, RENDERE EDOTTI I BAMBINI DEGLI ORRORI DI UNO STERMINIO?

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Per non dimenticare – Nuove Edizioni Bohémien – Gennaio 2014

A cura di Maria Pia Basso

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Difficile appare cercare di spiegare ( sia pure con parole il cui suono dovremmo sforzarci di smorzare), a bimbi di otto, nove anni ciò che si ricorda il 27 Gennaio. Giorno della memoria e dell’orrore; momento storico, emblema della negazione dell’essere umano, per mano di un suo “fratello”. Giorno di follia e odio accecante. Difficile anche per noi fare mente locale su cosa non è stato lo sterminio di un popolo, dei suoi sogni e della sua libertà. Il ribrezzo e il dolore in questa giornata vanno di pari passo e si mescolano; si confondono e danno vita ad una indignazione che non ha eguali. Come spiegarlo ad un piccolo educato all’amore verso il prossimo? Come non ammettere l’aberrante realtà di cosa abbia potuto compiere un essere umano nato e cresciuto come lui, cullato da una mamma che mormorava le parole di una ninna nanna per farlo addormentare?  Se dobbiamo renderlo necessariamente edotto di ciò che è accaduto,  facciamolo in punta di piedi.  Non occorre esporlo alla cruda realtà intrisa di particolari agghiaccianti. Basterà,  forse,  dire che la mancanza di rispetto e il non voler considerare il prossimo come se stesso, genera ed ingenera odio e violenza.

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Non e’ certo possibile fare parallelismi con ciò che è accaduto, ma una riflessione, sì. Accompagniamo i nostri figli, sin dai primi anni vita, nel giardino delle uguaglianze, abituandoli alla tolleranza e al rispetto. Alla non discriminazione di una diversità che riteniamo tale solo per via di una visione miope, quindi distorta, della realtà. Lasciamo che compiano i loro passi, guidati dal buon senso di un adulto che tende loro la mano in una presa forte che offra sostegno e sicurezza evitando che incappino in tutte quelle situazioni in cui intolleranza e ilarità verso chi è più debole, conducono ad un’emarginazione non condivisibile che lede, dalle fondamenta, l’essenza di un essere che ha diritto alla piena accettazione di sé.

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