LE ODI, RICORDI SPARSI DI LUDOVICO ANASTASI. Si chiama “Perenne”

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LE ODI

A cura di Ludovico Anastasi

E non…
mi aggrego ai forzati del desiderio. Il mio sta molto più in alto. Si chiama Perenne e lo conosci in profondo. Te lo ricordo con frasi dorate come a nasconderlo ma non è il gioco dentro il platonico antro. Come sempre tu cerchi di evitare lo slancio per profonde ferite. Di ciò in me prendo nota. Ma non poter pronunciare quella parola è come gioire nel pozzo.

7 Giugno 2024

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Ma davvero…
vogliamo sotterrare i rancori con noi? Vicini all’ eterno, fratello, non dovremmo fare più drammi. I danni, lo so, stanno nel cuore di entrambi. Ad ognuno, chi più chi meno, le sue parti. In fondo siamo il risultato di antiche congiure stellari. Il domani, lo si voglia o no, non presenta lunghi sentieri. Adesso, sorridenti e più in pace, ci tocca ancora bleffare la morte.

8 Giugno 2024

E ti…
invito a non pensare alle sottigliezze del mondo. Esistono sfumature impenetrabili. Nemmeno in un campo di fiori potremo conoscerle. Lì sta a noi se rotolarci. Per bellezza e per anima mi stai dentro il cuore. Nelle rare occasioni di incontro ad entrambi brillano gli occhi. Alla cecità urliamo in faccia l’ assurdo voler depistarci. Insieme non saremo mai isole.

9 Giugno 2024

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E spesso anticipo il risveglio come se di impegni avessi pieno il santo giorno. In effetti non è facile pensarlo vuoto specie quando il tempo urge il cammino verso lo specchio dove appare il viso di uno sconosciuto.

2015

E si sgusciava dalle case nei giorni assolati. Gli acciottolati lavici delle strade tendevano le orecchie al nostro ciarlare. Forse allora, per un po’, fummo felici. Ora gran parte di quelle vie sono cambiate. Vi camminiamo sopra da mastini orfani di favole.

18 Ottobre 2015

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Delle belle divertite ore con anfibi e mantello a sfidare la pioggia, piccolo mattacchione dalle sgridate certe mi restano sorrisi sospesi in corrugata faccia per rimescolio di date sopraggiunte in tante, lunghe persistenti e amare.

6 Settembre 2012

Vorrei ruggire.
Saetta ora. Della guerra lo stato maggiore l’ ultima battaglia prepara. Stavolta si crepa. Ero il pupillo di una poesia scarsa. D’altronde pur sempre risorsa. Che non resti nella storia ha poca importanza. M’ importa e mi gonfia la minchia l’ essere inviato in avanscoperta dopo dura trincea meritata.

Febbraio 2014

Pioggia.
Finalmente era tornata ieri sera senza boria alcuna a placare l’ arsura. Da tempo dalle nostre parti è diventata rara. Immaginavo restasse con noi a nasconderci per giorni sole e luna. Invece vi gioca, nel vienvai delle nuvole e fa la preziosa.
Maggio 2013

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Come palloncino sfuggito dalle mani di un bimbo, questa teoria di parole nata sullo stesso canovaccio, conoscerà il vento, le folli giravolte, l’ eco delle grida dal basso, il calore del sole, ma mai arriverà a toccare le stelle.

16 Luglio 2015

E nella carne viva bistura il rovescio della medaglia: costante della mia storia senza al merito medaglia alcuna. E non la carne ma il demerito l’ anima logora.

10 Febbraio 2010

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