L’IMPORTANZA DEL DIALOGO CON I PICCOLI

A cura di Maria Pia Basso

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Le domande sono sempre le stesse: “Ho fatto bene con mio figlio?” “Dove ho sbagliato?” “ Non gli ho mai fatto mancare nulla: perché è sempre insoddisfatto?”
Dimentichiamo, anche per eccesso di amore, che un figlio è un’identità a parte e, come tale, dotata di sentimenti, sensazioni e desideri necessariamente unici. Chi è a noi estraneo, gode di una irripetibilità soggettiva che lo rende totalmente differente da chiunque altro. Siamo propensi a identificare l’altro con noi, inglobandolo in schemi mentali riconducibili solo alla nostra persona. 
images (3)Ciò comporta che le nostre azioni, se pur finalizzate al bene sommo dei nostri pargoli, non tengano conto, il più delle volte, dei loro desideri. Non possiamo pensare di agire per altri e pretendere di fare bene. Vogliamo la loro felicità, ma questa nulla ha a che spartire con ciò che noi pensiamo possa essere consono al loro essere. “Non gli ho fatto mai mancare nulla”. Forse, invece, proprio ciò che avrebbe voluto possedere più di ogni altra cosa: la libertà di potersi esprimere! Li vediamo insoddisfatti ed invece di chiedere loro il perché, ci affanniamo ad interpretare lo stato d’animo per far uscire dal magico cilindro la soluzione ad ogni male.
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Quanti sono disposti a dialogare con i propri figli facendo emergere i loro dubbi? E quanti, invece, giocano al bravo indovino, anteponendo se stessi e le proprie percezioni alle effettive ambizioni dei propri figli? Lasciarli davanti al pc o giochini interattivi non migliora di certo la necessità di un confronto. Perché solo grazie ad esso, inoltrandosi in un sentiero anche ricco di asperità, si può riuscire a trovare il bandolo della matassa. Tutti abbiamo bisogno di essere ascoltati: anche i nostri figli!