Ne “Il gesto dell’acqua”, uno sguardo sulle incoerenze del mondo

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Recensioni ed Eventi
L’INTERVISTA DI MARIA CRISTINA TORRISI
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“Il gesto dell’acqua”, pubblicato da Algra Editore, è l’ultima fatica letteraria di Rosalda Schillaci, ospite di Nuove Edizioni Bohémien per una intervista.
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1 Rosalda, complimenti per questo tuo nuovo lavoro. Da dove nasce l’idea del libro?
Ti ringrazio, cara Cristina. L’idea per un romanzo storico può nascere da varie fonti e ispirazioni, personalmente sono stata da sempre affascinata dalla Prima e dalla Seconda Guerra Mondiale e così ho deciso di creare una narrazione intorno alla vita e alla vicenda di quegli avvenimenti bellici che tanto hanno inciso nelle vite di intere generazioni, al punto di spazzarle via. Mi sono chiesta come sarebbero state le loro esistenze se non avessero vissuto lo sconvolgimento della guerra e cosa ci fosse dietro i loro sogni spezzati. Certamente non la storia della Grande guerra fine a se stessa, all’interno di invenzioni calibrate, né un freddo documento, ma tante piccole vicende all’interno della macrostoria. L’idea di questo romanzo nasce perché credo fermamente che, se una storia dimenticata viene accolta in un libro, aiuta a capire il presente. Leggendola, ci salva.
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2 Un titolo particolare per tutti i tuoi libri. Parliamone.
Ho sempre prestato particolare attenzione ai titoli dei miei libri. Così sono nati: “Infiniti Definiti”, “Diario Sottovento – Certe tempeste incerti angoli di vita” (che ho avuto il piacere di presentare ad Acireale insieme a te, cara Cristina. Sei stata un’attenta e preziosa relatrice e conservo un bellissimo ricordo di quel momento, per il quale ti sono grata). Infine, sono stati pubblicati i seguenti romanzi: nel 2022 “Quando le uova non si trovavano d’inverno” e, nel novembre del 2023, “Il gesto
dell’acqua.”
3 L’ispirazione dell’ultimo romanzo trae spunto da situazioni reali? Quali?
È stimolante ispirarmi a fatti poco conosciuti. In Quando le uova non si trovavano d’inverno la chiave è stata la vicenda degli I.M.I. (Internati Militari Italiani), poiché mio nonno materno, che non ha voluto aderire alla Repubblica di Salò, è stato deportato in Germania. Nel secondo romanzo, Il gesto dell’acqua, ho voluto far conoscere i campi di concentramento dislocati nella nostra penisola. Un aspetto degli anni della Grande Guerra: i luoghi di prigionia lontani dalle trincee, sparsi in tutta Italia, ma soprattutto ho posto l’attenzione su uno dei lager siciliani.
Il campo di concentramento di Vittoria, il più grande mai costruito in Sicilia, dove passarono oltre 18mila soldati ungheresi. La sua esistenza è poco nota ai siciliani e non solo.
4 Quale dei tuoi personaggi ti ha più emozionato?
Il gesto dell’acqua racconta la vicenda di Mària che sceglie di chiamarsi Gisella, appena uscita dal
collegio e giunta in Sicilia nell’ottobre del 1919, per raggiungere il suo Sàndor, il poeta-soldato tenuto prigioniero a Vittoria all’interno del lager degli ungheresi.
Una donna, di una coscienza innocente e violata, discesa agli inferi. Un’anima che non si arrende
davanti al crudele destino che offre esili spiragli di libertà. Diventa scrittrice e l’esempio di una rinascita modernissima di fronte all’ignoto e di quanto può talora nascondersi sotto la tranquilla maschera di persone e ambienti rispettabili. Coinvolge Malvina Radice e Lietta Alieri che trovano i
suoi diari, iniziati sul treno, e ne ricostruiscono l’esistenza tormentata. Legate a lei da un filo
invisibile, le due donne, attraverso la lucida, emozionante, narrazione, assisteranno al cambiamento profondo che travolge il disordine dell’egoismo, l’incomunicabilità in ogni epoca, la fragile fisionomia dei tanti protagonisti del romanzo, e di loro stesse. In questo nuovo libro, il lettore vive un viaggio indimenticabile tra le affascinanti città di Budapest e Catania, si immerge in un intenso intreccio di emozioni e leggende. Esplora le strade maestose di Budapest, per poi lasciarsi avvolgere dai colori di Catania, e scoprire le vicende che si nascondono dietro i protagonisti: Mària e Sàndor, Lietta e Malvina e tanti altri.
Mi chiedi quale dei personaggi mi ha emozionato di più? Ti rispondo con le parole di Mària quando inizia il viaggio verso la Sicilia: « Lancio l’ultima occhiata ai marciapiedi della stazione, all’andirivieni frenetico sotto le pensiline, che minaccia di sopraffarmi. Da bambina nessuno mi ha insegnato che nella vita tutti hanno importanza, non solo i protagonisti.»
In questo libro, ogni personaggio ha la propria importanza. Spero che possa emozionare i lettori con lo stesso sentimento empatico che ho cercato di trasmettere, poiché ho vissuto forti emozioni mentre scrivevo. Ho considerato a lungo su come ogni individuo, anche se solo un personaggio in una storia, possa avere un impatto significativo e portare con sé una ricchezza di esperienze e sentimenti che meritano di essere condivisi e apprezzati. Ogni voce, ogni storia, ogni emozione contribuisce a tessere un intreccio più ampio e profondo, che riflette la complessità e la bellezza dell’essere umano.
5 Lietta Alieri e Gisella Fàber: il legame tra loro.
A distanza di 100 anni, un filo invisibile lega Lietta Alieri e Gisella Fàber, e l’una sarà un esempio determinante nella vita dell’altra. Queste ripercussioni mi fanno riflettere sulla potenza e sulla bellezza delle connessioni umane che superano il tempo e lo spazio. Nonostante le differenze temporali e le circostanze che le separano, le vite di queste due donne si intrecciano in un modo misterioso e significativo. Ciò mi porta a considerare come anche le azioni e le influenze di una persona possano – come un’eco attraverso le generazioni – plasmare il destino di coloro che vengono dopo di loro. Questo legame invisibile ci ricorda che siamo tutti parte di un disegno più grande, in cui il passato e il presente si incrociano in un modo che va oltre la nostra comprensione,
svelando un profondo significato di concatenazione storica.
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6 Quanto c’è di Rosalda tra queste pagine magiche?
C’è la ricerca di uno stile narrativo personale, frutto dei tanti classici letti. Uno sguardo sulle incoerenze del mondo: il mio desiderio è che le donne, attraverso lo studio, dopo la tardiva conquista del voto in Italia, abbiano il giusto ruolo nella società.
Qualcosa di molto personale riguarda il titolo. Fondamentale un’insolita informazione rinvenuta per caso: sembra che nella mia casa abbia abitato una donna ungherese che possedeva una scimmietta.
Infine, l’acquisizione di una leggenda durante una mia visita a Budapest. Ma non aggiungo altro…
7 Quanto tempo hai impiegato per la stesura del tuo lavoro?
Sono occorsi anni di ricerche e soprattutto un lungo lavoro di revisione dove non mi sono voluta
risparmiare.
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8 Quali le fonti storiche?
Credo che la chiave per creare un romanzo storico coinvolgente sia la combinazione di una ricerca accurata. Acribia documentaria e immaginazione creativa sono fondamentali per trasportare il lettore in un’altra epoca, ricreando ambientazioni, personaggi e atmosfere con dettagli realistici.
​Assolutamente dovuti se si parla di fatti e personaggi storici, come nel caso dei lager degli ungheresi o ad esempio le vicende di Dorothy Snell e Florence Nightingale. Donne volitive, che hanno sfidato le convenzioni sociali dell’epoca Vittoriana, costruendo con nuove regole, il campo dell’infermieristica moderna, che ho inserito in alcuni capitoli.
I miei lavori riportano una ricca bibliografia nelle ultime pagine. In quest’ultimo vi è aggiunta una ricca carrellata di note fotografiche.
9 Quanto ti hanno investito emotivamente gli scenari di guerra che fanno da contesto?
Alla luce di quanto stiamo vivendo attualmente, lo scenario di guerra riempie i telegiornali fomenta la nostra angoscia. Nella stesura delle pagine ho vissuto con grande trasporto le vicende dei personaggi che ho rese mie. Sono rimasta sconvolta quando la disperazione che li ha colpiti è diventata crudelmente attuale. Essendo una donna di pace, il mio intento, attraverso la stesura dei miei romanzi è ribadire i concetti di “non dimenticare” e “costruire ogni giorno con impegno la difficile e fragile una pace duratura per tutti i popoli”.
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10 Quanto è importante per te la scrittura?
Per me scrivere per capire e cambiare il mondo è un atto di potente riflessione e di grande responsabilità. Attraverso le parole, possiamo esplorare le profondità dell’essere umano, dare voce a chi è rimasto in silenzio, e portare alla luce verità nascoste. Ogni parola scritta diventa un seme piantato nel terreno della mente, in grado di germogliare pensieri, emozioni e azioni che possono plasmare il nostro mondo. La scrittura ci permette di esplorare nuove prospettive, sfidare le convenzioni e ispirare cambiamenti positivi. È uno strumento potente per promuovere la comprensione, la compassione e la consapevolezza, spingendoci a guardare oltre le nostre esperienze personali e a connetterci con gli altri in modo significativo. Ogni parola scritta con sincerità e autenticità può essere un faro di luce in un mondo spesso confuso e caotico, offrendo speranza, ispirazione e la possibilità di trasformazione. Credo che gli scrittori attraverso romanzi, saggi, articoli e poesie possano denunciare ingiustizie, discriminazioni e abusi, portando alla luce tematiche spesso trascurate. Stimolare il pensiero critico e incoraggiare il dibattito su questioni cruciali per la società. Mantenere viva la consapevolezza
delle tragedie del passato e ad evitare che si ripetano nel futuro.