CATANIA, AL TEATRO FELLINI “NENTI FARI CA NENTI SI SAPI”

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RECENSIONI ED EVENTI/TEATRO

L’INTERVISTA DI MARIA CRISTINA TORRISI

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“NENTI FARI CA NENTI SI SAPI” è la commedia brillante scritta dal prof. Giuseppe Firrincieli e applaudita al Teatro Fellini di Catania nei giorni scorsi (1 e 2 giugno).

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Curata dalla regia dell’attore Mario Sorbello, l’opera è stata molto apprezzata ed applaudita dal pubblico, pienamente coinvolto in un contesto che ha saputo offrire sano divertimento. 

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Per saperne di più e, soprattutto, per dare il meritato spazio alla commedia e al suo autore, ho realizzato un’ intervista con lo stimato amico Giuseppe Firrincieli, tra l’altro apprezzato giornalista di Newsicilia e collaboratore di Nuove Edizioni Bohémien.

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Giuseppe, intanto complimenti per il meritato successo. Io ho assistito a questa opera che ritengo sia molto articolata, non soltanto per la trama scelta, ma anche per I personaggi dotati di caratterizzazione.

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Grazie, cara Cristina, si tratta di un componimento teatrale che mette in luce una serie di avvenimenti inaspettati, sconvolgenti, ma appassionatamente coinvolgenti e tali che amici, parenti, familiari e vicini di casa non si tirino indietro nel condividere le scelte alla soluzione dei problemi che sono piombati addosso al protagonista. In Sicilia, un avvenimento del genere, ed in particolare a Catania, rende complice e avvinto persino  lo spettatore. 

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Una eredità da dividere, un mistero da svelare, una vicenda intrecciata che si aggroviglia sempre più e una soluzione da trovare. Il tutto condito con l’humor tipico siciliano. Vogliamo aggiungere altri ingredienti all’opera?

Tale domanda la condivido pienamente, perché fatti del secolo scorso, oggi per altro impensabili  per una famiglia normale,  e arrivati a ‘ntrasatta,  a conoscenza del protagonista, Raffaele,   diventano la causa di un turbinio di vicende e disavventure, specie nel dover esaudire la volontà della propria zia, con l’apertura di un testamento segreto, peraltro, con il sorprendente annuncio di verità nascoste a tutto tondo. Il protagonista si trova fra le mani un vero “scrigno” che, all’apertura, mostra verità nascoste e mai sapute, ovvero un’ altra storia sulle vere sue origini. E l’ingrediente  in più consiste, nello scoprire che la commedia sfodera un pensiero tutto siciliano : “Futtitinni, pensa a saluti!!!”

La singolarità della commedia è che è abbastanza articolata non soltanto grazie alla divertente trama, dai continui risvolti, ma anche ai personaggi “visibili ed invisibili”. Certuni prendono vita grazie alla narrazione degli attori

Si è vero, la commedia teatrale siciliana ha un particolare aspetto, cioè si specchia nella famosa frase : “Talè chi ti cuntu..”. E per lo spettatore, sentire parlare di un personaggio e non vederlo, porta ad una  curiosità estrema e tale da vivere insieme le avventure dei personaggi sul palcoscenico.

Ti sei occupato sempre di teatro. Riguardo questa commedia, quale è stata la tua fonte di ispirazione?

Veramente sono due le commedie che ho scritte e ne ho un’altra in cantiere; per i titoli ho pensato ai proverbi siciliani, simpaticissimi, stuzzicanti  e divertenti come “Dove manca Dio Provvede” e  “Nenti fari ca nenti si sapi”.  Per quest’ ultima, la fonte di ispirazione risale a quando ero ragazzo, assistendo ad una scena che non ho mai dimenticato. Erano gli anni Sessanta, con mia madre e mio padre stavamo andando al Teatro Massimo a Catania e abbiamo incontrato due giovani sorelle elegantemente vestite  che si accingevano ad entrare anche loro a teatro. Mio padre le conosceva e sapeva che appartenevano ad una famiglia poco abbiente, quindi, a voce bassa si è  posto una domanda: “Ma queste ragazze come fanno ad indossare abiti costosi e andare a teatro, quando a casa loro, la  madre fa la lavandaia e suo padre il portinaio?”.

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Quale, secondo te, è il personaggio più comico?

I personaggi sono tutti comici, perché noi siciliani siamo capaci di rendere comico persino un dramma. Nel nostro caso,due di più: Turi , l’infermiere del reparto chirurgia d’urgenza,vada a finire  all’ospedale dove lavora, come paziente, diventa un fatto talmente curioso che suscita sbalordimento per l’intero quartiere dove risiede e l’avvocatessa ,sempre pronta ad intervenire a difesa di imputati immaginari per chiedere  soldi. E che soldi!!!

Quanto è importante la scelta della Compagnia per una opera? Vogliamo ricordare i nomi degli attori?

Più che scelta di compagnia teatrale, io parlerei di volontà di una compagnia teatrale a voler “ ’mpiattari ‘na commedia”. Ci vuole amore e capacità di immedesimazione nel ruolo dei personaggi e quindi saper condividere “l’Amore e l’Anima dei personaggi” in scena.  E Mario Sorbello, regista e protagonista, Maria Luisa Lombardo, Nuccia Pulvirenti,Velia Distefano, Egidio Pollicina, Daniele Sorbello, Rita Rizzo, Giosiana Cabbané, Pippo Pezzino, Luca Mammana e Vincenzo Scalisi, hanno saputo magistralmente dare vita ai personaggi, anche a quelli “Fuori porta”.

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La commedia desidera mettere in luce un concetto che poi non è insolito? Ossia, ciascuno ha sempre qualcosa da nascondere?

Si è vero, tutti abbiamo qualcosa da nascondere nella vita e, nella commedia, sono in molti a volere tenere in segreto anche piccole   cose!

Quanto è importante la lingua siciliana nel contesto teatrale?

Importante? E’  fondamentale!  Specie riguardo  alle battute; la gestualità, la mimica, gli sguardi, fanno parte del fascino empatico che esprime la comunicazione siciliana; un patrimonio linguistico che non bisognerebbe  disperdere, ma da introdurre persino nell’apprendimento  scolastico.

Il titolo dell’opera

“Nenti Fari ca nenti si sapi”, è una prerogativa degli usi e costumi che magnifica persino l’humor  e la personalità dei siciliani. Dote atavica che non tramonterà mai,mai.

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Quanta soddisfazione per questo successo?

Scrivere una commedia, per un autore è come mettere al mondo un figlio e vederla in scena vuole ancora significare assistere al parto e vederla crescere ed essere apprezzata sempre di più. Lascio immaginare la commozione che un “padre” può provare.

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