NUNCA MAS: il grido che parte dal romanzo di Lorenzo Marotta

Recensioni ed Eventi
A cura di Antonino Leotta

20160611_194107

Ho ripreso in mano una corposa ricerca. Fatta di studio e di passione che, dieci anni fa, elaborò uno dei miei figli. E’ passata sotto la sua considerazione una vasta letteratura dagli scritti di R. Campra a R. Diez, a K. Kohut, M. Novaro, L.A. Romero, O. Steimberg, N. Jitrik. Luca ha, soprattutto, approfondito l’impegno di Héctor German Oesterheld che, attraverso uno strumento di arte nuova, quale il fumetto, accusò il crimine della dittatura in Argentina e scelse di spingere un popolo verso un impegno di rifiuto e di libertà. Con le pubblicazioni delle vicende di “Eternauta” e dei fumetti sul giornale “noticias”, Oesterheld condannò decisamente le violenze della dittatura di Videla e indicò una via di ribellione e di lotta. Nell’aprile del 1977 venne catturato, torturato e, in seguito, ucciso. Il suo corpo non venne mai restituito alla famiglia. Durante la sua detenzione nei centri clandestini vennero giustiziate le sue quattro stupende figlie: Estela, Diana, Beatriz e Marina. Gli venne data la possibilità di incontrare il piccolo nipote, Martin, forse con l’intento di indurlo a rivelare nomi di collaboratori. Oggi il nipote Martin continua l’opera del nonno riaffermando i diritti della persona umana.

Scorrendo il racconto e le riflessioni di Lorenzo Marotta nel volume “MAILE’N una verità nascosta”, mi ritrovo ancora profondamente scosso dalle tristi pagine di storia e dal dramma dei desaparecidos durante la dittatura Vileda in Argentina dal 1976 al 1983. Il volume è stato presentato sabato sera 11 giugno nella Sala Pinella Musmeci della Villa Belvedere di Acireale.
Marinella Arcidiacono, coordinatrice dell’incontro, ha tracciato un panorama iniziale accennando a due fondamentali aspetti dell’opera del Prof. Lorenzo Marotta: il progressivo sviluppo di quei drammatici fatti esterni che hanno segnato un popolo e il tormento interiore, lo scavo psicologico dei personaggi coinvolti in quegli orrori.

20160611_191312

Il Prof. Giovanni Vecchio, dopo aver ricordato le precedenti pubblicazioni, ha evidenziato l’originale itinerario adottato dall’autore nella stesura del suo ultimo romanzo. Un incontro. Un’intesa. Una storia. La “storia”. L’esperienza personale di Lorenzo Marotta inizia con un viaggio in Argentina che genera un casuale incontro con una ragazza e si apre, poi, sul vasto e complesso panorama della “scomparsa” di 30.000 persone durante la dittatura Vileda. Gran parte di loro è stata scaricata da un aereo sull’oceano. Una tragedia immane che vide il coraggio delle madri manifestare senza timore per chiedere notizie della sorte dei propri figli. Ma una bambina nata dal perverso rapporto del comandante Gonzales con la giovanissima detenuta Brigitte -poi fatta sparire- ripercorre a ritroso il cammino della storia.

La presentazione penetra nel vivo della vicenda e del momento storico con l’intervento della dott.ssa Maria Pia Fontana che punta lo sguardo sulle donne protagoniste. “Spesso -afferma Maria Pia- identità e parola dell’autore non coincidono”. Il coinvolgimento, la “conoscenza” personale favoriscono la vicinanza tra sentimenti e cultura. E’ “l’intelligenza del cuore” che sostiene l’autore nel racconto e nella penetrazione nell’intimo dei protagonisti. E così, il fortunato incontro dell’autore con una ragazza diventa fondamentale per la profondità del racconto. Infatti, la prima delle donne che rappresentano le varie sfaccettature della presenza femminile nel romanzo, si rivela la depositaria di una storia. Mailén accompagna il narratore stabilendo una “sintonia di anime”. Oltre ogni apparenza, la ragazza rivela la “leggerezza triste di colei che sta sola” e, più ancora, “la coscienza ferita dell’Argentina”.

Brigitte è la figura femminile che segna una svolta nella trama del racconto. Diciottenne è attivista per il riconoscimento dei diritti dei cittadini. Accetta la falsa protezione di Jorge Gonzales. “La voglia di una società migliore -precisa Maria Pia- la spinge a sedurre il suo carnefice. E’ come un bisogno emotivo per scuotersi dalla sofferenza che si viveva. Un dinamica prevedibile sotto il profilo psicologico. Brigitte cede volontariamente come per liberarsi”. Rimarrà incinta e, dopo il parto, verrà fatta sparire.

Maria (“Mariuzza” perché emigrata italiana del dopoguerra) è una donna semplice con una grande forza d’animo. Educata agli affetti e ai valori della famiglia, si comporta da “madre” nel contorto svolgersi dei fatti. Fino e oltre la fine.

Dolores appare come una leonessa che aveva lottato per testimoniare contro il comportamento degli esecutori della prepotenza di un regime. Aveva assistito all’arresto delle due suore francesi, poi torturate e uccise, che si erano unite alla protesta delle madri in Plaza de Majo. E aveva speso tanto tempo e tante energie per raccogliere prove sulle vittime. Maria Pia, quindi, soffermandosi sulla scena delle madri coraggiose che scendevano in piazza con in mano un “pannolino” simbolo di un figlio scomparso, addita un “fenomeno”. E’ come il momento clou della serata e il “fenomeno si semplifica nell’espressione “socializzazione nella maternità”. Si tratta di una forte presenza coinvolgente: quella di tante madri che si ritrovano una accanto all’altra a invocare giustizia per “i figli di tutti”.

Interessanti gli intermezzi musicali curati dal Dr. Gesuele Sciacca con originali composizioni dalle stesso maestro. Chitarra: Gesuele Sciacca. Voci: Gesuele Sciacca e la moglie Daniela Greco. Fisarmonica: Dr. Pulvirenti che ha anche portato una sua testimonianza riguardante un parente emigrato che ha avuto dei figli tra i desaparesitos.

La dott.ssa Daniela Simon, presidente del Kiwanis Club “Absolute”, ha sottolineato come il silenzio sulla dittatura ha coperto per diverso tempo la terra Argentina. Ma lo stesso silenzio oggi domina in tante altre Nazioni che non hanno vissuto quel dramma che è stato riconosciuto come un crimine contro l’umanità. Un silenzio che, talvolta, è più insensibilità che indifferenza.

Nel porgere i ringraziamenti il Prof. Lorenzo Marotta ha ricordato che il volume è stato dedicato a Jorge Mario Bergoglio, divenuto Papa Francesco, che appare coinvolto all’interno della vicenda. Oggi anche lui ha già scandito al cospetto dell’umanità le lapidarie parole: “nunca mas”! Mai più.