Ricordando Carlos Ruiz Zafón

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Recensioni

A cura di Sara D’Angelo

 

Carlos Ruiz Zafón scrittore spagnolo e autore di tanti successi letterari è scomparso il 19 giugno 2020 nella sua casa a Los Angeles. Il mondo ha perso un talento nel pieno della sua giovinezza, è inevitabile rivolgere un pensiero alle migliaia di pagine che rimarranno per sempre nude come un lenzuolo vergine, fogli che non conosceranno mai l’impronta di un intelletto così raro, perciò prezioso.

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Zafón è scomparso nella sua casa a Hollywood, in California, perché già da qualche tempo si era avvicinato al cinema e si stava misurando con il suo nuovo ruolo di sceneggiatore. È triste avere la certezza che mai vedremo il suo talento dentro un film, la sua seconda passione è sempre stata il cinema.
Il mondo conserva il suo testamento intellettuale con 15 milioni di copie custodite nelle biblioteche e librerie. Solo in Italia un milione di copie hanno trovato spazio nel cuore dei suoi lettori.
Lo scrittore famoso in tutto il mondo non ha mai dimenticato e trascurato la sua amata Barcellona, la città in cui è nato e cresciuto, la colonna portante delle trame dei suoi libri divenuti in poco tempo bestseller.
La scrittura di Zafón non può essere confusa con quella di nessun altro scrittore,
non è necessario leggere il suo nome sulla copertina del libro, già dalle prime pagine non è difficile realizzare che la penna virtuosa è quella di Carlos Ruiz Zafón, lo scrittore spagnolo più letto, secondo solo al grande Miguel de Cervantes. Zafón e la sua Barcellona piena di misteri, così la vede lui, una rappresentazione ben lontana dalla realtà, Barcellona è una città turistica dove si respira una religiosità intensa.
Il giovane Zafón esordisce negli anni ’90 pubblicando libri di narrativa per ragazzi. “Sono più intelligenti degli adulti” diceva. Forse è stata proprio questa la ragione per cui il mondo dell’editoria non lo ha mai accolto con gli onori che meritava.
L’ombra del vento, il romanzo pubblicato nel 2001 e tradotto in 40 lingue, è per diritto il libro con cui ha stretto un forte contatto con una generazione affamata di nuovi stimoli culturali e nelle opere di Zafón è stata ampiamente accontentata.
Sebbene sia un libro di 400 pagine si legge in una notte, il centro delle ore scure fanno presto a diventare complici di vicende che sembrano non abbiano mai conosciuto il giorno.
Dopo il suo romanzo più famoso lo scrittore spagnolo ha pubblicato “Il gioco dell’angelo”, ”Il prigioniero del cielo” e “Il labirinto degli spiriti”, un coro di un’unica voce, quella della tetralogia del Cimitero dei Libri Dimenticati.
Storie di uomini, donne, avventura, mistero, ma soprattutto storie di libri. Zafón ci ha regalato tante matrioska, dentro ogni suo libro c’è un altro libro, e poi un altro libro ancora, la noia non è un pericolo che appartiene ai suoi volumi offerti alla vista ghiotta di misteri e segreti, e allo stesso tempo, disponibili a concedere un saldo sostegno alla solitudine dell’anima, l’unica che solo i libri sono in grado di allontanare già con il fruscio delle pagine annunciatrici di una presenza complice.
Il lettore è il personaggio occulto di questo romanzo, non è mai nominato dallo scrittore eppure è parte attiva della storia, si muove con lui. Questo libro da cattedra è un insegnante severo pronto a bacchettare chi non porta rispetto alla memoria della storia dell’uomo e del suo destino.
Zafón scrive per cantare di libri.
Fantasy e giallo rappresentano la sua firma, “L’ombra del vento” è la voce segreta di una pagina complice della vita del suo creatore, non c’è dubbio che questo romanzo sia un suo sogno maltrattato dalla vita, quindi divenuto incubo.
Nella Barcellona del 1945, Daniel, il protagonista del romanzo, è un bambino di undici anni che, accompagnato dal padre, viene portato in una grande biblioteca di libri usati, il Cimitero dei Libri Dimenticati, un grande museo di volumi più o meno antichi in cui riposano milioni di pagine sopraffatte dalla polvere del tempo e dall’indolenza dell’uomo.
“Questo luogo è un mistero, Daniel, un santuario. Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza.”
Il piccolo Daniel viene invitato dal genitore a prendere un libro con le sue stesse mani, la scelta cade su un volume che porta la firma di Julián Carax, la copertina annuncia severa “L’ombra del vento”. Il bambino non sa ancora che Julián sarà suo amico e suo nemico per il resto della vita. Daniel Sempere è figlio di un libraio specializzato nella vendita di volumi rari e antichi, la piccola bottega è il centro della sua vita dopo la morte della madre prematuramente scomparsa, sconfitta dal colera.
“Una volta, nella libreria di mio padre, ho sentito un cliente normale dire che poche cose lasciano un segno più profondo su un lettore rispetto al primo libro che trova la sua strada nel suo cuore. Quelle prime immagini, l’eco delle parole che pensiamo di aver lasciato alle spalle, ci accompagnano per tutta la vita e scolpiscono un palazzo nella nostra memoria a cui, prima o poi, non importa quanti libri leggiamo, quanti mondi scopriamo o quanto molto impariamo o dimentichiamo: torneremo.”
Quello che Daniel ha tra le mani è un libro “maledetto”, intriso da una fitta nebbia di ombre oscure, un intreccio di presente e passato incastrati da uno sconosciuto sortilegio che impegnerà una lunga indagine alla ricerca della verità.
Daniel divora il libro in una notte. Entusiasta dal volume e dal talentuoso scrittore si mette subito alla ricerca di altre sue opere, ma senza fortuna. Daniel possiede l’unica copia rimasta, il mistero s’infittisce dalla presenza di un uomo misterioso che gira per la città alla ricerca delle opere di Julián Carax al solo scopo di bruciarle nel fuoco vivo. Di lui si conosce solo il nome, Laín Coubert, lo stesso appellativo con cui il Diavolo viene chiamato nei libri di Carax.
Mistero e magia attraversano le strade di Barcellona sconvolgendo sicurezze manipolate da quello che certamente un caso non è. Chi era Julián Carax? È vivo? È morto? Perché quella è l’unica copia rimasta?
Per Daniel dapprima è solo una curiosità decisa a diventare presto ossessione.
I personaggi maschili del romanzo dimostrano di possedere una forte personalità, a differenza delle donne descritte come corpi deboli e tentati da ogni forma di peccato a cui, miseramente soccombono.
I protagonisti di un’opera sono tutti petali di un identico fiore malnutrito, cosicchè dentro alcuni scorre una linfa vitale molto accesa e in altri la stessa è fiaccamente sbiadita. Tutti insieme formano la corolla senza la quale nessun fiore esisterebbe, per cui tutti ma proprio tutti i petali partecipano da protagonisti alla meravigliosa storia della natura. O di un romanzo.
Tra tutti i personaggi di questo suggestivo romanzo spicca il buon Fermín Romero da Torres, un vagabondo goloso di cioccolato e di donne, amico sincero di Daniel, dispensatore di consigli più o meno leciti, tanto grato al suo pupillo per averlo tolto dalla strada dandogli un tetto e un lavoro nella libreria del padre.
Un protagonista sinistro del romanzo è l’ispettore di polizia criminale Javier Fumiero, un assassino protetto dalla divisa che indossa, un uomo reso folle da un’infanzia brutale, adesso sparge vendetta ad ogni passo, infliggendo allo sventurato che incrocia la sua strada le torture subite decise a rimanere indelebili nel tempo. Il povero Fermín è uno di questi. Sulla sua pelle l’ispettore Fumiero ha impresso geroglifici con la fiamma ossidrica, segni evidenti del suo passato burrascoso.
Per Daniel e Fermín arrivare alla verità sarà un’impresa rischiosa e lenta ma i due amici non si fermano davanti all’ostacolo di un labirinto in cui il mistero del libro li ha coinvolti e travolti pagina dopo pagina. E intanto l’adrenalina a mille fa vibrare perfino le righe su cui si posano inquiete le parole.
L’ombra del vento è anche una storia d’amore, quella di Daniel, ormai diventato giovane uomo e Bea, una studentessa affascinata dalla grinta di Daniel, forse è l’uomo giusto per lei, forse è arrivato il momento di disubbidire alla volontà del padre fin troppo severo con le sue scelte sentimentali.
La loro è una storia gemella dell’amore tra Julián Carax e la sua Penélope, una storia vissuta tanti anni prima e forse per un caso o per stregoneria è lo specchio del destino dei due giovani. Come Bea, la bella Penélope Aldaya, figlia di un uomo ricco e potente, è costretta a nascondere la storia d’amore con il giovane Julián.
La vita di Daniel è parallela a quella che un tempo è stata l’esistenza di Julián. I due ragazzi hanno vissuto in simbiosi senza saperlo. O forse si. Il passato di Julián non può e non deve coincidere con il futuro di Daniel. È arrivato il momento di staccarsi da Carax e dai suoi enigmi segreti, il vento ha già cominciato a cambiare direzione perché Bea darà un figlio a Daniel.
L’ambiguo parallelismo è stato spezzato per raggiungere un nuovo orizzonte con una lezione : mai sostare dentro la casa dell’evidenza. Più avanti, tra un’ora o tra una vita nuove porte saranno scoperte, nessuno ha mai saputo della loro esistenza, incantevoli panorami si doneranno a uno sguardo che li aspettava da tempo.
Fuori la casa una veduta solare e cristallina c’è sempre. La direzione del vento può cambiare, basta smettere di fissare il grigiore di un’ombra avversa. Lì, in quell’angolo di viso c’è un sorriso sepolto nel cimitero dei sorrisi dimenticati dove da tempo vi è custodito il mio, il tuo, il loro paradiso.