RIFLETTENDO SUL VANGELO DELLA SETTIMANA: L’UMANITA’ DI GESU’

Itinerari dello spirito – Nuove edizioni Bohémien – Aprile 2014

A cura di Carmela Nicolosi

imagesQuando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!».

Gesù scoppiò in pianto.

Gv 11, 32-35

Lazzaro si ammala e muore, e Gesù non c’è. Come succede anche a noi, a volte, davanti alla malattia e alla morte di una persona che amiamo, scopriamo che Gesù è (o sembra) distante.

Gesù si commuove profondamente, Gesù piange per l’amico Lazzaro, l’amico che Egli ama. Questa pagina del Vangelo di Giovanni è umanissima, mette in evidenza quanto Gesù si sia immerso profondamente nella natura umana. È una pagina di grande consolazione per il cuore di ogni uomo: non solo perché Gesù resuscita Lazzaro, e quindi dà ancora una volta dimostrazione del Suo amore vivificante, ma perché si mette nei panni dell’uomo di ogni tempo e soffre e partecipa al dolore umano. Piange, come ognuno di noi, di fronte alla morte di una persona cara.

E quel pianto ci sconcerta, ci scuote, ci smuove. Dio e il dolore si incontrano. Non è bastato che Dio diventasse uomo per condividere con noi la vita (P. Curtaz). Ha voluto imparare a soffrire per provare tutto ciò che prova l’uomo durante la sua esistenza.

Di fronte allo strazio della morte e al dolore inconsolabile delle due sorelle di Lazzaro, Gesù contrappone, come sempre, l’amore.

Amore e morte. Le due forze che muovono inevitabilmente il mondo e la storia personale di ogni uomo. E Gesù, di fronte all’oscurità della morte, squarcia ogni tenebra e ogni disperazione dicendo: “Io sono la risurrezione e la vita”. Prima viene la risurrezione e poi la vita. La disposizione di queste due parole non è affatto casuale: solo l’uomo che si lascia amare da Dio può veramente risorgere e risorge perché amato da un amore vivificante che è solo l’amore di Dio.

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E da amato torna in vita, esce fuori dal suo sepolcro personale, dalle sue paure, dalle sue tenebre, preso per mano da Qualcuno che conosce bene quale sia la strada per uscire dal sepolcro.

“Esci fuori, liberati e vai”: questi sono i tre imperativi che Gesù, oggi, rivolge a ognuno di noi. Esci fuori dalle tue convinzioni, mettiti in discussione, accogli l’amore che salva e poi, vai, libero di amare, comprendendo che la sofferenza non ha mai l’ultima parola, è sempre un trampolino per la vita.

Ed è proprio durante la sofferenza che la fede viene messa alla prova: è difficile avere fiducia in Dio quando la sofferenza ci colpisce personalmente, ma in questi momenti in cui emerge tutta la contraddizione della vita e della natura umana, dobbiamo stare aggrappati alla Parola di Dio, credere in Lui e alimentare la nostra fiducia e la certezza che il nostro è un Dio che non abbandona nessuno, che ama e che col Suo amore riesce sempre, se glielo permettiamo, a far nascere un nuovo germoglio nel deserto della sofferenza.