50° SACERDOTALE DI DON GAETANO CALTABIANO

GAETANO

Itinerari dello spirito

A cura di Antonino Leotta

 

thumb_Cuore Immacolato di Maria Acireale
Domenica 17 luglio 2016, il Quartiere di Piazza Dante di Acireale vivrà 50 anni di sacerdozio di Don Gaetano Caltabiano. Per i credenti è un momento di riflessione sulla presenza istituzionale del servizio ministeriale, sui suoi aspetti positivi e i suoi limiti, sulla sua storia e il suo modo di essere nella società contemporanea. In questa occasione, mi pare significativo rivisitare il rito liturgico dell’ordinazione sacerdotale. Può essere di aiuto per entrare nella visione della Chiesa sulla natura del sacerdozio. Che non è appartenenza a una “casta” ma “servizio” all’interno di una comunità e testimonianza di amore in una società umana. Nella liturgia, c’è un momento centrale che si può riassumere in due parti inseparabili tra loro:
L’imposizione delle mani sul capo dell’ordinando da parte del Vescovo e dei sacerdoti presenti: il gesto opera ed esprime la discesa dello Spirito Santo.
La preghiera consacratoria nella quale è opportuno evidenziare tre invocazioni:
“Dona, Padre onnipotente, a questo tuo figlio la dignità del presbiterato… con il suo esempio guidi tutti a un’integra condotta di vita”.

GAETANO
“La parola del vangelo mediante la sua predicazione, con la grazia dello Spirito Santo, fruttifichi nel cuore degli uomini”.
“Sia unito a noi, o Signore, nell’implorare la tua misericordia per il popolo a lui affidato e per il mondo intero”.
L’effusione dello Spirito deve colmare di “dignità” un uomo che dovrà muoversi tra gli altri in maniera esemplare. La sua condotta dovrà accompagnarsi all’annuncio del Vangelo di Cristo che, sempre per l’azione dello Spirito, punterà al rinnovamento del cuore degli uomini. Il momento culminante dell’azione comunitaria vissuta nell’unità ecclesiale sarà la costante invocazione al Padre perché usi misericordia nei confronti del suo popolo e dell’umanità intera.
Alla luce di questo fulcro dell’ordinazione sacerdotale celebrata il 17 luglio 1966 nel piccolo villaggio di Fornazzo, vorrei rivolgere uno sguardo sui 50 anni di sacerdozio ministeriale di Don Gaetano.
Don Gaetano ha fatto scorrere i suoi 50 anni di servizio nel Quartiere di Piazza Dante di Acireale. E’ venuto, come collaboratore, nel 1966, quattro anni dopo l’inaugurazione del Santuario e della prima Parrocchia del Colle Sacro Cuore e si è poi spostato, nel 1979, come Parroco nella nuova Parrocchia Cuore Immacolato di Maria dello stesso quartiere. Tutta la sua vita sacerdotale, quindi, racchiusa tra due cuori.
Sacerdote in eterno per opera dello Spirito Santo, con la sua riservatezza ha, anzitutto, offerto un esempio di vita e ha fatto risplendere la “dignità del presbiterato”. Caratteristica “la sua predicazione” ancorata saldamente alla “parola del vangelo”. Ha ripetuto insistentemente il messaggio evangelico con tenacia, con determinazione, con la preoccupazione di fissarlo in mente e nel cuore dei credenti. La “predica” di Don Gaetano bisognava a tutti i costi farla propria. Ha tenuto tanto ad un obiettivo: chi lo ascoltava doveva fare spazio al messaggio di Cristo.
Infine, il terzo impegno: “implorare la misericordia per il popolo e per il mondo intero”. Da molti anni ci siamo accorti che Don Gaetano ha voluto tenere aperte le porte della Chiesa fino a tarda sera. Se è vero che il cristianesimo è “amore”, è anche vero che l’amore vive e si nutre nell’incontro. L’incontro con il Cuore di Dio e con il Cuore Immacolato di Maria può avere un suo luogo privilegiato tra le mura di un edificio sacro. Dove si nutre e si sviluppa anche l’incontro con i fratelli. E, in questi incontri, costante si è elevata la preghiera, il desiderio, la speranza della misericordia di Dio per il suo popolo e per il mondo intero. Particolarmente in questi giorni in cui la disumanità si rivela in tutta la sua crudezza.
E, a proposito di “edificio”, la situazione particolare di un edificio su cui ha vantato la proprietà anche la Regione Siciliana, gli ha procurato tante preoccupazioni. Quel classico mazzo di chiavi piuttosto vistoso che lo ha sempre accompagnato, è diventato il simbolo della responsabilità, dell’impegno, della scrupolosa cura, dell’amore per quei luoghi. E’ doveroso citare l’accoglienza operata nella sala-teatro che ha visto assemblee e incontri con programmi e finalità diverse. Dai Convegni diocesani a manifestazioni locali, da gruppi di studio ad attività ricreative, da concerti a mostre d’arte. E, proprio in quel salone, il 9 gennaio 1988, una larga assemblea di scout, ha dato il via alla Comunità MASCI (movimento adulti scout cattolici italiani) in Acireale. Don Gaetano è stato ed è l’Assistente del MASCI. Come è stato ed è l’Assistente del Gruppo AGESCI (associazione guide e scout cattolici italiani) Acireale 3°. Sarà stato l’amore per la natura e per la sua montagna con i boschi di Fornazzo, ma ha vissuto lo spirito scout che lo ha accompagnato in ogni sua attività.
Ed è abbastanza lungo l’elenco delle attività. Anzitutto l’impegno per mettere sempre in luce il valore dalla famiglia. Sostenere dei principi e renderli vivi e palpitanti nelle vicende familiari dei parrocchiani e della intera diocesi non gli ha fatto scorrere sonni tranquilli. La sua scelta privilegiata nel suo lungo “servizio” si è orientata ai valori della vita di famiglia. Nessuno saprà mai quante storie e vicende familiari in seno al popolo di Dio hanno segnato i giorni del suo impegno. Ma Don Gaetano ha voluto sostenere anche l’opportunità si spostare dal recinto dell’edificio sacro alla dinamica della comunità familiare i ritmi di un cristianesimo vissuto.
Ma altre idee e l’animazione di celebrazioni come “la sagra dei balconi fioriti” o “la festa del sollievo” o la settimana della “festa del quartiere” o le attività catechistiche o sociali soprattutto nei confronti di ragazzi e anziani, hanno ritmato 50 anni.
A conclusione di questa doverosa puntualizzazione, ricordo con immenso piacere due momenti vissuti insieme da noi adulti scout di Acireale con il proprio assistente. Il primo, l’impegno e la condivisione di responsabilità di una “colonia” estiva con 50 ragazzi del quartiere in Linguaglossa. Il secondo, il fraterno incontro con migranti ed extracomunitari di religioni diverse attorno alla “luce della pace”. Per dialogare. Per pregare insieme. Per dividere insieme il cibo della cena.
Una apposita celebrazione commemorativa si terrà, con la partecipazione del Vescovo e dei confratelli sacerdoti, lunedì 18 luglio alle ore 19,00.
Accanto al Cuore di Cristo e al Cuore di Maria abbiamo trovato, spesso, il cuore di un sacerdote. Amico e fratello.

“Dona, Padre onnipotente, a questi tuoi figli la dignità del presbiterato. Rinnova in loro l’effusione del tuo spirito di santità; adempiano fedelmente, o Signore, il ministero del secondo grado sacerdotale da te ricevuto e con il loro esempio guidino tutti a un’integra condotta di vita. Siano degni cooperatori dell’ordine episcopale, perché la parola del vangelo mediante la loro predicazione, con la grazia dello Spirito Santo, fruttifichi nel cuore degli uomini, e raggiunga i confini della terra.
Siano insieme con noi fedeli dispensatori dei tuoi misteri, perché il tuo popolo sia rinnovato con il lavacro di rigenerazione e nutrito alla mensa del tuo altare; siano riconciliati i peccatori e i malati ricevano sollievo. Siano uniti a noi, o Signore, nell’implorare la tua misericordia per il popolo a loro affidato e per il mondo intero. Così la moltitudine delle genti, riunita a Cristo, diventi il tuo unico popolo, che avrà il compimento nel tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli del secoli”.