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Prima di domani – Recensione

A cura di Federica Rizzo
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Tratto dal libro di Lauren Oliver pubblicato nel 2011 con il titolo E finalmente ti dirò addio, Prima di domani (Before I fall) segue la storia di una normale adolescente, Samantha Kingston (Zoey Deutch,) alle prese con la vita di tutti i giorni che trascorre a scuola, insieme alle amiche di sempre e un fidanzato perfetto. E venerdì 12 febbraio sarà un altro giorno perfetto nella sua meravigliosa vita. Invece, tutto è destinato a cambiare quando Sam realizza di rivivere costantemente lo stesso giorno, per quanto si sforzi di provare a far sì che non accada, è sempre al punto di partenza.
Alla base, del film c’è un principio non molto lontano dal concetto di reincarnazione concepito dalla filosofia buddhista: nel corso della sua nuova vita imprigionata in quel 12 febbraio, Samantha impara a vedere le cose da un altro punto di vista e capire ciò che all’apparenza non andava per il verso giusto. La ripetizione della stessa giornata, lascia a Sam la possibilità di vedere chi è diventata e di cogliere un importante messaggio: “ogni giorno, ogni istante della vita, può essere importante per il domani e per l’eternità.”
Teen drama che ha la buona intuizione di provare a trattare gli adolescenti non solo come goffi consumatori desiderosi perlopiù di emozioni positive ma che utilizza il registro thriller per provare a suggerire una lezione, un manuale di comportamento verso gli altri, Prima di domani sceglie con intelligenza i portatori del messaggio e piazza come protagonista assoluta un’attrice che ha meno le sembianze della bambolina vuota e ha invece un grande talento drammatico, Zoey Deutch.
La struttura circolare del romanzo, dove la protagonista si risveglia ogni giorno nello stesso giorno, soffre al cinema di un’eccessiva ripetitività quasi mai scossa dalla cura per le dinamiche psicologiche. Costretti a ri-vedere lo stesso film non siamo mai portati dentro la storia, che rimane sospesa tra favola/thriller/racconto di formazione, senza mai decidersi a seguire con fermezza una delle direzioni abbozzate. Il tema del cambiare prima se stessi per cambiare il mondo intorno a noi è tematica interessante, come il sempreverde: ogni scelta porta a delle conseguenze di cui poi dovremo rispondere. Quello che rimane dubbio, durante il percorso, è se Sam sta cercando di salvare la propria vita, o sta cercando di fare un cambiamento positivo che lascerà il mondo migliore una volta che è andata? Il messaggio finale, sembra essere che non ci sono degli astanti innocenti quando si tratta di provocare altri dolori e se l’universo ha gettato Sam in questo peculiare loop, è perché vuole insegnargli quella lezione.
La regista newyorkese Ry Russo-Young riesce comunque a rendere bene questo contemporary romance dal tocco fantasy. Una storia struggente, divertente e fantastica: un perfetto equilibrio tra realtà e immaginazione, che saprà sicuramente intrattenere e lasciare un messaggio soprattutto negli adolescenti.